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  • Titolo: Animot. L'altra filosofia – numero tredici /2023 – So long, and thanks for all the fish Autore: AA.VV. Curatore: Alice Benessia Genere: Saggistica, natura, ambiente, rivista, animal studies, antispecismo Pagine: 140 Rilegatura: Brossura fresata Prezzo: 12 Isbn: 978-88-32107-56-2 Data di uscita: 18 Maggio 2023

    Descrizione “Addio, e grazie per tutti i pesci”. Con questa frase i delfini lasciano il pianeta per nuovi mondi, ascendendo all’unisono dal mare al cosmo. La Terra sta per essere distrutta. Hanno tentato senza sosta di avvertire gli umani del pericolo, e tuttavia, fino all’ultimo, non sono stati capiti. Molto arrogante e poco brillante, la specie umana interpreta come prodezza da circo quello che per i delfini è l’ultimo messaggio di addio. Con una delle più surreali immagini della letteratura fantascientifica degli anni 80, lo scrittore e umorista britannico Douglas Adams evoca la ridicola inadeguatezza della nostra specie nel farsi capace di comprendere l’altro da sé – nel caso specifico un’altra specie animale – al punto da non accorgersi della propria brutale presunzione e dell’imminente disastro collettivo. A distanza di quattro decenni, interrogarsi su come comprendere l’altro da noi è quanto mai di vitale importanza: non solo l’altro animale (umano e non umano) ma anche vegetale, fungo, lichene, microrganismo, minerale, roccia; e anche fiume, foresta, oceano, montagna; il flusso costante di materia organica e inorganica che ci circonda, ci abita, ci costituisce. Nelle voci di una nuova e in-dispensabile ricerca relazionale – al di là della separazione tra scienza e arte – questo numero della rivista esplora come possiamo fare silenzio e prestare attenzione, aprire dei varchi nelle fessure del nostro essere, attraverso i quali ascoltare le storie che l’altro racconta per noi e con noi, da migliaia di millenni.

    Alice Benessia ha una formazione ibrida in fisica teorica, filosofia della scienza e arti visive. Nel 2017, ha fondato Pianpicollo Selvatico, centro di ricerca rurale al confine tra arte, ecologia profonda e convivenza interspecifica. Diventato Fondazione nel 2022, Pianpicollo Selvatico è oggi la sua casa, luogo di ricerca e pratica quotidiana. Nel suo lavoro, utilizza la fotografia, la scrittura e il dialogo come veicoli di presenza. Dal 2017, cura il programma annuale Pianpicollo Research Residency, nel quale artisti e altri ricercatori lavorano insieme, alla radice della loro ricerca, in collaborazione con la comunità di umani e non umani di Pianpicollo. Dal 2021, coordina la partnership di Pianpicollo Selvatico con il Consiglio Nazionale delle Ricerche nel progetto BRIDGES, una riflessione partecipata sull'etica della ricerca attraverso pratiche condivise di incontro con il suolo. Con le opere di Caretto/Spagna

  • Titolo: L'amore degli uomini soli Autore: Victor Heringer Traduttore: Vincenzo Barca Pagine: 168 Rilegatura: Brossura fresata Prezzo: 18,00 € Isbn 9788832107494

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    Romanzo finalista del Prêmio Rio de Literatura, del Prêmio São Paulo de Literatura e del Prêmio Oceanos. Nel calore stordente di un’estate di Rio de Janeiro degli anni Settanta, tra le mura di una villa borghese in un quartiere povero della città, Camilo vive protetto dai racconti ancestrali della domestica Maria Aína e dalle cure distratte di una famiglia in procinto di cambiare per sempre la propria storia. Quando il padre, medico negli anni della dittatura, porta a casa Cosme, un ragazzo mulatto dalle origini sconosciute, l’odio iniziale di Camilo presto si tramuta nel primo, accecante amore. La sua forza sconvolgente, interrotta da un evento di insensata brutalità, non mancherà di echeggiare nella sua vita di adulto per sfociare in una storia violenta, lirica e struggente quanto quella lontana estate di impossibile tenerezza.

    Victor Heringer è nato a Rio de Janeiro nel 1988 ed è scomparso nel 2018, pochi mesi prima di compiere trent’anni. Per il suo romanzo d’esordio, "Gloria" (7Letras, 2012), ha ricevuto il premio Jabuti, il più alto riconoscimento della letteratura brasiliana. Il suo secondo romanzo, "O amor dos homens avulsos", è stato finalista del Prêmio Rio de Literatura, del Prêmio São Paulo de Literatura e del Prêmio Oceanos.

    «Heringer ha avuto poco tempo da vivere, ma ha segnato un’intera generazione di scrittori e lettori». O Globo «L’opera che Victor Heringer lascia dietro di sé è sufficiente a collocarlo tra i grandi nomi della letteratura brasiliana contemporanea». Scothilia «Quando si legge qualcosa di nuovo in modo tanto genuino è difficile descriverlo, perciò spesso ci si accontenta di paragoni – e tuttavia, "L’amore degli uomini soli" è davvero un romanzo unico. È geniale come Cortázar o Nabokov, ellittico come Grace Paley, divertente come Donald Barthelme. Non appena lo si finisce di leggere, il desiderio è quello di incontrare subito il giovane che l’ha scritto, stringergli vigorosamente la mano e congratularsi con lui per l’inizio di una brillante carriera. Ma Victor Heringer non c’è più. Ha lasciato questo splendido libro dietro di sé». Zadie Smith «La sua accurata comprensione della lingua, che dimostra un’idea completa di ritmo e sonorità che sembra quasi intuitiva, rivela una voce che manca anche agli autori più esperti». Folha de São Paulo
  • Titolo: Morte nel bosco e altri racconti Autore: Amparo Dávila Traduttrice: Giulia Zavagna Pagine: 288 Rilegatura: Brossura fresata Prezzo: 19,50 € Isbn 9788832107487

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    Il secondo e conclusivo volume che include tutti i racconti ancora inediti in Italia della celebre reina del cuento fantástico. Boschi che promettono l’oblio, biglietti per destinazioni infinitamente lontane, seduzioni profonde e distruttive: la grande scrittrice di Zacatecas con mano febbrile conduce i suoi protagonisti sull’orlo del precipizio, facendoli smarrire in labirinti ingannevoli la cui sola uscita sembra essere il risveglio da un incubo senza nome. Un’esplorazione della psiche umana e un viaggio nelle profondità della percezione che lasciano intatto il dubbio che l’inquietudine sia la sola costante dell’esperienza umana e l’unico modo per sfuggirle sia abbracciarla senza riserve, seguendo l’eco delle sacerdotessa delle infinite possibilità del perturbante.

    Amparo Dávila è nata in Messico nel 1928 ed è scomparsa il 18 aprile 2020. Consacrata come una delle più grandi maestre messicane del racconto, è stata insignita del premio Xavier Villaurrutia nel 1977 e della Medalla Bellas Artes nel 2015. Nel 2020 Safarà Editore ha pubblicato "L’ospite e altri racconti" che, insieme al presente volume, completa il corpus delle opere della scrittrice.

    «Le opere di Amparo Dávila sono uniche nella letteratura messicana. Non c’è nessuno come lei, nessuno con la sua complessità e la sua capacità d’introspezione». Elena Poniatowska «Straordinaria». Julio Cortázar «Difficile sottrarsi a un fascino così sottile, fatto di una prosa sem- plice eppure capace di catturare fino allo scopo. Che non è la paura, bensì un’angoscia rafforzata dallo sconcerto». Valerio Evangelisti, Tuttolibri della Stampa «È il momento di riscoprire questa grande autrice messicana, regina del cuento, signora del fantastico e dell’incubo quotidiano». Cristina Taglietti, Sette del Corriere della Sera «Bellissima maga in foto, proprio come la Maga della Rayuela cortázariana, tassello mancante nella galassia sudamericana femminile novecentesca, insieme a Silvina Ocampo e a Clarice Lispector». Antonella Cilento, La Repubblica «Lungamente ignorata da critici e editori, Amparo Dávila è scompar- sa con la consapevolezza di aver raggiunto nell’estrema vecchiaia un riconoscimento unanime e un pubblico ben più vasto della ridottissima cerchia di appassionati lettori che ne custodivano i libri come reliquie». Francesca Lazzarato, Alias del Manifesto
  • Titolo: Gentiluomini dell'Ovest Autore: Agnes Owens Traduttore: Anna Mioni Pagine: 160 Rilegatura: Brossura fresata Prezzo: 16 € Isbn9788832107548

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    «Agnes Owens è la più ingiustamente trascurata di tutte le scrittrici scozzesi. Il perché mi è sconosciuto». Alasdair Gray Gentiluomini dell’Ovest è il primo romanzo pubblicato da Agnes Owens nonché l’opera che la introdusse nel circolo dei letterati scozzesi. Romanzo corale costituito da una serie di episodi tra loro connessi, l’opera narra le vicende di Mac, muratore ventiduenne che fatica a sbarcare il lunario nel- la Glasgow degli anni Ottanta. Esilarante parabola sulla povertà di mezzi e la ricchezza di spirito, Agnes Owens celebra la classe lavoratrice scozzese in un ritratto umoristico e spesso tagliente nella sua mirabile precisione, capace di rivelare l’immancabile unione di dramma e commedia in ciascuna delle avventure dell’eroe di questo romanzo così come nella commovente, avvinazzata, indimenticab le umanità che lo circonda.

