Titolo: Fra le tue dita gelate. Racconti fantastici
Autore
: Francisco Tario
Traduzione: Raul Schenardi
Genere: Narrativa
Pagine: 232
Prezzo: 18 €
Isbn
9788832107449

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“Fra le tue dita gelate”, dedicato all’amata moglie Carmen Farell, il “mágico fantasma” che attraversa impalpabile il respiro di ogni pagina, è considerato all’unanimità il capolavoro di Francisco Tario, enigmatico protagonista della letteratura messicana del Novecento. Scritti con una prosa di inquietante bellezza, i racconti surreali, grotteschi e sensuali qui riuniti illuminano i varchi di accesso verso una dimensione altra che scorre parallela alla comune percezione, disseminando il testo di anticipazioni che solo i lettori più scaltri sapranno individuare e svelando, solo in parte, l’enigma della narrazione. Nascite mostruose, oceani voraci e amori chimerici: lo spirito avanguardistico di Tario avverte il lettore di trovarsi sul terreno sdrucciolevole tra la veglia e il sogno, tra l’incubo e il ricordo, e che il solo modo di uscirne è attraversarlo, facendo attenzione a non scivolare per sempre nel lato del possibile.

Francisco Tario (Città del Messico, 9 dicembre 1911 – Madrid, 30 dicembre 1977) pseudonimo di Francisco Peláez, è stato uno scrittore, apprendista astronomo e calciatore professionista messicano. Considerato un outsider per non avere aderito né a correnti artistiche né a gruppi letterari, è oggi ritenuto una figura emblematica della narrativa fantastica latinoamericana. Spesso paragonato a Juan Rulfo per l’approccio radicalmente personale alla scrittura, tra i suoi temi favoriti c’è il limite sensoriale dell’umano nel percepire la vastità del mondo che lo circonda, territorio esplorato con sottile umorismo e una profonda attenzione verso l’insolito e il grottesco, coordinate che lo hanno allontanato dal tradizionalismo di molti dei suoi contemporanei, facendogli guadagnare lo status di scrittore di culto.

L’opera qui presentata è dedicata all’amata moglie Carmen Farell che nel 1968, l’anno della sua prima pubblicazione, era scomparsa da appena un anno. Il titolo originale, Una violeta de más, è un’allusione a una preziosa lettera che lei gli aveva inviato, corredata da una viola.

«Uno scrittore la cui figura è ancora intrisa di mistero».
Alejandro Toledo, curatore di Francisco Tario. Antología

«C’è sempre qualcosa nella letteratura di Francisco Tario che evoca lacrime imbalsamate e valzer notturni, angoscia esistenziale e romanticismo lunare. Tario è sempre stato un pellegrino senza locanda. Un instancabile viaggiatore dell’arcano che trascina con sé un’eco di sogni e risate».
Mauricio González de la Garza

«Come Bachelard, Tario è un sognatore; un sognatore di parole scritte, pieno di follia, chimere, sogni, ricordi d’infanzia, immagini in movimento».
Esther Seligson

«Gli scrittori di racconti messicani hanno in Tario uno dei loro rappresentanti più squisiti, stravaganti e atipici. Autore di un’opera immaginifica e inclassificabile, Tario è stato un’onda che è salita come la marea, fino a diventare una tempesta».
Geney Beltrán, curatore della mostra per il centenario della nascita dell’autore

«Francisco Tario ha sempre scritto fuori dal mondo letterario. Nella storia della letteratura spicca per la sua unicità, per il talento lirico, la stravaganza, il predominio dell’innovazione e l’altissima qualità estetica».
La Jornada

«Un autentico scrittore. Temo, però, che non lo faranno mai accademico. È un vero peccato, perché le accademie sono piene di fantasmi e lì Tario avrebbe un perfetto campo di sperimentazione».
José Moreno Villa