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Titolo: Storia di una stella Autore: Alessandro Tagliapietra Illustrazione di copertina e all'interno del volume: Liza Schiavi Collana: L’uomo di sabbia Pagine: 128 carta Fedrigoni Arcoprint edizioni 85gr Lingua: Italiano ISBN: 9788897561057
Quali sorprendenti avventure possono capitare se si ha per amica una stella, ed in quali meravigliosi, emozionanti luoghi della mente e del cuore possono portare una bambina alla scoperta di una storia? “Non preoccuparti ora, avrai tempo e modo di capire. Hai visto tanti luoghi e vissuto tante piccole storie e ora la domanda su cui dovresti concentrarti non è tanto chi sono io ma… chi sei tu”. “Chi sono io?”, ripeté la bambina “Beh, ovviamente io sono… io sono…”, con sua enorme sorpresa, non sapeva darsi una risposta. “Credo che il tuo viaggio finisca qui”, disse allora il gigante. “Oppure inizia qui, non saprei ben dire”. Per scoprirlo abbiate fiducia e seguite il tenue, ma persistente bagliore che la nostra piccola amica emette nell’oscurità.Alessandro Tagliapietra è nato a Venezia nel 1977, vive a Portogruaro. Dal 2006 si occupa, insieme ai fratelli e ai genitori, della gestione di una comunità familiare fondata e gestita da loro stessi, che accoglie temporaneamente minori il cui nucleo familiare di origine sia impossibilitato o incapace di assolvere al proprio compito. Sta lavorando con impegno e determinazione ad un nuovo progetto: realizzare una comunità educativa diurna per bimbi e ragazzi. Accanito sostenitore della fantasia, sponsorizza sogni e crede – grazie all’energia dei bambini - in un mondo più colorato di come appare oggi.Liza Schiavi è nata a Piacenza nel 1974, ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Brera (MI) e si è specializzata presso la Scuola Internazionale di illustrazione di Sarmede (TV). -
Titolo: Un giallo da concorso Autore: Manuela Mazzi Illustrazione di copertina e all'interno del volume: Liza Schiavi Collana: L’uomo di sabbia Pagine: 304 Fedrigoni Arcoprint edizioni 85gr Lingua: Italiano ISBN: 9788897561033
La vita dello stimato scrittore Timoty Tompson vira bruscamente verso regioni pericolose e inaspettate quando ciò che esisteva solo nella sua mente di giallista di successo assume la consistenza inquietante della realtà. Un folle omicida, spinto da questioni di rivalità letteraria, lo ha infatti sfidato a partecipare a una contesa raffinata e crudele: se lo scrittore riuscirà a decodificare i suoi indovinelli e vincerà questo gioco perverso, egli smetterà di uccidere. Ma sarà Sir TJ all’altezza della fama che lo circonda?Sarai proprio tu, lettore, a dover aiutare il celebre giallista nella sua corsa contro il tempo alla ricerca del colpevole. Impugna una penna e armati del tuo migliore intuito: troverai pagine bianche che aspettano di essere riempite dei tuoi fitti indizi. E bada che questa è solo la prima di una serie di avventure del nostro protagonista, ispirato a un uomo realmente esistito nel Nordest. Un giallo della più classica tradizione del genere investigativo, adatto a tutte le età, ragazzi compresi.