    Agnes Owens è nata nel 1926 a Milngavie, nella Scozia sud-occidentale, ed è scomparsa nel 2014 a Vale of Leven. È stata scrittrice, operaia, addetta alle pulizie e dattilografa. I suoi libri includono People Like That e For the Love of Willie, selezionato per lo Stakis Prize nel 1998. I suoi racconti sono apparsi insieme a quelli dei suoi amici e colleghi autori James Kelman e Alasdair Gray in Lean Tales.

    «I tratti distintivi di Agnes Owens sono l’ironia schietta, l’imperturbabile umorismo scozzese e la pragmatica insistenza nel dipingere la surrealtà insita nella normalità delle vite della maggior parte di noi» Ali Smith «Gentiluomini dell’Ovest è più di uno spaccato sociale su cui d vremmo sbattere il naso, è un’opera d’arte. Il suo umorismo non scaturisce né dalla violenza né dall’ubriachezza che Mac dà per scontate e che cerca di evitare, bensì dai fraintendimenti della gente perlopiù rispettabile – l’essenza della commedia da Sogno di una notte di mezza estate a What Ho! Jeeves». Alasdair Gray, Scottish Review of Books «La sua prosa esalta l’umorismo pungente nelle vite dei personaggi in bilico tra farsa e tragedia... Owens è un regalo per il mondo urbano scozzese». Observer «Una scrittrice di genio. La sua prosa è unica; limpida e calma... innegabilmente divertente. Il suo umorismo nero e la sua penetrante capacità di osservazione ricordano Muriel Spark». The Guardian
  • Titolo: Corteo di ombre. Il romanzo di Tamoga Autore: Julián Ríos Traduttore: Bruno Arpaia Pagine: 128 Rilegatura: Brossura fresata Prezzo: 16 € Isbn9788832107395

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    Nella sua prima traduzione italiana firmata da Bruno Arpaia, l’“esordio” rimasto a lungo inedito del celebre scrittore spagnolo. «Era giunto il momento che il pubblico italiano conoscesse uno scrittore come Julián Ríos, che con questo “romanzo di racconti”, dalla scrittura nitida e inquietante, ci fa immergere nell’atmosfera di un paese come tanti, ma pieno di minacciose ombre del passato». Bruno Arpaia Alla fine degli anni Sessanta, Julián Ríos iniziò a lavorare a quello che sarebbe stato il suo primo romanzo, ma temendo che non avrebbe superato la severa censura spagnola sotto la dittatura di Franco, decise di non presentarlo a nessun editore. Presto distratto da quello che sarebbe stato il suo progetto più grandioso, il manoscritto fu messo da parte e dimenticato, finché l’autore non l’ha ritrovato quasi cinquant’anni dopo, intatto nella sua forza. "Corteo di ombre" è una ballata intrisa di storie indimenticabili il cui epicentro è una suggestiva evocazione della Galizia, tra le mura immaginarie di Tamoga: una città di confine, custode di gelosie e rancori, luogo di rappresaglie e vendette tramandate di generazione in generazione, teatro delle infinite varianti dell’odio e dell’amore.

    Julián Ríos (Vigo, Spagna, 1941) è considerato tra i più influenti scrittori spagnoli contemporanei. Dopo aver scritto due libri con Octavio Paz, Ríos ha pubblicato numerose opere di narrativa e saggistica acclamate dalla critica. "Corteo di ombre", scritto in epoca franchista e rimasto in un cassetto per lungo tempo, è stato pubblicato per la prima volta nel 2008.

    «Le opere di Julián Ríos sono molto importanti... un’assimilazione della tradizione più radicale». Octavio Paz «Julián Ríos è tra gli scrittori più inventivi e fantasiosi della lingua spagnola». Carlos Fuentes «Proveniente dalla tradizione letteraria che ha creato il Finnegans Wake e i romanzi di Arno Schmidt, Vladimir Nabokov e Italo Calvino, Ríos ha creato un’isola radicalmente personale nell’universo della letteratura». L.A. Times «Un autentico stregone». Kirkus Reviews
  • Titolo: Jagannath Autore: Karin Tidbeck Traduttrice: Cristina Pascotto Pagine: 176 Rilegatura: Brossura fresata Prezzo: 16 € Isbn9788832107050

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    Dall’autrice di "Amatka", la raccolta di racconti originariamente pubblicata da Ann e Jeff VanderMeer e celebrata da Ursula K. Le Guin e China Miéville. Vincitrice del Crawford Award e finalista per il World Fantasy Award 2013 «Jagannath è una raccolta di storie che ti terranno sveglio la notte: l’unione perfetta tra il fantastico e l’insolito». Wired Creature dalla nascita enigmatica, centralinisti in contatto con l’Inferno, immense donne avviluppate nei paradossi di un giardino senza tempo: questi sono solo alcuni dei protagonisti che abitano gli infiniti universi di "Jagannath", in cui accelerazioni futuristiche ed echi ancestrali convivono seguendo orbite inconsuete. Ciascuno di essi manifesta l’esistenza di mondi dalle leggi seducenti e impossibili che si riveleranno pienamente solo a una condizione: abituare gli occhi alla vista di tutto ciò che è pensabile – e perciò possibile.

    Karin Tidbeck vive e lavora a Malmö. La sua prima raccolta di racconti, Vem är Arvid Pekon?, è stata pubblicata in Svezia nel 2010, mentre il suo debutto in lingua inglese è avvenuto nel 2012 con "Jagannath", opera vincitrice del Crawford Award. Il romanzo "Amatka" (Safarà Editore, 2018) è stato finalista del Locus Award nel 2018.

    «Tranquillamente, intelligentemente, indicibilmente strane. Inquietanti e divertenti. Misteriosamente tenere. Queste storie sono meravigliose». Ursula K. Le Guin «Misurata e intensa, calma e singolare, Tidbeck, con le sue armonie impossibili, è una voce essenziale». China Miéville «Come nella miglior tradizione borgesiana, qualcosa di meraviglioso – e strano – accadrà se aprirai questo libro». NPR «"Jagannath" ti attira e ti converte alla sua follia onirica, lasciandoti infine la sensazione di sentirti più a tuo agio nel suo mondo che nel tuo». Unbound Worlds
  • Titolo: Animot. L'altra filosofia – numero dodici /2022 – Del potere. Della crudeltà Autore: AA.VV. Curatore: Bruno Milone Genere: Saggistica, natura, ambiente, rivista, animal studies, antispecismo Prezzo: 12 Isbn: 978-88-32107-41-8 Data di uscita: 1^ Luglio 2022

    Descrizione Con "Animot 12" si prosegue nell’impegno di porre in questione la definizione dell’umano, comune alla tradizione occidentale. L’obiettivo è quello di costruire una nuova prospettiva etica, che rimanda alla possibilità di vivere in un mondo in cui l’uomo non è l’unico custode, tutore e guardiano della natura, ma si trova sullo stesso piano, sia degli animali, sia potenzialmente delle realtà inanimate. La separazione dell’uomo dalla natura deve essere ancora affrontata e ridefinita ripensando radicalmente la storia umana come storia della sua animalità. La nuova etica cerca una declinazione del post-umano che giustifichi un rapporto paritetico con le altre specie animali, per pensare l’animale come proprio simile e coabitatore del mondo. Ma ciò comporta uno sforzo di ri-concettualizzazione del modo in cui la tradizione occidentale ha pensato la dicotomia uomo/animale.

    Bruno Milone è nato a Ostuni (BR) nel 1956. Laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi di Bari, insegna Filosofia e Storia al Liceo Elio Vittorini di Milano e Sociologia delle Migrazioni e Interazione sociale presso la SSML “P. M. Loria” di Milano. I suoi interessi sono prevalentemente nel campo dell’etica, del dialogo tra le culture e dei diritti umani. Ha pubblicato vari saggi tra i quali: Ideologia digitale: tra omologazione persuasione e critica (Universitas Studiorum, 2020), Le Migrazioni in Italia oggi (Viator, Milano 2017), Tolstoj e il rifiuto della violenza (Servi- tium, Milano 2010), Diritto e giustizia in Dostoevskij (Morlacchi, Perugia 2007), La dimensione etica del lavoro (Pisa-Roma, 2007). Con le opere di Patrick López Jaimes

  • Titolo: Dal fulmine la luce Autore: Marie-Claire Blais Traduzione: Federica Di Lella Genere: Narrativa Pagine: 240 Prezzo: 18 € Isbn9788832107432

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    Il secondo volume del celebre ciclo "Soifs", inaugurato con "La sete", firmato dalla scrittrice canadese, nella sua prima traduzione italiana.

    «Coraggiosa, violenta, abbacinata, Marie-Claire Blais è uno dei segreti inabissati della letteratura contemporanea». Claudia Durastanti, Tuttolibri Nel secondo volume del ciclo "Soifs", ancora una volta ambientato nella lussureggiante isola senza nome del Golfo del Messico, microcosmo in cui luce e oscurità si combattono senza trovare riposo, il lettore troverà molti degli iconici personaggi de "La sete", tra cui Renata, Carlos, Samuel, Mélanie, Mama e Vénus, ma conoscerà anche nuovi protagonisti tormentati dalla stessa sete di vita, giustizia e libertà: Jessica, giovane aviatrice sacrificata all’ambizione degli adulti, la Madonna delle buste – una Giovanna d’Arco dei tempi moderni visitata dalle voci sui marciapiedi di New York – e tutt’intorno una gioventù bollente, talvolta violenta, spesso solo ebbra di sensualità. "Dal fulmine la luce" mette nuovamente in scena il respiro apocalittico di una grande scrittrice del nostro tempo, un inno al fragile splendore della Terra e alla forza redentrice dell’arte, celebrazione dell’umanità nell'essere allo stesso tempo carnefice e salvatrice di sé stessa.

