Titolo: Una ragazza lasciata a metà Ospite al Pisa Book Festival 2016 Clicca qui per acquistare l’e-book!
Autore: Eimear McBride
Traduzione: Riccardo Duranti
Genere: Narrativa
Pagine: 264
Isbn: 978-88-97561-36-1
Titolo originale: A Girl Is A Half-Formed Thing
Uscita: 20 ottobre 2016
Uno de “I venti libri del 2016 da non perdere” per pagina99 Il pluripremiato romanzo d’esordio di Eimear McBride racconta, con sorprendente visione e brutalità di dettagli, il percorso di crescita lasciato a metà di una ragazza quasi come tante, nella cronaca del rapporto con il fratello e all’ombra di un evento che cambierà per sempre la vita della sua famiglia. Non tanto un flusso di coscienza quanto un’inconscia e ininterrotta insurrezione contro un’esistenza feroce, questo romanzo è uno scioccante e intimo viaggio nei pensieri, nei sentimenti e nella sessualità caotica di una protagonista vulnerabile e isolata. Un libro-rivelazione crudo e intimista di indimenticabile forza. Eimear McBride è nata a Liverpool ma è cresciuta in Irlanda, prima di trasferirsi a Londra a 17 anni per studiare presso il Drama Centre. Una ragazza lasciata a metà è il suo primo romanzo, divenuto il caso letterario dell’anno in Inghilterra e Stati Uniti. «La McBride ha scritto un’opera sorprendentemente originale, trasmettendo il senso del collasso psichico con una prosa incrol-labile, alimentata da un linguaggio spezzato, avventuroso, e da emozioni crude». «Come un sismografo emotivo, ogni tanto lo stile di McBride si distende, poi vibra di nuovo, registrando i momenti più intensi con uno scavo urticante. […] Questo reportage dal cranio di un’adolescente tormentata […] dopo avere vinto tra gli altri il Bailey’s Women’s Prize for Fiction ed essere stato sostenuto dal passaparola, si è fatto spazio con la nuda forza del talento». «La sintassi di questo romanzo è una cosa meravigliosa, e la traduzione di Roberto Duranti è pienamente consapevole delle originali intenzioni di McBride: non soltanto la ragazza-narratrice di questo romanzo è una cosa lasciata a metà, ma lo è anche il suo linguaggio, il modo in cui esprime fatti minimi, con pronomi relativi a cui non segue una frase, con preposizioni a cui non segue un complemento». «Nel singolare romanzo d’esordio di Eimear McBride il linguaggio è uno strumento da polverizzare e modificare fino a trasformarlo in un geniale ibrido di familiare e ignoto […] McBride si prende gioco con grazia delle leggi della sintassi, ma con una profonda serietà di fondo. Nel raccontare la bruttezza, l’autrice non dimentica il senso dell’umorismo e dimostra un vero talento per i dialoghi». «A Girl is a Half-Formed Thing ha collezionato in tre anni cinque premi letterari. Il libro esce ora in Italia nella superba traduzione di Riccardo Duranti, con il titolo “Una ragazza lasciata a metà”. […] Chi conosce i corsi e i ricorsi delle letterature sa anche che nella scrittura nulla si inventa e nulla si distrugge. Semplicemente, tutto cambia; e con il romanzo di McBride cambia il tracciato della letteratura irlandese contemporanea». «E la bellezza del sapere raccontare questo dolore è sorprendente, ed è ciò che rende Una ragazza lasciata a metà un libro trascinante, che colpisce al cuore». Uno de “I venti libri del 2016 da non perdere” per pagina99 «Per quanto riguarda l’edizione italiana, è da evidenziare l’ottimo lavoro di traduzione di Duranti, abilissimo nel riportare la frammentarietà linguistica e sintattica del testo di partenza, con protagonista questa “ragazza lasciata a metà”, del tutto incapace di trovare pace e un senso compiuto alla sua esistenza». «Quando si parla di lei è difficile non farsi scappare il nome di James Joyce, ma questi libri sono ben altro che un pastiche citazionista, una rivisitazione sterile, McBride sa fondere monologo e dialogo, flusso di coscienza e osservazione come se reinventasse l’atto di raccontare a ogni pagina. «Ho terminato il primo capitolo di Una ragazza lasciata a metà senza sapere cosa avessi letto. No, così non va. Allora ho ricominciato daccapo, leggendo ad alta voce. Ho scoperto un altro ritmo. Accelerato, poco rispettoso della già irriverente punteggiatura della McBride. La mia voce andava a ruota libera: gli insulti sono diventati più crudeli, gli schiaffi più dolorosi, le urla più rabbiose. Entrata nella storia, la lettura è tornata ad esser silenziosa ma la tensione è rimasta alta, senza respiro, nonostante le frasi spezzate». «È una sfida ardua quella che pone questo libro che all’autrice è stato rifiutato per ben otto anni da decine di editori, ma Riccardo Duranti è riuscito a coglierla magistralmente regalandoci una traduzione perfetta che l’editore Safarà ha magistralmente incastonato nei suoi formati “tagliati”, che se non fossero esistiti avrebbero dovuto essere inventati per fare da perfetto contrappunto grafico a questo piccolo, disturbante capolavoro». «Negli ultimi anni, la letteratura irlandese ha trovato almeno tre scrittrici potenti: Sally Rooney, Lisa McInerney, Eimear McBride. Tutte sfidano la tradizione del romanzo irlandese senza prenderlo a martellate, ma logorandolo dall’interno. Soprattutto Eimear McBride, che dopo anni di rifiuti è riuscita a far pubblicare la storia di un’adolescente esposta alla furia religiosa e ad altri abusi in Una ragazza lasciata a metà (Safarà, traduzione di Riccardo Duranti). «Temi inevitabili», dice l’autrice, ma non c’è nulla di inevitabile nel modo in cui li racconta. Al flusso di coscienza dei modernisti, McBride risponde con un’invasione di coscienza: «L’inizio degli anni della nostra adolescenza. Ondata dopo ondata di ormoni c’investe. Come acqua bollente e poi spruzzi d’acqua fredda sul collo. Sparsi di nuovi pensieri, fastidiosi cioè e cose che si devono dire sempre. Sputale fuori. Sputale giù tutte».
Vincitrice del 2013 Goldsmiths Prize; 2014 Bailey Women’s Prize for Fiction; 2014 Kerry Group Irish Novel of the Year Award; 2014 Desmond Elliott Prize
Anne Enright, The Guardian
James Wood, The New Yorker
Marco Rossari, Il Sole 24 Ore
Laura Ingallinella, Critica Letteraria, 20/10/2016
Sinead Glason, Irish Times, su Internazionale, 29/10/2016
Enrico Terrinoni, Il Manifesto, 10/11/2016
Ilaria Casertano, Eroica Fenice, 9/12/2016
Elena Spadiliero, Sul Romanzo, 17/12/2016
Uno dei libri dell’anno (2016) per Flavia Gasperetti di Minima & Moralia
Barbara, librinvaligia.blogspot.it, 11/1/2017
Lisa Puzella, Mangialibri.com, 17/3/2017
Claudia Durastanti, La Repubblica, 19/3/2018