Manuela Mazzi è nata nel 1971 a Locarno (Svizzera), è giornalista professionista e appassionata fotografa, ha scritto per più testate della stampa ticinese e ha collaborato con Il Giornale di Milano. Dal 2004 lavora per il settimanale Azione.Liza Schiavi è nata a Piacenza nel 1974, ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Brera (MI) e si è specializzata presso la Scuola Internazionale di illustrazione di Sarmede (TV).Leggi un estratto del libro: clicca qui27 marzo 2013 - L'Universo «Le emozioni di una scrittrice in carne ed ossa» di Luca Bortone 14 febbraio 2013 - La Regione Ticino «Inchiostro al veleno» di Paola Pettinati 07 gennaio 2013 - SherlockMagazine.it «Le avventure in giallo di Sir TJ» di Luigi Pachì 04 gennaio 2013 - ThrillerCafé.it «Un giallo da concorso – Manuela Mazzi» di Giuseppe Pastore 03 gennaio 2013 - Libreriamo.it «Manuela Mazzi, "Il genere giallo va ripulito dalla violenza gratuita"» 03 gennaio 2013 - SoloLibri.net «Un giallo da concorso – Manuela Mazzi» 22 dicembre 2012 - Scrittevolmente.com «Un giallo da concorso – Manuela Mazzi» 15 dicembre 2012 - Il Giornale del Popolo «Il gioco e gli enigmi di Sir TJ» 11 dicembre 2012 - Ticino On Line «Un romanzo che sfida i lettori a improvvisarsi investigatori» 11 dicembre 2012 - 20 minuti «Caccia all'assassino con Sir TJ» 10 dicembre 2012 - Messaggero Veneto «Strenne librarie tra gialli, “noir” e fiabe per bambini» 24 novembre 2012 - La Regione Ticino «La sfida di un folle omicida nel nuovo "Giallo da concorso" della scrittrice Manuela Mazzi» 21 novembre 2012 - Il Giornale del Popolo «"Un giallo da concorso" in libreria» -
Titolo: Il dramma di Niov Autore: Massimiliano Galli Illustrazione di copertina: Riccardo Fabiani Pagine: 144 Fedrigoni Arcoprint edizioni 85gr Lingua: Italiano ISBN: 9788897561071
Piove sempre a Niov. La pioggia cade insistente, testarda. Cede il posto solo alla neve, che a ondate ricopre di un bianco accecante le strade di questa città perduta, nel tentativo di purificarla da un male incurabile. Ma cosa è accaduto, una notte di molti anni fa, nel momento esatto in cui la pioggia cedeva il passo alla prima neve d’inverno? Un dramma, senza dubbio, i cui contorni nebulosi dovranno essere ricostruiti attraverso i frammenti sparsi nella memoria di due fratelli e il cui ricordo li stringe in una morsa invincibile.Una volta che il quadro degli eventi sarà ultimato e la sua immagine messa a fuoco, che cosa accadrà? Su Niov si alzerà un sole splendente, oppure calerà una notte senza fine simile a una condanna alla quale non sarà più possibile appellarsi?
Massimiliano Galli è nato nel 1979 a Bollate (MI), vive a Camnago Volta (Como) dove svolge la professione di avvocato penalista ed è studioso di criminologia; allievo di Vincenzo Guarracino, illustre critico letterario, ha iniziato a scrivere raccolte di poesie e a partecipare con successo a concorsi letterari.Riccardo Fabiani si cimenta con talento in copertine, disegni, illustrazioni, acqueforti e fotografie. In quarta elementare scopre che disegnare è il modo migliore per parlare con il mondo. Da allora non si è più arrestato.Leggi un estratto del libro: clicca qui -
Titolo: Il verde bisbiglio ed il viola pensiero Autore: Paola Ramella e Guendal Pagine: 48 a colori patinata lucida 150gr Lingua: Italiano ISBN: 9788897561095
Il primo volume “Serraferro” è l’avvincente storia di un condottiero spietato e dei suoi compagni di viaggio. Attorno a loro è stato creato un intero mondo immaginario nel quale nulla può essere dato per scontato, nonostante l’apparente normalità. L’ambizioso Serraferro si incammina con i compagni alla ricerca di un luogo leggendario per ordine dell’Ibrideo, suo sovrano. A guidarli è una mappa disegnata da Gongard, la loro giovane e inesperta guida, che ha trovato il luogo mitologico senza cercarlo, proprio come spesso accade per le scoperte importanti. In questo fumetto 'd’avventura', i canoni del genere subiscono una variazione significativa che dona l’anima alla storia: i personaggi stavolta non seguono una mappa data o trovata, ma percorrono il tracciato disegnato dallo stesso protagonista. Lasceresti tutto per seguire una mappa disegnata da te?Nata a Trieste, Paola Ramella ha studiato disegno presso la Scuola Libera di Figura del civico Museo Revoltella di Trieste col maestro Nino Perizi. Successivamente ha studiato pittura presso il Laboratorio del pittore Paolo Cervi Kervischer. Insegna fumetto e disegno presso l’Accademia di Fumetto di Trieste. Dal 2008 realizza un tavola della versione italiana del calendario di Tolkien. Nel 2009 realizza il portfolio "Le forme del male" (ed. Twilight Comics), con disegni ispirati alle poesie di Baudelaire. Nel 2010 partecipa alla realizzazione della graphic novel "Gli ultimi fuochi" (ed. Luglio) sulla Grande Guerra. Nel 2011 realizza il volume a fumetti "Lions & Saints" (ed. Esaedro), avventura storico-umoristica ambientata nell’Italia del 1500. Nel 2012 è uno degli autori del volume "Pin-up" (ed. Twilight Comics), il cui ricavato viene devoluto ai terremotati dell’Emilia.Guendal ha esordito nel mondo del fumetto nel 2011 col volume "Lions & Saints" (ed. Esaedro). È co-creatore del personaggio Tergestea, testimonial storico della fiera del fumetto di Trieste. È ideatore e curatore del progetto "La Costituzione Italiana in 11 regole" per l’insegnamento della Costituzione Italiana nelle scuole. Ha curato le voci giuridiche per la versione italiana de "Il dizionario delle ragazze" (ed. EL). Nel 2005, con il racconto "Senza nome", è stato vincitore del prestigioso Premio Letterario nazionale Silmaril. -
Titolo: L'ancora insanguinata Autore: Manuela Mazzi Collana: L’uomo di sabbia Pagine: 336 Fedrigoni Sistina 100 gr Lingua: Italiano ISBN: 9788897561101
Illustrazione di copertina e all'interno del volume: Liza Schiavi
Segnalato al 1° Premio Letterario Festival Giallo Garda 2015!