    Marie-Claire Blais (Québec, 5 ottobre 1939 – Key West, 30 novembre 2021) è stata una scrittrice canadese, autrice del celebre ciclo  "Soifs". Con la pubblicazione della sua prima opera, "La belle bête", nel 1959, viene salutata come una delle più importanti scrittrici della sua generazione. Nel corso della sua vita le vengono conferiti innumerevoli premi, tra cui il Prix Molson du Conseil des arts du Canada e il Prix du Gouverneur général, riconoscimenti che l’hanno consacrata ai vertici della letteratura contemporanea.

    «Tra le più grandi e originali scrittrici della nostra epoca». The New Yorker «Considerata un’erede di Virginia Woolf, è stata candidata al Nobel. Dagli anni Settanta in poi la sua scrittura è diventata sempre più impressionistica, “ellittica”, focalizzata sull’interiorità, fino al ciclo "Soifs": un racconto in dieci libri che scorrono come correnti in un oceano, le virgole come onde». Viviana Mazza, La Lettura «Blais ha scritto modestamente, generosamente, la Divina Commedia del nostro tempo». Le Devoir «Raramente un romanzo è stato così perfettamente fedele al suo tempo come i romanzi del ciclo "Soifs" firmati da Marie-Claire Blais». Libération «Con una scrittura e uno stile che echeggiano Roberto Bolaño tanto quanto Joyce, Proust e Virginia Woolf, un viaggio in una galleria di personaggi che ragionano sui fatti della vita e gli orrori del mondo». Tiziana Lo Porto, Il Venerdì
  • Titolo: Fra le tue dita gelate. Racconti fantastici Autore: Francisco Tario Traduzione: Raul Schenardi Genere: Narrativa Pagine: 232 Prezzo: 18 € Isbn9788832107449

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    "Fra le tue dita gelate", dedicato all’amata moglie Carmen Farell, il “mágico fantasma” che attraversa impalpabile il respiro di ogni pagina, è considerato all’unanimità il capolavoro di Francisco Tario, enigmatico protagonista della letteratura messicana del Novecento. Scritti con una prosa di inquietante bellezza, i racconti surreali, grotteschi e sensuali qui riuniti illuminano i varchi di accesso verso una dimensione altra che scorre parallela alla comune percezione, disseminando il testo di anticipazioni che solo i lettori più scaltri sapranno individuare e svelando, solo in parte, l’enigma della narrazione. Nascite mostruose, oceani voraci e amori chimerici: lo spirito avanguardistico di Tario avverte il lettore di trovarsi sul terreno sdrucciolevole tra la veglia e il sogno, tra l’incubo e il ricordo, e che il solo modo di uscirne è attraversarlo, facendo attenzione a non scivolare per sempre nel lato del possibile.

    Francisco Tario (Città del Messico, 9 dicembre 1911 – Madrid, 30 dicembre 1977) pseudonimo di Francisco Peláez, è stato uno scrittore, apprendista astronomo e calciatore professionista messicano. Considerato un outsider per non avere aderito né a correnti artistiche né a gruppi letterari, è oggi ritenuto una figura emblematica della narrativa fantastica latinoamericana. Spesso paragonato a Juan Rulfo per l’approccio radicalmente personale alla scrittura, tra i suoi temi favoriti c’è il limite sensoriale dell’umano nel percepire la vastità del mondo che lo circonda, territorio esplorato con sottile umorismo e una profonda attenzione verso l’insolito e il grottesco, coordinate che lo hanno allontanato dal tradizionalismo di molti dei suoi contemporanei, facendogli guadagnare lo status di scrittore di culto.

    L’opera qui presentata è dedicata all’amata moglie Carmen Farell che nel 1968, l’anno della sua prima pubblicazione, era scomparsa da appena un anno. Il titolo originale, Una violeta de más, è un’allusione a una preziosa lettera che lei gli aveva inviato, corredata da una viola.
    «Uno scrittore la cui figura è ancora intrisa di mistero». Alejandro Toledo, curatore di Francisco Tario. Antología «C’è sempre qualcosa nella letteratura di Francisco Tario che evoca lacrime imbalsamate e valzer notturni, angoscia esistenziale e romanticismo lunare. Tario è sempre stato un pellegrino senza locanda. Un instancabile viaggiatore dell’arcano che trascina con sé un’eco di sogni e risate». Mauricio González de la Garza «Come Bachelard, Tario è un sognatore; un sognatore di parole scritte, pieno di follia, chimere, sogni, ricordi d’infanzia, immagini in movimento». Esther Seligson «Gli scrittori di racconti messicani hanno in Tario uno dei loro rappresentanti più squisiti, stravaganti e atipici. Autore di un’opera immaginifica e inclassificabile, Tario è stato un’onda che è salita come la marea, fino a diventare una tempesta». Geney Beltrán, curatore della mostra per il centenario della nascita dell’autore «Francisco Tario ha sempre scritto fuori dal mondo letterario. Nella storia della letteratura spicca per la sua unicità, per il talento lirico, la stravaganza, il predominio dell’innovazione e l’altissima qualità estetica». La Jornada «Un autentico scrittore. Temo, però, che non lo faranno mai accademico. È un vero peccato, perché le accademie sono piene di fantasmi e lì Tario avrebbe un perfetto campo di sperimentazione». José Moreno Villa
  • Titolo: Una vita tra le nuvole Autore: Gerald Murnane Traduzione: Roberto Serrai Genere: Narrativa Pagine: 248 Prezzo: 18 € Isbn: 9788832107524

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    Dopo "Le pianure" e "Tamarisk Row", per la prima volta in traduzione italiana il secondo romanzo dello scrittore australiano favorito al Nobel per la Letteratura.

    Adrian Sherd è un adolescente nella Melbourne degli anni Cinquanta, gli ultimi anni prima che l’avvento della televisione cambiasse per sempre la forma dell’immaginazione. Timido e serio verso il mondo esterno, Adrian dentro di sé è tormentato in pari misura dal risveglio dei suoi ormoni e dalla devozione religiosa: sogna elaborate avventure erotiche con algide star del cinema americano e con pari fervore di sposare la sua fidanzata – una ragazza con cui condivide fugaci e struggenti sguardi sul treno – e di avere da lei undici figli, teorizzando persino una storia del mondo come cronaca della frustrazione sessuale dell’essere umano. "Una vita tra le nuvole" è tra le opere più sottilmente divertenti di Murnane: onesta e raccontata con profonda dolcezza, è un indimenticabile romanzo di formazione australiano e cattolico, ambientato in un’epoca non molto lontana in cui l’immaginazione era ancora un primario strumento di sopravvivenza.

    Gerald Murnane è nato a Melbourne nel 1939. Il suo romanzo d’esordio, "Tamarisk Row", è stato seguito da altre dieci opere di narrativa, tra cui l’acclamato "Le pianure". Vincitore di prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Patrick White Award, vive nel Victoria occidentale e non ha mai lasciato l’Australia in tutta la sua vita – né ha alcuna intenzione di farlo in futuro.

    «Gerald Murnane: Melbourne, classe 1939. Nessuno, tra i diciannove romanzi, racconti e saggi, gli otto premi vinti e la candidatura al Nobel, gli ha ancora restituito la luce che la sua scrittura cattura e sprigiona». Il Fatto Quotidiano «Murnane fa scaturire un’irresistibile commedia nella distanza che frappone tra quello che il suo eroe fa, e quello che il suo eroe sogna». The Guardian «L’eccezionale immaginazione di Murnane (e forse i paralleli con la sua educazione da ragazzino cattolico) si manifestano attraverso la storia esilarante e sincera dell’adolescente Adrian Sherd, la cui ordinaria vita familiare in un sobborgo di Melbourne degli anni Cinquanta è trasfigurata dalla sua stessa immaginazione selvaggia». Readings «"Una vita tra le nuvole" mi ha deliziato: una delle caratteristiche che ho amato di più è stata la capacità dell’autore di dire esattamente quello che è necessario – e non una sola parola di più». Sydney Morning Herald «Murnane fa ciò che vuole. Asciuga, accumula descrizioni mozzafiato, si muove allusivo... Uno scrittore impressionante». Il Foglio
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    Titolo: La ballata del guerriero Autore: Alasdair Gray Traduzione: Katia Bagnoli Genere: Narrativa Pagine: 208 Prezzo: 18 € Isbn: 9788832107081 Copertina: Alasdair Gray

    La versione obliqua di questo libro non è al momento disponibile.

    Ambientato nel 2220, "La ballata del guerriero" narra le vicende del guerriero Wat Dryhope, figlio del clan Ettrick, capo supremo del secolo: all’epoca dei fatti la Storia è giunta alla sua conclusione, famiglie e dinastie sono governate da un matriarcato illuminato e le guerre non sono che campionati tra squadre rivali, riservate all’intrattenimento marziale degli uomini. Tuttavia, quando il protagonista Wat deciderà di cambiare le regole del gioco ed entrerà in scena la conturbante Delilah Puddock, questo mondo utopistico non tarderà ad affrontare imprevedibili sconvolgimenti. Esilarante parabola e preziosa satira sui confini, sull’eros e sul militarismo, "La ballata del guerriero" segna un altro tassello imperdibile nel corpus delle opere del grande maestro scozzese.