Un nuovo ed emozionante capitolo de Le avventure in giallo di Sir TJ. Lo avevamo lasciato sulla riva del Lago Maggiore tra i canneti della Lanca degli Stornazzi, accompagnato dall’amico consigliere Don Cesar e dalla gentile e incantevole Lory alla fine del suo primo, inquietante caso. Dall’intimo porticciolo elvetico i tre sono ora salpati alla volta di Venezia, dove saranno destinati ad affrontare nuovi ed enigmatici crimini. Dopo una prima tappa nei pressi dei Castelli di Cannero - dai cui abissi antiche leggende e quasi dimenticate battaglie riemergeranno a evocare il ricordo di un terribile assassinio - i tre compagni di viaggio si dirigeranno verso la medioevale Idrovia Locarno-Milano-Venezia, ormai pronta ad ospitare la magnifica Expo 2015. Si troveranno tuttavia coinvolti in un crimine che vedrà protagonista un ragazzino avventuroso e i suoi sogni più grandi, che li coinvolgeranno in un’avventura a tinte gialle tra secche e pescaie, moli azzurri e case galleggianti, cadaveri e cartomanti.Manuela Mazzi è nata a Locarno (Svizzera) nel 1971. Giornalista professionista, ha scritto per molte testate ticinesi e collaborato con Il Giornale di Milano come corrispondente dalla Svizzera di lingua italiana. Dal 2004 lavora per il settimanale d’approfondimento Azione. Otto sono i libri già pubblicati, fra i quali: "Il segreto della colomba"; "Di brogli, di risate e di altre storie – Le avventure di Giacomino, un ragazzo degli anni Cinquanta"; "L’angelo apprendista"; "Un caffè a Kathman- du"; "Un gigolo in doppiopetto" e "Guardie, ladri e tracciatori". Quest’ultimo romanzo nel 2010 è stato selezionato tra i venti partecipanti al Premio Bancarellino, ricevendo la menzione speciale per la «Migliore opera di narrativa di autore straniero di lingua italiana destinata a ragazzi dai 12 ai 16 anni» dalla giuria della III edizione del Premio di Letteratura per ragazzi Mariele Ventre. Ha inoltre ricevuto una targa speciale dalla giuria del Premio Stresa di Narrativa. Recentemente ha pubblicato "Un giallo da concorso", primo episodio della serie "Le avventure in giallo di Sir TJ", di cui il presente romanzo è il seguito.Liza Schiavi è nata a Piacenza nel 1974, ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Brera (MI) e si è specializzata presso la Scuola Internazionale di illustrazione di Sarmede (TV).23 gennaio 2014 - Extra CdT «I personaggi del giallo» di Sergio Roic 21 dicembre 2013 - Giornale del Popolo «Una buona lettura per un buon natale» -
Titolo: Il buio nella bocca Autore: Andrea Biscaro Collana: L’Uomo Nero - 1 Pagine: 176 Fedrigoni Sistina 100 gr Lingua: Italiano ISBN: 9788897561125
Dopo la Grande Epidemia il mondo ha perso se stesso e brancola alla ricerca della via del ritorno. Le leggi sono state sospese, e tutto è divenuto lecito. L’omicidio. Lo stupro. Il cannibalismo. Lui è solo. Solo in mezzo a loro. Loro sono il risultato di una sconosciuta forma virale. Loro stanno prendendo il posto dei vivi. Loro si cibano di carne umana. Esausto di combattere una guerra impari, il protagonista asseconda la corrente avvelenata che lo ha travolto. A opporre resistenza all’onda di follia allucinata e violenta che lo circonda sono schegge di ricordo, frammenti di una vita passata che emergono da un’oscurità densa, e che sembrano chiamarlo da lontananze profondissime. Poi, un giorno, arriva una donna, e con lei la speranza. È possibile tornare indietro e riappropriarsi del futuro. E forse il nostro uomo capisce che quello che vede la notte, quando chiude gli occhi sulle tenebre del suo tempo, non è solo un ricordo, ma la possibilità di un altro se stesso, di un mondo in cui nulla è accaduto; di una vita che non è stata corrotta e che scorre parallelamente alla sua, divisa unicamente da uno strato di buio profondo. Tuttavia la strada per riavvolgere il nastro del tempo si rivelerà un incubo non meno pauroso di quello presente; e forse nasconderà orrori che, in un mondo che ne è stato sopraffatto, non erano ancora stati immaginati. La lettura è consigliata a un pubblico adulto.Andrea Biscaro è nato a Ferrara nel 1979, si divide attualmente tra l’Isola del Giglio e Varazze. Cantautore, romanziere, scrittore per ragazzi, è considerato dalla critica una delle voci più originali e poliedriche della scena letteraria italiana. Tra le numerose pubblicazioni ricordiamo: il bestseller "Nerone. Il fuoco di Roma" (Castelvecchi 2011, Lit 2012), l’horror per ragazzi "Ecnon" (Coccole&Caccole 2010, 3° Classificato al Premio Internazionale Città di Cento) e il libro-cd "Ballate della notte scura" (Squilibri 2013) scritto a quattro mani con il padre di Dylan Dog, Tiziano Sclavi.30 gennaio 2014 - HorrorMagazine.com «Intervista ad Andrea Biscaro» di Gianfranco Staltari 29 gennaio 2014 - WordShelter.it «Il buio nella Bocca: come nasce un horror alternativo» di Vito Tripi 29 gennaio 2014 - Sands from Mars «Recensione per il libro "Il buio nella bocca"» di Maurizio Ganzaroli 21 gennaio 2014 - Horror.it «Sex, murder, art: intervista a Andrea Biscaro» di Selene Pascarella 03 gennaio 2014 - SoloLibri.net «Il buio nella bocca - Andrea Biscaro» di Barbara Bracci 18 dicembre 2013 - Horror.it «Il buio nella bocca - Andrea Biscaro» di Marcello Gagliani Caputo 18 dicembre 2013 - Scheletri.com «Il buio nella bocca» di Elisa Marini 03 dicembre 2013 - HorrorMagazine.it «Il buio nella bocca» di Gianfranco Staltari 02 dicembre 2013 - LetteraturaHorror.it «Prossima Uscita - "Il buio nella bocca" di Andrea Biscaro» -
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Titolo: 12 anni schiavo Autore: Solomon Northup Traduzione: Cristina Pascotto Pagine: 320 Sistina avorio 100 gr Lingua: Italiano ISBN: 9788897561149
Prefazione di Steve McQueen
Contemporaneamente all’uscita del film nelle sale italiane, Safarà Editore pubblica in traduzione italiana il romanzo autobiografico da cui è tratto l’omonimo lungometraggio candidato a nove Premi Oscar fra cui Miglior film, vincitore del Golden Globe 2014 come miglior film drammatico e del premio del pubblico al Toronto International Film Festival 2013, vincitore del premio Bafta come Miglior Film e migliore interpretazione (Chiwetel Ejiofor è il migliore attore protagonista per la sua toccante interpretazione di Solomon Northup). Il “12 anni schiavo” di Safarà Editore è impreziosito dalla prefazione del regista Steve McQueen, da illustrazioni originali tratte dalla prima edizione americana del 1853 e da dettagliati commenti storico-letterari.