    Alasdair Gray (Glasgow, 1934-2019) è stato un poliedrico scrittore, poeta e drammaturgo, nonché uno dei più grandi artisti scozzesi contemporanei. Tra le sue opere più celebri "1982 Janine" e "Lanark. Una vita in quattro libri": scritto in un periodo di quasi trent’anni e oramai considerato un classico della letteratura, è stato definito dal Guardian «uno dei pilastri della narrativa del XX secolo».

    Katia Bagnoli (Milano, 5 giugno 1956) è una traduttrice italiana. Tra le sue traduzioni più celebri, le opere di Isaac Bashevis Singer, Geoff Dyer, Jeffrey Eugenides, Henry Miller e Joyce Carol Oates.

    «Fantasista, realista, parodista, postmoderno; Alasdair Gray è diventato egli stesso una leggenda letteraria». Scotsman «Mentre favolosi racconti si dipanano come metafore politico-sociali, comprendiamo che" La ballata del guerriero" merita una categoria a sé stante». GQ «Una satira dei romanzi utopici... Il fantasy di Gray sui confini scozzesi si prende gioco di sé a proprie spese per esaminare in profondità i difetti insiti in un futuro che potrebbe persino funzionare... Incredibilmente divertente». Times Educational Supplement «"La ballata del guerriero" vede Gray nella sua forma più giocosa. I punti di riferimento sono dappertutto e aspettano solo di essere scoperti e assaporati: da Scott a Orwell al classico di fantascienza degli anni Settanta "Rollerball". Gray intesse tutto insieme per creare unintelligente curvatura della forma, e una lettura sfavillante». Big Issue «Siederei attorno a un fuoco ad ascoltare i racconti di Gray ogni notte». The Time
  • Titolo: Animot. L'altra filosofia – numero undici /2021 – L'arte per l'altro, ancora (Vol.2) Autore: a cura di Gabi Scardi e Valentina Avanzini Genere: Saggistica, natura, ambiente, rivista, animal studies, antispecismo Isbn: 978-88-32107-09-8 Uscita: Dicembre 2021

    Descrizione "L'arte per l'altro, ancora vol. 2" è un secondo numero della rivista di studi critici Animot incentrato sul modo in cui l'arte, oggi, guarda al rapporto tra l'essere umano e gli altri animali. Esiste infatti un grande numero di artisti che si interessa al tema degli animali, e li assume come filtro attraverso il quale confrontarsi con temi chiave del discorso pubblico e stimolare una nuova percezione delle diverse forme di vita. Porre al centro dell’opera l’elemento destabilizzante dell’animalità significa scardinare le abitudini linguistiche, relazionali, le retoriche e le convenzioni relative alla bellezza, all'abilità, al successo; e aprirsi a un dialogo profondo, indicando la possibilità di un nuovo approccio nei confronti dell’alterità.

    INDICE: Introduzione di Gabi Scardi e Valentina Avanzini

    If I were you di Maria Papadimitriou

    "Noi": siamo qui insieme, non siamo la stessa cosa di Rosi Braidotti

    Storia di un abbraccio (fra specie) Petrit Halilaj intervistato da Gabi Scardi

    Danzare attraverso. Dialoghi interspecie negli Zoo Mantras di Simone Forti Simone Forti intervistata da Maria Paola Zedda

    Intervista con Diana Thater Diana Thater intervistata da Lynne Cooke

    The difference between a bird and a plane di Laura Malacart Come posso camminare/nuotare/volare lontano con te? Yolande Harris intervistata da Roberta Perego Cani lenti Franco Vaccari intervistato da Luca Panaro Aprire un cancello John Berger Wurmkos Animale

    Gabi Scardi è storica dell’arte, curatrice di arte contemporanea. Docente presso Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e IED, Milano. Direttrice artistica nctm e l'arte, presidente associazione NAHR – Nature, Art & Habitat Residen- cy. A partire dal 2021 è co-direttrice della rivista Animot, di cui ha curato il volume numero X. Da sempre impegnata in progetti pubblici e sul territorio e interessata a temi dell’interdipendenza e della cura. Fa riferimento a istituzioni italiane e internazionali per cui cura mostre e progetti. Tra le pubblicazioni: Paesaggio con figura: Arte, sfera pubblica, trasformazione sociale, ed. Allemandi, 2011; Il Teatro Continuo di Alberto Burri, ed. Corraini, 2015.Tra gli esiti del suo interesse per il tema degli animali: Maria Papadimitriou, Why Look at Animals? Agrimikà, Padiglione Greco, Biennale di Venezia, 2015.

    Valentina Avanzini ha studiato Lettere Moderne presso l’università di Pavia e Arti Visive e Studi Curatoriali presso la Naba di Milano. Scrive per diverse riviste di arte e cultura come Artribune, art a part of cult(ure), Hotpotatoes e Birdmen. Attualmente lavora come coordinatrice progetti per la Fondazione Antonio Ratti. A partire dal 2021 co-dirige Animot.

  • Titolo: Gli Ancestrali Autore: Brian Catling Traduzione: Massimo Gardella Genere: Narrativa Pagine: 440 Prezzo: 25,00 € Isbn versione cartacea: 9788832107401

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    L'eco della foresta senza fine riecheggia nuovamente nel secondo volume della celebre trilogia fantasy. «Erano rinnegati, risvegliatisi dopo avere dormito un sonno troppo profondo durante il quale avevano intessuto fili e sedimenti dei sogni. Sognavano di tornare a essere angeli, o ancora peggio: uomini». «Un’abbacinante avventura psichedelica... ferocemente surreale». The Guardian
    Nelle viscere del Vorrh nuovi e singolari accadimenti destano la preoccupazione di coloro che abitano al limitare delle sue immense vastità, e oltre. A Londra e in Germania creature indefinibili si stanno risvegliando dopo un lungo sonno popolato di sogni e incubi pronti a unirsi alla sostanza della realtà: sono gli Ancestrali, gli angeli che non sono riusciti a proteggere l'albero della conoscenza, e il loro risveglio fa sussultare il respiro dell’antica foresta. Poco lontano, la città coloniale di Essenwald è preda del caos perché i Limboia, gli unici capaci di estirpare dal Vorrh il legname capace di nutrirla, sono scomparsi nelle profondità della foresta. Un gruppo di specialisti viene inviato per trovarli: guidati dall'ex ciclope Ishmael valicano i suoi confini, mentre un suo antico guardiano osserva e tesse la più tremenda delle vendette.Nel frattempo, in un villaggio, una bambina meticcia viene trovata in una casa sperduta: le sue origini sono sconosciute e manifesta poteri al di là della sua stessa comprensione. Il conflitto oramai sembra inevitabile perché il passato e il presente, l'umano e l'inumano sono in rotta di collisione, e il Vorrh sarà lo scenario di un epico scontro di forze. Tessendo ancora una volta il reale e il possibile, Gli Ancestrali evoca personaggi storici come William Blake e luoghi come il Bedlam Asylum, popolando il suo mondo di creature immaginifiche in un romanzo di rivelazioni e nascondimenti, nascite e sepolture, irrinunciabile proseguimento della magnifica e vasta impresa inaugurata nel primo capitolo della trilogia Vorrh.
    Brian Catling è nato a Londra nel 1948. Poeta, scultore, pittore e artista performativo, realizza installazioni e dipinge ritratti di ciclopi immaginari. Tra le sue opere più famose si annovera il celebre memoriale per la Torre di Londra. Catling ha tenuto mostre personali in prestigiose gallerie europee ed è membro del Linacre College, professore emerito presso la Ruskin School of Art dell'Università di Oxford, nonché Accademico della Royal Academy of Arts. Gli Ancestrali è il secondo capitolo dell’acclamata trilogia Vorrh.
    Massimo Gardella (Milano, 1973) è scrittore e traduttore di oltre sessanta opere, tra cui il monumentale "Jerusalem" di Alan Moore (Rizzoli Lizard, 2017). Tra le sue opere "Il male quotidiano" (Guanda, 2012) e "Chi muore prima" (Guanda, 2013) entrambi finalisti al Premio Scerbanenco. Ha inoltre pubblicato articoli e racconti per quotidiani e riviste tra cui “Il Fatto Quotidiano”, “Il Corriere della Sera”, “La Stampa” e “Doppiozero”.
    «Epico... emotivamente avvincente... onirico. Catling intreccia una narrazione alternativa della storia con la creazione di nuovi miti, in un insieme che toglie il fiato». NPR «Gli Ancestrali di Brian Catling, come le opere di Mervyn Peake, è al di fuori di qualsiasi genere. Il capitolo centrale, costituito da tre piani distinti, è persino meglio di Vorrh, il volume che lo ha preceduto. La trama è complessa, monumentale, avvincente e colma di immagini indimenticabili. Se vi è piaciuto Tito di Gormenghast, lo splendido romanzo di Catling è probabilmente quello che fa per voi». The New Statesman «Gli Ancestrali si delizia del suo status di iato tra Genesi e Apocalisse, applicando il gioco di prestigio che fanno molti dei migliori libri centrali delle trilogie. William Blake fa la sua apparizione, così come il teatro yiddish, le ghigliottine, le radio che trasmettono dal futuro, le premonizioni della Shoah a Brick Lane e una soffiata a mezza voce sullo Squartatore». The Guardian «Il Vorrh è l’epicentro di tutta la narrazione: la gigantesca foresta che vive di ricordi e divora la memoria degli uomini, avvolta da strati di congetture; un crocevia di misteri, un vortice mitologico, un attratore strano (come direbbero i fisici e i matematici), fatto di leggende e paure, cruento e sensuale». Blow Up
  • Titolo: "Planisfero delle fiabe. Un viaggio in realtà aumentata nelle fiabe più lontane del mondo" Autore: AA.VV Illustrazioni e animazioni: joDorsi Musica e sound design: Økapi – Filippo E. Paolini Collana: Cartaviglie Formato: puzzle in realtà aumentata con audiolibro – 48x68 cm da 24 pz Prezzo: 24,50 € Isbn: 9788832107135 Età: Non adatto a bambini di età inferiore a 36 mesi 