Negli stati del Nord dell’America profondamente divisa di metà Ottocento, nascere come uomini liberi non era una garanzia sufficiente al conseguimento di un’esistenza libera da catene. Lo testimonia la vicenda di Solomon Northup, figlio di schiavi e tra i primi membri di una generazione di afroamericani emancipati e aventi diritto a una vita di libertà e giustizia, suo malgrado protagonista di una vicenda dolorosa e sconcertante. Quella di un uomo libero attirato a Washington con il miraggio di un lavoro ben pagato, e qui rapito e trascinato in catene in un torrido Sud schiavista, dove viene spogliato di identità e diritti per essere venduto, simile a carne di bestiame, al miglior offerente. La storia della sua sopravvivenza nelle paludi della schiavitù della Louisiana in virtù di un animo che non si è mai arreso, forte della consapevolezza di una giustizia che sarebbe finalmente arrivata. Dodici anni schiavo è la storia del difficile cammino di emancipazione dell’umanità intera; e di un uomo che ne è stato un simbolo indimenticabile e che, con il suo esempio, ne ha rappresentato la forza trainante, colma di indomabile coraggio.Solomon Northup, afroamericano, nasce come uomo di condizione libera a Minerva, nello stato di New York, nel Luglio del 1808. Suo padre, Mintus Northup, era uno schiavo nero impiegato presso la famiglia Northup, allora residente nel Rhode Island. Da qui l’origine del cognome, secondo la consuetudine che gli schiavi prendessero il cognome dei loro proprietari. Per volontà dei suoi proprietari, il giovane Solomon viene emancipato dalla condizione di schiavo, e questo gli permise di continuare a rimanere presso l’ex fattoria del padre, dove trascorre la gioventù studiando il violino e coltivando una considerevole istruzione, e di crescere così come un individuo libero e consapevole. Nel 1829 sposerà Anne Hampton, da cui avrà tre figli. Grande lavoratore, Solomon Northup si trasferisce a Saratoga Springs (New York) per lavorare come allevatore, falegname e occasionale violinista, nella costante ricerca di garantire la prosperità alla sua giovane famiglia. Tuttavia questa sua profonda inquietudine lo trascinò in una vicenda terribile, che avrebbe segnato per sempre la sua esistenza. "Dodici anni schiavo" è il racconto della sconcertante vicenda di un uomo nato libero, rapito e costretto a dodici anni di schiavitù coatta nelle regioni paludose e malsane della Louisiana, delle sue inaudite sofferenze e inaccettabili umiliazioni; ma anche della sua speranza mai sopita e di un orgoglio mai piegato; e di un riscatto finale che ha il sapore di una conquista per l’umanità intera.“Un libro di grande coraggio” - Il libro ci lasciò senza fiato: la misura epica, l’attenzione per i dettagli, il senso dell’avventura, l’orrore e l’umanità. Il libro sembrava già una sceneggiatura pronta a diventare un film. Non potevo credere di non aver mai sentito parlare prima di questo libro. [ ... ] Non ero l’unico a non conoscere quest’opera. [ ... ] Una storia raccontata con tale bellezza e così grande cuore doveva assolutamente essere conosciuta dal grande pubblico. Spero che il mio film possa contribuire a gettare luce sull’importanza di un libro di grande coraggio. La vita e il coraggio di Solomon lo meritano pienamente.15 aprile 2014 - Il Manifesto «Il canto di sofferenza dell’uomo senza libertà» di Luigi Onori 06 marzo 2014 - Leggere a colori «12 anni schiavo con illustrazioni originali di Safarà Editore» -
Out of stock
Titolo: Boris il clown Autore: Paolo Pavone Pagine: 96 Sistina Avorio 100 gr Lingua: Italiano ISBN: 9788897561163
Quello di Boris il Clown è un viaggio straordinario, in cui il confine tra il sogno e la realtà è spesso sottilissimo.Boris ha girato il mondo, conosciuto luoghi bellissimi e i personaggi più bizzarri, sempre sotto l’ala e i consigli preziosi del suo maestro, Sigismondo Dorato. Eppure, il nostro pagliaccio ha dovuto superare ostacoli che gli hanno strappato dalle mani la fanciullezza, e che lo hanno fatto precipitare prepotentemente nel mondo degli adulti. Boris allora si accorge che ha bisogno di recuperare il tempo che gli è stato sottratto ingiustamente e decide di fermare le lancette del suo orologio, almeno fino a quando non avrà riempito le proprie tasche e i propri occhi di tutta la bellezza che riterrà necessaria; ed è così che riesce magicamente a congelare il tempo sotto il suo trucco colorato.
Nasce così il racconto di Boris, delle colonie estive nella casa sul fiume, di sua madre Tanya, di suo zio Theodor, delle lunghe trasferte nelle quali conosce un’umanità lunare, eccentrica e sognante… e molto altro ancora. Tra le pagine del suo diario, Boris ci accompagna in un’avventura che non ha dovuto fare i conti col tempo, ci narra di un’esistenza vissuta a braccetto col circo, impegnato in uno spettacolo interminabile al quale non ha saputo resistere, lasciandosi travolgere in una girandola multicolore, che altro non è che la vita stessa.
Paolo Pavone è nato nel 1983 a Borgomanero, in provincia di Novara. Si trasferisce presto nel Regno Unito. Qui, affascinato dalla letteratura inglese e statunitense, s’innamora della scrittura. Rientrato in Italia completa gli studi e attualmente si occupa di giornalismo musicale per diversi mensili e un giornale locale. Il racconto lungo “Boris il clown” è la sua prima pubblicazione. -
Titolo: Prospettiva Berlinguer Sottotitolo: Sguardi trasversali sul leader comunista A cura di: Ivan Buttignon Pagine: 176 Freelife Vellum White 250 gr Lingua: Italiano Prima edizione: aprile 2014 ISBN: 9788897561156
Gli Autori della collettanea dipingono lo storico Segretario del PCI attraverso la loro prospettiva singolare sul piano dell’orientamento politico e dell’expertise di riferimento. Pietro Folena riflette sulla sua esperienza diretta quale 'ragazzo di Berlinguer'; Nicola Tranfaglia, ex dirigente nazionale del PCI e ora professore ordinario di Storia della mafia all’Università di Torino, evidenzia la novità del pensiero di Berlinguer e il reale punto di rottura rispetto al comunismo italiano precedente alla sua Segreteria; Ivan Buttignon, esamina il pensiero e l’azione del leader comunista nel periodo giovanile; Leonardo Raito, professore di Storia contemporanea all’Università di Padova e di Ferrara, scrive del respiro europeista del pensiero berlingueriano; Miro Renzaglia, ex militante missino negli anni ‘70 e animatore politico-culturale di area non-conforme poi, e direttore della rivista politica-culturale Il Fondo, approfondisce i tratti 'anticomunisti' in Berlinguer; Luciano Lanna, ex direttore del Secolo d’Italia, traccia una relazione tra il leader comunista e il movimento del ’77. Ma numerose sono ancora le prospettive che il saggio affronta da punti di vista inediti e trasversali, per restituire l’immagine politica e umana di un personaggio cardine della storia politica dell’Italia contemporanea.Ivan Buttignon , nato nel 1977, insegna Comunicazione politica e Storia contemporanea all’Università degli Studi di Trieste. Conduce trasmissioni televisive dedicate alla politica (Politica24 a Cafè24), collabora stabilmente con il sito di formazione personale “piuchepuoi.it” in cui si occupa di comunicazione efficace, fa il ghostwriter e il formatore politico. Scrive di politologia ed è coordinatore del Comitato Adesso Matteo Renzi Gorizia.Pietro Folena: ex-dirigente politico feci, presente sul palco al momento della morte di Berlinguer Giovanni Fasanella: giornalista Fulvio Salimbeni: professore di Storia contemporanea Nicola Tranfaglia: professore di Storia e Giornalismo, Storia della Mafia Ivan Buttignon: professore di Comunicazione politica e Storia contemporanea Leonardo Raito: assessore, professore di Storia contemporanea Miro Renzaglia: scrittore, giornalista, saggista Luciano Lanna: giornalista, studioso e consulente di trasmissioni televisive Francesco Pira: professore di Comunicazione, professore allo iusve Dario Mattiussi: segretario del Centro Isontino di Ricerca e Ducumentazione Mirko Bortolusso: assessore, Segretario di circolo pd Noël Sidran: professore Marco Gervasoni: professore, collaboratore del Corriere della Sera Paolo Sardos Albertini: avvocato, presidente della Lega Nazionale Andrea Colombo: giornalista Michele Mognato: politico, deputato pd23 aprile 2014 - il Fondo «Prospettiva Berlinguer. Un libro collettaneo sul leader comunista a trent’anni dalla scomparsa…» 21 aprile 2014 - DestradiPopolo.net «Prospettiva Berlinguer: un saggio a più mani che dipinge l’immagine politica e umana di un personaggio cardine dell’Italia contemporanea» 08 aprile 2014 - Elba Report «Un contributo di Francesco Pira nel libro “Prospettiva Berlinguer” sulla comunicazione del leader comunista» 05 aprile 2014 - Visione di oggi «La comunicazione di Berlinguer: studio di Pira» 04 aprile 2014 - ViviSicilia.it «Contributo di Pira nel libro “Prospettiva Berlinguer” sulla comunicazione del leader comunista» 04 aprile 2014 - Tcsnews.tv «Prospettiva Berlinguer, il libro di Pira capace di stupire con la sua semplicità» dicembre 2014 - Lettura.corriere.it «Berlinguer? Meglio restituirlo alla storia»