      Le fiabe sono infinite e spesso ben nascoste nei luoghi più remoti del mondo: il "Planisfero delle fiabe" ne ha raccolte alcune tra le più affascinanti, tramandate nei secoli dai popoli più misteriosi, racchiudendole nelle tessere del suo puzzle. Per scoprirle, non dovrai fare altro che giocare! Segui le istruzioni e accedi a moltissimi contenuti in realtà aumentata: all’interno troverai l’audiolibro di ciascuna fiaba accompagnato da musiche originali e magnifiche animazioni che sapranno trasportarti nelle sconfinate distese dei Nativi nordamericani, nelle vaste dune di sabbia con gli Aborigeni australiani, sulla Luna con i Maori, lungo le montagne dorate degli Aztechi e in moltissimi altri luoghi avventurosi insieme a indimenticabili compagni di viaggio. È ora di mollare gli ormeggi e di fare un bel respiro: le fiabe sono pronte a raccontarsi. Un gioco divertente da soli, in classe o in famiglia, per un apprendimento interattivo all’insegna della narrazione, dell'ascolto e della multiculturalità.
     

     

    Attivare i contenuti in realtà aumentata è facile!  Inquadra il QR code nella scatola e seguire le istruzioni.
    Attenzione: per la fruizione dei contenuti in realtà aumentata è necessario disporre di uno smartphone o di un tablet dotato di telecamera posteriore e di una connessione Internet stabile e veloce.
     

  • Titolo: "Il figlio della fortuna" Autore: Tsushima Yūko Traduzione: Maria Teresa Orsi Genere: Narrativa Pagine: 208 Prezzo: 18,00 € Isbn versione cartacea: 9788832107074

    Se si desidera ricevere la copia obliqua si prega di contattare info@safaraeditore.com in riferimento all'acquisto. Le copie oblique saranno disponibili fino ad esaurimento scorte.

      Una speciale edizione a cura di Maria Teresa Orsi del classico della letteratura giapponese moderna, tra i più celebri esempi dello shishōsetsu, il “romanzo dell’io”. «Un romanzo formidabile». Angela Carter «Il figlio della fortuna celebra sottilmente le donne che non si conformano, come l’autrice stessa: un romanzo ispiratore, di grandissima bellezza e profondità». The Japan Times
    «Un’essenziale rivisitazione della condizione della maternità». The Asia-Pacific Journal
    Kōko, insegnante di pianoforte part-time e madre single di una figlia che disapprova le sue scelte, avverte con turbamento dentro di sé i segnali di una gravidanza non pianificata. Il germogliare della nuova vita, l'eco del passato e il susseguirsi di eventi fuori dal suo controllo la spingono a intraprendere un viaggio al limitare tra la coscienza e il sogno che la condurrà all’indimenticabile rivelazione finale – dopo la quale Kōko proclamerà il suo silenzioso trionfo in un’insurrezione contro qualsiasi norma, riconquistando un terreno di autentica fertilità nel radicale atto di fedeltà verso sé stessa.

     

    Tsushima Yūko (Tokyo, 30 marzo 1947 – 18 febbraio 2016) è stata una celebre scrittrice, saggista e critica letteraria giapponese. Figlia di Dazai Osamu, acclamato e controverso scrittore del Giappone postbellico, è annoverata tra le grandi autrici giapponesi del Novecento. Le sue opere, tra cui spiccano Il figlio della fortuna (Chōji) e Hikari no ryōbun, hanno vinto prestigiosi riconoscimenti tra cui il Kawabata Yasunari Literature Prize e il Noma Literary Prize.

    «La scrittrice riesce ogni volta a rielaborare e ad ampliare la sfera del “romanzo privato”, moltiplicando in ogni singola opera l'immagine di quel “sé” che dovrebbe essere il nucleo della storia, diversificandone le esperienze al di là della sostanza di fondo e lasciando spazio all'immaginazione nella duplice dimensione del sogno individuale e della fantasia collettiva che si esprime attraverso miti e leggende». Dalla prefazione di Maria Teresa Orsi «Una melodia che non ha smesso di risuonare per quasi quattro decadi, e che continuerà a echeggiare lungo i territori infiniti del presente». The Asia-Pacific Journal «Tsushima ha lasciato la sbalorditiva eredità di una prosa stilisticamente unica e liricamente feroce, i cui protagonisti sono sempre individui spinti ai margini della società». The Japan Times
     

  • Titolo: L'azione Autore: Sara Mannheimer Traduzione: Deborah Rabitti Genere: Narrativa Pagine: 216 Prezzo: 18,00 € Isbn versione cartacea: 9788832107364

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    «Un libro che confonde e incanta, da leggere e rileggere». Eva Ström, Sydsvenskan Una donna vaga per le stanze della sua casa, affascinata prigioniera di un’immensa biblioteca che contiene una collezione completa della letteratura di tutti i tempi. Le stanze ricolme di lussureggianti scaffali si susseguono infinite, i dorsi dei libri rivolti contro di lei: un luogo spaventoso e invitante. Magia e realismo si intrecciano nella scrittura poetica e leggera di Sara Mannheimer, che riesce a rappresentare la fragilità spesso ben celata della vita quotidiana cancellando il confine sottile tra realtà e immaginazione in una prosa che dispiega il potenziale di infiniti universi narrativi. Sarà infine il dolore segreto della protagonista a essere la chiave di interpretazione del suo ostinato e furioso leggere: le linee nette tra vita e finzione diverranno sempre più sfocate, per aprirsi infine alle possibilità più indisciplinate e sorprendenti del connubio tra vita e letteratura.

     

    Sara Mannheimer è cresciuta a Göteborg e vive a Stoccolma. Insieme all'attività di scrittura gestisce la vEtreria Stockholm Heta Glas. Nel 2012 l’acclamato Come Rushing, opera sperimentale di teatro e danza a cui ha collaborato con la coreografa Birgitta Egerbladh, è andata in scena allo Stockholms Stadsteater. Il suo primo romanzo Reglerna ha vinto il Premio Borås Tidnings per il miglior debutto. L’Azione si è aggiudicato il Premio europeo per la letteratura, consacrando Sara Mannheimer tra le scrittrici svedesi più eclettiche e riconosciute dalla critica.
    Deborah Rabitti ha tradotto numerose opere dalla lingua svedese tra cui Tio över ett di Ann-Helén Laestadius (EDT/Giralangolo), Condiments di Caroline Dafgård Widnersson (Guido Tommasi), Ramen di Tove Nilsson (Guido Tommasi), Vi odlar smultron di Sarah Vegna e Astrid Tolke, (Settenove). Dalla lingua norvegese ha inoltre tradotto Tråder di Torill Kove (EDT/ Giralangolo). 

    «L’Azione mi infonde un immenso desiderio di leggere e di vivere».  Ulrika Knutson, Sveriges Radio «Un esilarante turbinio di riflessioni e ragionamenti». Ann Lingebrandt, Helsingborgs Dagblad «L’Azione non contiene solamente azione ma anche umorismo, sguardi laterali, una varietà di ambienti e una profonda introspezione». Westling, Aftonbladet «Sara Mannheimer ha indubbiamente una voce del tutto singo- lare, con un umorismo assurdo e personaggi irripetibili che ricordano da vicino quelli della scrittrice ucraino-brasiliana Clarice Lispector». Amanda Svensson, Expressen
    «Un romanzo di formazione sulla battaglia di una donna per ampliare il proprio linguaggio e con esso il proprio mondo. Il suo linguaggio accosta l’aulico al quotidiano, i termini eruditi ai cliché e, soprattutto, l’ironia alla più candida ingenuità. Nel leggere questo libro profondamente serio sono stata ripetutamente colta da attacchi di allegria». Ingrid Elam, Dagens Nyheter

  • Titolo: ll volto rosso di Buddha Autore: Eduardo Duran, a cura di Auro Basilicò Traduttore: Mauro Marra Genere: Saggistica, antropologia Pagine: 232 Isbn: 9791280277091 Uscita: settembre 2021

    Descrizione Le terapie che il protagonista, psicologo in una clinica per nativi nell’impervio Nuovo Messico, prescrive ai suoi pazienti, non sembrano efficaci. Nonostante le sue cure, la comunità è straziata da abusi e dipendenze che non sembrano né curabili né comprensibili con gli strumenti della tradizione occidentale. Tuttavia, presagi, sogni e incontri che sembrano avvenire con la forza di un destino già scritto non tarderanno a indicargli la via verso una possibilità più profonda e ancestrale di guarigione, dove lui stesso sarà chiamato a giocare un ruolo fondamentale sotto la guida dell'indimenticabile Tarrence – figure iniziatica che trascinerà il lettore nel cuore della saggezza indigena e di riti che sembravano perduti. Attraversando il tempo del sogno il protagonista affronterà il nocciolo radioattivo del male più puro in un tentativo di ristabilire equilibri perduti, consapevolezza e soprattutto amore verso tutto ciò che è vita, sollevando la spessa coltre dell’illusione che avvolge la vita di noi tutti.