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Titolo: Carme Pinós. Della resistenza e della responsabilità A cura di: Matteo Zambelli Genere: Intervista Soggetto: Architettura, Neuroscienze Uscita: ottobre 2014 Pagine: 80 colori Lingua: Italiano ISBN: 9788897561231
Selezionato e presentato in anteprima da pordenonelegge 2014
In questa sua prima intervista pubblicata in Italia, l’architetto catalano Carme Pinós testimonia come l’architettura nelle sue migliori espressioni sia pensiero incarnato nell’opera, lontanissimo da infingimenti e compromessi. Il volume, arricchito da un ampio repertorio fotografico a colori, contiene alcune opere dell’architetto catalano, e fra esse spicca in modo particolare il recentissimo CaixaForum di Saragozza, progetto inedito finora in Italia. Il lavoro di Pinós non si vuole arrestare sul bordo del dato retinico dell’architettura, ma va oltre, a toccare corde più e profonde, dove lo spazio dell’architettura è in più intima connessione con l’umano e con l’intero suo spettro sensoriale e percettivo. Pinós è un architetto totale, che nel fare quotidiano e concreto raccoglie e sintetizza teoria e prassi, scrittura e disegno, e che valorizza nel suo lavoro due termini, resistenza e responsabilità, entrambi vissuti da Carme Pinós e dal suo Estudio, come energie positive del progetto, piuttosto che come barriere da superare o aggirare.Carme Pinòs è un architetto catalano. Nata nel 1954, dal 1982 forma un sodalizio lavorativo con il marito, Enric Miralles, che si è concluso nel 1991. Nel 1991 ha fondato il proprio studio e trasferito la supervisione e la costruzione di numerosi progetti avviati nel precedente. Tra questi il Centro della Comunità e Auditorium in Hostalets de Balanya, La Mina Community Centre e il collegio di Morella. Da allora ha coniugato la sua attività di architetto con l’insegnamento in Università di fama internazionale, come Harvard. Attualmente sta lavorando, tra gli altri, al complesso residenziale di Novoli a Firenze, la sede del governo catalano a Tortosa, un liceo a Sant Carles de la Rapita, un edificio per uffici in Igualada e il design della Piazza Gardunya a Barcellona, così come a un edificio residenziale e alla Scuola Massana di Belle Arti adiacente alla piazza. Ha recentemente inaugurato il CaixaForum a Saragozza, forse il suo progetto più significativo. Il suo lavoro è stato esposto in diverse gallerie, musei e università; dal 2006 il modello della Torre Cube fa parte della collezione permanente del MOMA.
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Titolo: L'ultima Barcolana Autore: Manuela Mazzi Collana: L’Uomo di Sabbia Genere: giallo Categoria: Giovani Adulti Uscita: ottobre 2014 Pagine: 28 Carta: Fedrigoni Sistina avorio 100 gr Copertina: Fedrigoni Freelife Vellum White 250 gr Rilegatura: Brossura cucita Formato: 14,5 x 20,5 cm Lingua: Italiano ISBN: 9788897561255
Che cosa accade se, durante un’importante manifestazione, una spia in pen- sione si ritrova, nottetempo, ad assistere a un possibile delitto?Velisti, trimmer, appassionati di regate di tutto il mondo si danno appun- tamento, ogni anno, sul golfo di Trieste per partecipare o assistere alla mitica Barcolana. Tra loro c’è anche Mister Jack Tompson, ex agente con incarichi speciali dell’Onu, con sua moglie Lucy. La loro ennesima partecipazione alla grande regata, però, si trasforma ben presto in un’investigazione in incognita.
Si ritroveranno, davvero, per le mani un caso di omicidio? E se così fosse, i coniugi Tompson riusciranno a risolvere il caso entro le 36 ore che verranno loro concesse? Riuscirai tu, lettore, a intuire i passi da seguire per procedere nell’indagine di questo breve ma intenso giallo?