    Eduardo Duran vive nel Nuovo Messico e da oltre vent’an- ni presta servizio nelle comunità native in qualità di psicologo clinico, integrando la pratica delle cerimonie native nei suoi percorsi terapeutici. La sua opera Native American Postcolonial Psychology è ormai divenuta una pietra miliare ed è entrata nei programmi dei maggiori atenei internazionali dedicati allo studio della psicologia post-coloniale.

    «Il volto rosso di Buddha è una lettura eccezionale. Eduardo Duran rac- conta una storia avvincente, illuminando quelle verità che trascendono il tempo e la cultura anche mentre esplora i loro misteri». Joseph Goldstein, autore di One Dharma Eduardo Duran ci porta in un viaggio di saggezza, umana speranza e com- passione. Ci ricorda che tutti possediamo la capacità di trovare la verità, se solo ascoltiamo la nostra voce interiore e i tanti antenati che hanno percorso il cammino della verità e della libertà. Ci ricorda l’interconnes- sione della condizione umana con tutte le cose viventi e non viventi. Ci chiede di avere fiducia e di considerare sacri gli insegnamenti indigeni del passato, quelli elaborati da saggezze antiche che hanno superato la prova del tempo». Derald Wing Sue, autore di Overcoming Racism: The Journey to Liberation «Non può sorprendere che, dopo avere servito gli Stati Uniti d’America a bordo di un sottomarino nucleare, essere diventato psicologo e avere a lungo lavorato per aiutare i nativi americani del sud-ovest a superare gli effetti del trauma post-coloniale, Eduardo Duran abbia trovato il modo di dichiarare la sua opposizione alle armi atomiche e la sua profonda vicinanza alle tradizioni sciamaniche dei suoi antenati con un romanzo». Massimiliano Galanti, storico

  • Titolo: A/metà Autore: Jasmin B.Frelih Traduzione: Michele Obit Genere: Narrativa Pagine: 361 Prezzo: 21,00 € Isbn versione cartacea: 978-88-32107-12-8

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    Se si desidera ricevere la copia obliqua si prega di contattare info@safaraeditore.com in riferimento all'acquisto. Le copie oblique saranno disponibili fino ad esaurimento scorte.

    «Una narrazione di attualità con una stilizzazione deliziosamente sperimentale... A/metà ha decretato Frelih come una delle stelle emergenti della letteratura slovena». World Literature Today È il 2036, venticinque anni dopo l’avvento della Grande Cacofonia che ha distrutto la rete di comunicazioni globale inaugurando l'era post-Internet. In un mondo incerto sulla soglia del tempo che ospita le vestigia di passato, presente e futuro – dove in rigogliosi boschi sloveni ci si imbatte nei corpi di soldati austroungarici mentre a Edo conturbanti cyborg vengono assunti come agenti teatrali – tre vecchi amici, Zoja, celebre poetessa trapiantata a Brooklyn, Evan, geniale regista teatrale allo sbando, e Kras, ex ministro della Guerra, saranno destinati a incontrarsi riannodando i fili interrotti delle loro esistenze in una narrazione esilarante e gioiosamente anarchica capace di evocare con occhio profetico una possibilità del nostro più imminente futuro.

     

    Jasmin B. Frelih è nato a Kranj, in Slovenia, nel 1986 e ha studiato comparatistica, teoria e storia della letteratura presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Lubiana. Il suo primo romanzo A/metà (Na/pol) è stato accolto con grande entusiasmo di critica e lettori, aggiudicandosi il premio per il miglior debutto letterario della Slovenian Book Fair e il prestigioso European Union Prize for Literature. L’opera è sta- ta inoltre finalista del Premio Kresnik ed è stata tradotta in oltre dieci lingue. Dopo A/metà l’autore ha pubblicato una raccolta di racconti, Ideoluzije, e una di saggi, Bleda Svoboda, vincendo con quest’ultima il premio Marjan Rožanc per la migliore pubblicazione di saggistica. Suoi racconti, saggi e traduzioni di autori americani compaiono nelle principali riviste letterarie slovene tra cui Sodobnost, Literatura e Dialogi. Nel 2021 il suo secondo romanzo, Piksli, è stato pubblicato dalla casa editrice Beletrina di Lubiana.
    Michele Obit (Ludwigsburg, 1966) vive a San Pietro al Natisone (Udine). Ha pubblicato le raccolte poetiche Notte delle radici (1988), Per certi versi / Po drugi strani (1995), Epifania del profondo / Epiphanje der Tiefe (Austria, 2001), Leta na oknu (2001), Mardeisargassi (2004) Quiebra-Canto (Colombia, 2004), Le parole nascono già sporche (2010), Marginalia/Marginalije (Lubiana, 2010) e la plaquette Un uomo è anche un aratro (2015). Ha tradotto in italiano i più importanti poeti sloveni delle giovani generazioni e scrittori come Brane Mozetič, Miha Mazzini, Aleš Šteger, Florjan Lipuš e Boris Pahor.  

    «L’opera possiede un tono spettrale ed etereo che sarà apprezzato dai lettori alla ricerca di rompicapi ingegnosi». Publishers Weekly «La miscela di antiche e nuove tecnologie si traduce in un romanzo speculativo e filosofico dalle atmosfere uniche». Words Without Borders «Il tono è di volta in volta poetico, satirico, ironico e apocalittico, virando nella sua conclusione verso il caos surreale. È questo stile a rendere eccezionale il romanzo di Frelih». iLiteratura.cz «A/metà è una soverchiante visione del futuro... e mostra un eccezionale scrittore al lavoro». De Standaard
    «Un romanzo che ripaga un'attenta lettura per le scene brillanti, per i suoi personaggi credibilmente imperfetti e per la sua arguzia secca, talvolta spietata». SFX «Un’esperienza di lettura da capogiro... Come una sessione di surf a rotta di collo capace di tenervi incollati allo schermo fino alle prime ore del mattino con un mix di stili, toni, prospettive e significati in grado di darvi dipendenza». Bruzz

  • Titolo: Il peso delle cose Autore: Marianne Fritz Traduzione: Giovanna Agabio Genere: Narrativa Pagine: 136 Prezzo: 16,5 € Isbn versione cartacea: 978-88-32107-57-9

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    Per la prima volta tradotto in italia, il più celebre romanzo della scrittrice di culto austriaca vincitore nel 1978 del premio Robert Walser. «Un’opera singolare, davanti alla quale non si può fare altro che stare in piedi, come un devoto musulmano davanti alla Kaaba». Elfriede Jelinek «Il romanzo inizia in modo semplice e delicato per poi addentrarsi nella più cieca oscurità. Un piccolo, sconvolgente capolavoro».  Brian Evenson Il peso delle cose grava sulle spalle di Berta Schrei, giovane donna austriaca immersa nelle paludi del secondo dopoguerra: le pareti domestiche incombono su di lei mentre inquietanti epifanie e banali malvagità la conducono lentamente verso il centro del maelström dove si cela l'orrore più grande di tutti – un vortice furioso alimentato dal peso di colpe individuali e collettive che non tarderanno a sprigionare tutta la loro indicibile forza.
    Romanzo vertiginoso ed elusivo, "Il peso delle cose"  fu l'opera che rivelò il talento di Marianne Fritz e la pericolosità dei demoni sottaciuti di una nazione, di un'epoca e dell'umano stesso.

     

    Marianne Fritz nacque nel 1948 a Weiz, in Austria, e visse gran parte della sua vita in un piccolo appartamento del 7° distretto di Vienna. Nel 1978 la pubblicazione de "Il peso delle cose" le valse un’immediata fama letteraria e il prestigioso Premio Robert Walser. La pubblicazione dell’opera segnò l'inizio di un imponente progetto sperimentale conosciuto come "Die Festung", che le valse lo status di scrittrice di culto e ammiratori come Elfriede Jelinek e W.G. Sebald. Nel 2001 le è stato assegnato il Premio Franz Kafka e al momento della sua morte, avvenuta a Vienna nel 2007, l'autrice era impegnata nella stesura della sua sconfinata impresa letteraria.

    «Scritta con un tono incalzante che cela la sua meta finale, questa storia dell’orrore a lenta combustione entra silenziosa e metodica nel cuore oscuro di una famiglia... La guerra infesta questo romanzo, aumentando il peso delle cose e delle malvagità quotidiane che Fritz disseziona con altissimo ingegno».  New York Times «L’auscultazione poetica di Fritz di questo peso, di questa follia, è sbalorditiva. L’autrice descrive un ambiente di disorientamento e perdita palpabili – dipinti su un arazzo di cieli grigi, edifici distrutti dalla guerra e boschi oscuri in cui le persone scompaiono». Entropy «Nel 2001 Marianne Fritz ha vinto il Premio Franz Kafka e le sue opere, come quelle dello scrittore boemo, sono sconvolgenti e profonde. Nella postfazione all’edizione statunitense, il suo traduttore scrive che: “Esiste una classe di artisti il cui lavoro è talmente singolare e straordinario da trascendere ogni gradazione tra il buono e il mediocre: il genio e la follia sono gli unici sostan tivi adeguati a descrivere la sua scala”, e colloca Fritz in questa classe. Non possiamo dargli torto». Chicago Tribune  

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    TitoloVorrh. La foresta senza fine Autore: Brian Catling TraduzioneMassimo Gardella Genere: Narrativa, Fantasy Pagine: 468 Prezzo: 25,00 € Isbn versione cartacea978-88-32107-24-1

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    L’opera che inaugura l’acclamata trilogia definita da Alan Moore «il primo capolavoro fantasy di questo secolo». «Un’opera che stabilisce un punto di riferimento non solo per la scrittura immaginativa, ma per l’immaginazione umana in sé... Leggi questo libro, e meravigliati». Alan Moore «Sono contento di avere questo libro come compagno nella mia avventura oscura». Tom Waits
    Ai margini della città di Essenwald, nel cuore dell’Africa colonizzata, si trova il Vorrh, una foresta viva e senziente, forse infinita. Molteplice è la natura dei suoi abitanti e di coloro che cercano di sfidare le sue leggi: il Vorrh piega infatti il tempo e cancella la memoria, e la leggenda vuole che il Giardino dell’Eden esista ancora nelle sue lussureggianti profondità. È un luogo in cui echeggiano ancora i passi del Primo Popolo e in cui la volontà di una potente sciamana guida la mano dell’arciere che è chiamato ad attraversare il suo mistero; tuttavia, in molti temono le conseguenze della sua missione e un tiratore nativo è stato assoldato per fermarlo. Saranno innumerevoli i protagonisti coinvolti nella caccia, tra cui ciclopi cresciuti da robot, angeli e demoni, nonché i doppelgänger di Raymond Roussel ed Eadweard Muybridge. Mentre realtà e finzione si fondono e il cacciatore diviene la preda, le fragili esistenze di tutti saranno in pericolo sotto le malie stordenti della foresta dove, come descrive Alan Moore, «aleggia la sensazione che tali eventi inconcepibili possano davvero essere accaduti o che, da qualche parte sotto la scorza dell’esistenza, continuino ad accadere in perpetuo».

    Brian Catling è nato a Londra nel 1948. Poeta, scultore, pittore e artista performativo, realizza installazioni e dipinge ritratti di ciclopi immaginari. Tra le sue opere più famose si annovera il celebre memoriale per la Torre di Londra. Catling ha tenuto mostre personali in prestigiose gallerie europee ed è membro del Linacre College, professore emerito presso la Ruskin School of Art dell’Università di Oxford, nonché Accademico Reale della Royal Academy of Arts. È autore dell’acclamata trilogia The Vorrh.
    Massimo Gardella (Milano, 1973) è scrittore e traduttore di oltre sessanta opere, tra cui il monumentale "Jerusalem" di Alan Moore (Rizzoli Lizard, 2017). Tra le sue opere "Il male quotidiano" (Guanda, 2012) e "Chi muore prima" (Guanda, 2013) entrambi finalisti al Premio Scerbanenco. Ha inoltre pubblicato articoli e racconti per quotidiani e riviste tra cui “Il Fatto Quotidiano”, “Il Corriere della Sera”, “La Stampa” e “Doppiozero”.  

    «La lingua inglese ha dato vita a grandi opere di illimitata visione e immaginazione, e Vorrh è fra queste. È fantasia? Non mi importa affatto. È un’esplorazione molto sofisticata e sottile del decadente, del primitivo e del mitico. Si dice che molti libri siano come nient’altro e non lo sono, ma quest’opera lo è davvero». Philip Pullman, autore de La bussola d’oro «La scrittura di Brian Catling è così straordinaria da far male e mi fa capire quanto povera sia la mia immaginazione». Terry Gilliam «Il romanzo di Catling si legge come un classico ormai perduto della letteratura decadente o simbolista, con quello stesso senso di atemporalità. È strano, incredibilmente fantasioso, non ha paura di trasgredire e di perdersi, ed è diverso da qualsiasi cosa abbia mai letto».  Jeff VanderMeer «Sebbene i confronti con Michael Moorcock e Mervyn Peake saranno inevitabili, Vorrh offre qualcosa di più... Mi ha ricordato Odilon Redon: un’alchimia di flora luminosa, mostruosa e lussureggiante, e di umorismo nero». Times Literary Supplement «Ho adorato Vorrh di Brian Catling. Il romanzo è simile a una tempesta tropicale che esplode di arte e storia, sesso e natura. Un’epica fantasy visionaria che è incredibilmente divertente da leggere. Selvaggiamente diversa da tutto». Max Porter, The Guardian    

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    Titolo: La sete Autore: Maire-Claire Blais Traduzione: Federica Di Lella Genere: Narrativa Pagine: 336 Prezzo: 19,5 € Isbn versione cartacea: 978-88-32107-18-0

    Vincitore del Prix du Gouverneur général, la prima traduzione del romanzo che inaugura il celebre ciclo Soifs della pluripremiata scrittrice canadese. «…l’invito perfetto per sognare». Die Welt «La grande romanziera del Québec, celebre in tutto il mondo, ha costruito per oltre mezzo secolo un’abbacinante opera sulla vita degli emarginati».  Le Monde 
    In una grande villa in un’isola senza nome del Golfo del Messico, entrambe spartiacque tra infiniti mondi, vengono indetti tre giorni e tre notti di festa per salutare la nascita di Vincent, e la fine di un secolo. Nel corso dei magnifici festeggiamenti i molti invitati di Mélanie e Daniel collidono tra loro in un flusso vorticoso di sentimenti indomabili, passandosi il testimone di una narrazione corale che scorre inquieta in cerca dell’appagamento della sete inestinguibile che accomuna tutti i protagonisti di questo vertiginoso romanzo corale: la sete di ubriachezza, di bellezza, e infine di giustizia. 

    Marie-Claire Blais è nata in Québec nel 1939. Le sue opere hanno ricevuto innumerevoli premi, tra cui il Prix Molson du Conseil des arts du Canada e il Prix du Gouverneur général. È stata inoltre insignita del Compagnon de l’Ordre du Canada e del Compagne de l’Ordre des arts et des lettres du Québec, riconoscimenti che l’hanno consacrata come una delle più grandi scrittrici della sua generazione.
    Foto credit: Jill Glessing

    «Dagli anni Settanta in poi la sua scrittura è diventata sempre più impressionistica, ellittica, focalizzata sull'interiorità, fino al ciclo Soifs: un racconto in dieci libri che scorrono come correnti in un Oceano, le virgole come onde, passando da un personaggio all'altro senza paragrafi e con rarissimi punti» Viviana Mazza, la Lettura «Una serie di libri così amati dalla critica da farle conquistare la nomea di erede di Virginia Woolf e una candidatura al Nobel [...] in una scrittura e uno stile che echeggiano Roberto Bolaño tanto quanto Joyce e Proust». Tiziana Lo Porto, Il Venerdì di Repubblica  «Un capolavoro». The New Yorker «Un’opera monumentale, visionaria, essenziale e ricco affresco della fine del secolo».  Voir «Una vasta musica per il magnifico respiro di una frase inesauribile… splendente e apocalittico». Libération «Blais conduce i suoi lettori in un mondo di sovrapposizioni, di continua violenza, in un mondo che da tutto questo guadagna un potere narrativo che dilaga delicatamente sulla pagina insieme a una profonda gioia di vivere – in una prosa magistralmente controllata, chiara e flessibile come un foglio».  Frankfurter Allgemeine Zeitung «Un libro che terminiamo con riluttanza e con un profondo senso di gratitudine per i personaggi che, come gli eroi di Sofocle e Shakespeare, sono i messaggeri di una verità nascosta di fondamentale interesse per il cuore umano». Magazine Littéraire La Lettura, Corriere della Sera Il Venerdì di Repubblica

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    Titolo: eterno inizio Autore: Pia Abelli Toti Genere: Poesia Pagine: 185 Prezzo: 16,90 € Isbn versione cartacea: 978-88-32107-10-4

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    «Un pensiero poetante, una poesia pensante che lei definisce “scri- vere in versi” in una sorta di singolare stream of consciousness rapsodico [...] per un progetto capace di stimolare una creatività libera e incondizionata». Dalla prefazione di Mario Turello
    "eterno inizio", raccolta di poesie di Pia Abelli Toti, nasce insieme al progetto scrivereINversi, dedicato a sondare le caratteristiche del linguaggio poetico, con particolare attenzione al suo ruolo nello sviluppo del processo del pensiero.
    Il presente volume include inoltre video, immagini, testi critici nonché poesie di diversi autori e tre sezioni di esercizi liberi di scritturaINversi fruibili attraverso la realtà aumentata: una raccolta poliedrica a sostegno della tesi che la creatività e la struttura del linguaggio poetico, supportate e integrate da altre forme di conoscenza, possano concorrere nel costruire nuove vie di adattamento, comunicazione e cooperazione.

    Pia Abelli Toti nasce a Trieste nel 1941. Si laurea in Scienze geologiche tra Roma e Trieste e negli anni ‘80 consegue una seconda laurea in Psicologia, divenendo psicoterapeuta.
    Nel 2009 dà origine a La Casa Totiana in cui raccoglie e ordina i fondi artisti- ci di Gianni Toti e Marinka Dallos Toti. Nel 2015 contribuisce all’avvio della startup Poetronicart, dedicata agli operatori delle arti.

    «eterno inizio è un mondo cristallizzato di bit ed emozioni che comprende mondi diversi, dal bit più profondo alla pagina del libro [...] Qui spetta a noi immaginare un libro che non è lo strumento abitualmente pensato, ma un nuovo strumento, che ci fornisce una chiave per entrare in utilizzi altri. E il primo utilizzo è proprio il pensare stesso».
    Dall’introduzione di Mattia Aron Greco
     
     

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    Volume in lingua inglese

    Titolo: Hidden. Animals in the anthropocene Autore: We Animals Media Genere: Saggistica - fotografia Isbn: 978-88-32107-14-2

    La raccolta fotografica originale, in lingua inglese, che vuole portare sotto i riflettori gli animali invisibili nelle nostra vite. Con prefazione del premio oscar Joaquin Phoenix

    HIDDEN: Animals in the Anthropocene è un libro fotografico in lingua inglese sul nostro rapporto conflittuale con gli animali non umani in tutto il mondo. Attraverso le lenti di trenta pluripremiati fotoreporter internazionali, tra cui Jo-Anne McArthur (nella foto), autrice di Noi Animali-We Animals (Safarà Editore, 2015), HIDDEN fa luce sugli animali invisibili nelle nostre vite; quelli con i quali abbiamo uno stretto rapporto ec he tuttavia non riusciamo a vedere. Sono gli animali che mangiamo e indossiamo, gli animali che utilizziamo per la ricerca, il lavoro e per l’intrattenimento, così come gli animali che sacrifichiamo in nome della tradizione e della religione. HIDDEN è un documento storico, un memoriale e un’accusa di ciò che è e non dovrebbe mai più essere.

    HIDDEN presenta il lavoro di oltre 30 fotografi pluripremiati che hanno sfidato le probabilità per catturare le immagini più toccanti e iconiche dell’industria zootecnice e non solo di tutto il mondo. Insieme a Jo-Anne McArthur e al team di We Animals Media c’è l’acclamato photo editor e giornalista Keith Wilson, così come il designer di fama mondiale David Griffin. La prefazione del libro è firmata dall’acclamato difensore dei diritti degli animali, l’attore statunitentse Joaquin Phoenix.

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    Titolo: Tamarisk Row Autore: Gerald Murnane Traduzione: Roberto Serrai Genere: Narrativa Pagine: 308 Prezzo: 19,5 € Isbn versione cartacea: 978-88-32107-16-6 Isbn versione ebook: 9788832107593

    Acquista l'e-book su: Bookrepublic; Amazon; Ibs

    «Vi presento Murnane, il più grande scrittore che nessuno ha letto». La Repubblica
    A Bassett, polverosa cittadina dell’interno australiano, Clement Killeaton è impegnato a crescere. Sono i tardi anni Quaranta e sul retro del cortile della sua casa, sotto le tamerici, tutto è pronto per la Gold Cup nell’ippodromo costruito dalla sua immaginazione: il suo cavallo Tamarisk Row è pronto a giocarsi il tutto per tutto contro i suoi temibili rivali, in una serie di corse che decideranno il suo destino. E sarà proprio in quell’ippodromo, immaginifica e potente rappresentazione del mondo, che tutto troverà un significato: le scommesse del padre Augustine, l’universo delle ragazze colmo di segreti, gli insegnamenti cattolici delle algide suore e i maltrattamenti della banda di Barry Launder. Il galoppo di Tamarisk Row saprà condurlo attraverso radure di infinito mistero e sorprendenti scoperte, e a ogni falcata, il mondo svelerà infine quello che cela oltre le sue sterminate pianure.

    Gerald Murnane è nato a Melbourne nel 1939. Al suo romanzo d’esordio, Tamarisk Row (1974), seguono altre dieci opere, tra cui l’acclamato Le pianure (Safarà Editore, 2019). Vive nel Victoria occidentale, e non ha mai lasciato l’Australia in tutta la sua vita.

    «Vi presento Murnane, il più grande scrittore che nessuno ha letto. [...] Per Teju Cole è erede di Beckett; richiama l’epica di Cormac McCarthy depurata di violenza; se avesse una musica, sarebbe di Johnny Cash». La Repubblica «Murnane è maestro di una narrativa che pone al centro l’apprendimento, il farsi di un’esperienza». Il manifesto «Uno scrittore impressionante. [...] Murnane fa ciò che vuole. Asciuga, accumula descrizioni mozzafiato, si muove allusivo». Il Foglio «È nata una nuova stella della letteratura e ha ottanta anni». Rai Radio 3 «Gerald Murnane non è mai salito su un aereo. Ha fatto bene. Non gli serve. Più in alto di così il suo sguardo così fisicamente metafisico non sarebbe potuto salire. Da non perdere. Per non perdersi». Il Fatto Quotidiano «Il romanziere Gerald Murnane è una sorta di scrittore per scrittori che scrivono di scrittura. Un autore di culto australiano favorito al Nobel per la letteratura esplora i modi in cui le nostre menti e i ricordi mediano l’esperienza del mondo». The Guardian
    «Questo barista di una polverosa città australiana potrebbe essere il prossimo premio Nobel per la letteratura?». The New York Times «Gerald Murnane è uno dei più grandi scrittori viventi ma non ne avete mai sentito parlare». Rivista Studio «Autori come J. M. Coetzee, Teju Cole e Ben Lerner sono suoi ferventi ammiratori. […] È in pole position, tra gli australiani, per il Nobel». La Lettura del Corriere della Sera «Per Murnane, l’accesso a un altro mondo – un mondo distinto e per molti aspetti migliore del nostro – non si ottiene né dalle buone opere né dalla grazia, ma abbandonando sé stessi alla finzione». J.M. Coetzee «È il James Joyce australiano». The Spectator

  • Titolo: Giuseppe Samonà. Progetti per la città pubblica Autore: Giovanni Longobardi - Giovanni Marras Pagine: 152 a colori

    Progetto in collaborazione con Università Iuav di Venezia - Archivio Progetti

    L’Università Iuav di Venezia con l’Archivio Progetti e il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre nel 2018 hanno congiuntamente organizzato due mostre – Per la città pubblica. Progetti 1949–83; La vita delle opere. Fotografie di Umberto Ferro, Paolo Monti, Claudio Sabatino, Egle Renata Trincanato – e una giornata di studi su Giuseppe Samonà (1898-1983), uno degli architetti più noti e influenti del Novecento italiano. Attivo come progettista, teorico e didatta, Samonà è stato direttore e rifondatore dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (Iuav) dal 1945 al 1972 e senatore della Repubblica dal 1972 al 1976. Le mostre hanno documentato l’attività di Samonà in un periodo dell’architettura italiana particolarmente ricco di occasioni progettuali e significativamente connesso alla grande crescita economica del paese nel secondo dopoguerra.

    Giovanni Longobardi è professore ordinario di Composizione architettonica e urbana nel Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre, di cui è direttore dal 2019. Si è occupato di temi museografici, di teorie della modernità in architettura, di forme della città contemporanea, di progetti per la cultura e il patrimonio, di culture dell’abitare, con saggi, mostre e opere realizzate. Dal 1984 al 1993 ha lavorato con Alberto Samonà nello Studio Samonà a Roma.

    Giovanni Marras è professore associato di Composizione architettonica e urbana dal 2014 presso l’Università Iuav di Venezia e prima, dal 2004, presso l’Università degli Studi di Trieste. Dal 2010 è membro del Collegio docenti del Dottorato di ricerca in Composizione architettonica e urbana Iuav. Dottore di ricerca in composizione architettonica. Interviene a convegni e seminari in Italia e all’estero, partecipa a gruppi di ricerca, svolge attività progettuale come consulente con Roberto Beraldo.

  • Titolo: Animot. L'altra filosofia - n.10/2020 - L'arte per l'altro, ancora Autore: a cura di Gabi Scardi Genere: Saggistica, natura, ambiente, rivista Isbn: 978-88-97561-95-8 Uscita: settembre 2020

    Descrizione

    Il decimo numero di Animot vede protagonisti gli artisti e il loro modo talvolta diretto, talaltra obliquo, ma efficace, di confrontarsi con l’animalità. Le loro opere enucleano punti di vista poco frequentati e possono essere lette come implicite proposte che investono gli ambiti della coesistenza e della cooperazione, dell’abitare, di un possibile tipo di relazione più equilibrata ed empatica con il contesto ambientale e antropico. Sono preziose perché possono contribuire a evitare il rischio della rimozione, a tenere alta la soglia di attenzione, a intraprendere una riflessione che è anche confronto stringente con noi stessi. Il volume comprende testi critici, scritti autoriali e interviste.

    INDICE:

    Editoriale

    Introduzione di Gabi Scardi

    Coffee in the morning for a very large flock of fruit bats di Jimmie Durham

    L’animale postumano. Cosa c’è dietro la proliferazione degli animali nell’arte contemporanea? di Ana Teixeira Pinto

    Thinking animals. Claudia Losi intervistata da Pietro Gaglianò

    Una conversazione con Nina Katchadourian attraverso l’aperto di Agamben. Nina Katchadourian intervistata da Francesca Brusa

    Cani di quartiere di Sonia Arienta

    Animal Studies e arte: elefanti nella stanza di Giovanni Aloi

    Disegni di Atelier dell’Errore (laboratorio di arti visive, Reggio Emilia)

    Gabi Scardi è storica dell’arte e curatrice di arte contemporanea. È presidente di NAHR, Nature Art & Habitat Residency, Val Taleggio, Bergamo. Ha lavorato con diverse istituzioni e musei in Italia e all’estero, tra cui: Pac, Milano; Museo del Novecento, Milano; Pirelli Hangar Bicocca, Milano; MAXXI, Roma; Biennale di Venezia; Royal Academy, Londra; Louisiana Museum, Copenhagen. Tra gli esiti principali della sua ricerca sul tema del rapporto tra animale umano e non-umano nell’arte si ricorda il Padiglione Greco della Biennale di Venezia del 2015, con il progetto Why Look at Animals? Agrimiká dell’artista Maria Papadimitriou.