Manuela Mazzi (Locarno, 1971) è giornalista e scrittrice, lavora per il settimanale «Azione» dal 2004. In precedenza ha collaborato con diverse testate giornalistiche ticinesi e con il quotidiano italiano «Il Giornale». Da una decina di anni, appena può si trasforma in un’artigiana nel mondo della fantasia: scrive racconti, reportage narrativi e romanzi. Al suo attivo ha nove libri, compreso il presente racconto. Per Safarà Editore ha pubblicato dei gialli aventi per protagonista Un giallo da concorso e L’ancora insanguinata per “Le avventure in giallo di Sir TJ” di cui uscirà a breve il terzo episodio dal titolo Una tigre a Venezia. Il suo Un gigolo in doppiopetto e Guardie, ladri e tracciatori nel 2010 è stato selezionato tra i venti titoli partecipanti al Premio Bancarellino, gli è stato conferito dalla giuria tecnica della III edizione del Premio di Letteratura per ragazzi Mariele Ventre la menzione speciale per la «migliore opera di narrativa di autore straniero di lingua italiana, destinata a ragazzi 12/16 anni» e ha ricevuto una targa speciale dalla giuria del Premio Stresa di Narrativa. La sua ultima pubblicazione, Il furto della verità, è la versione integrale di un giallo anticipato a puntate sulle pagine culturali del «Corriere del Ticino», le cui protagoniste, sempre nel 2014, sono finite in un racconto di Manuela Mazzi, che è stato selezionato tra i finalisti di Giallo Stresa.Liza Schiavi è nata a Piacenza nel 1974, ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Brera (MI) e si è specializzata presso la Scuola Internazionale di illustrazione di Sarmede (TV). -
Titolo: Il Vicino Autore: Andrea Biscaro Collana: L’Uomo Nero - 2 Pagine: 194 Genere: thriller Prima edizione: ottobre 2014 ISBN: 9788897561248
Sono un pittore. Un tempo avevo una certa fama. Quattro anni fa ho lasciato tutto. Mia moglie, la città, i vizi, il successo. Mi sono trasferito in campagna, nel sud della Toscana. Qui ho ripreso in mano la mia vita. Qui, nel silenzio di una natura incontaminata e selvaggia e in compagnia della mia gatta Libeccia, ho cercato di essere libero. Ma un giorno arriva qualcuno nella grande villa abbandonata vicino alla mia, una figura ambigua ed elegante che turberà irrimediabilmente la mia quiete ritrovata. Quello stesso giorno ricevo uno strano pacchetto, una scatola nera con una scritta a mano: “Sangue occulto”. É un video amatoriale, un film snuff che mostra un efferato omicidio. Il protagonista di quella violenza ripresa con una telecamera sono io! Da quel momento la mia vita ripiomba nel caos. La realtà inizia a confondersi, a scivolare lentamente nel delirio.Andrea Biscaro è nato a Ferrara nel 1979, si divide attualmente tra l’Isola del Giglio e Varazze. Cantautore, romanziere, scrittore per ragazzi, è considerato dalla critica una delle voci più originali e poliedriche della scena letteraria italiana. Tra le numerose pubblicazioni ricordiamo: il bestseller Nerone. Il fuoco di Roma (Castelvecchi 2011, Lit 2012), l’horror per ragazzi Ecnon (Coccole&Caccole 2010, 3° Classificato al Premio Internazionale Città di Cento), il libro-cd Ballate della notte scura (Squilibri 2013) scritto a quattro mani con il padre di Dylan Dog, Tiziano Sclavi, e Il buio nella bocca (Safarà Editore 2013).25 settembre 2014 - HorrorMagazine.com «Il Vicino di Andrea Biscaro» di Gianfranco Staltari 02 ottobre 2014 - Letteraturahorror.it «Nuove uscite - Il Vicino di Andrea Biscaro» di Andrea Schiavone 25 novembre 2014 - HorrorMagazine.it «Recensione - Il Vicino» di Marco Addino 25 novembre 2014 - Giallomania.it «Recensione: Andrea Biscaro - Il Vicino» di Paola Badi 11 dicembre 2014 - Giallomania.it «Intervista a Andrea Biscaro» di Paola Badi 03 gennaio 2015 - CriticaLetteraria.org «Recensione: Andrea Biscaro, Il Vicino» di Patrizia Poli 21 gennaio 2015 - Nerocafe.net «Recensione: Il Vicino, di Andrea Biscaro» di Mirko Giacchetti 23 gennaio 2015 - Ilblogdeilibri.com «Commenti dei lettori» 23 marzo 2015 - Csidewriter.wordpress.com «C-Book Le recensioni: Il Vicino» 10 aprile 2015 - Librofatato.blogspot.it «Recensione: Il Vicino» 21 aprile 2015 - Csidewriter.wordpress.com «C-Book Intervista a Andrea Biscaro» aprile 2015 - Mangialibri.com «Recensione de Il Vicino» di Gabriele Ottaviani 26 maggio 2015 - Bancarellalibro.blogspot.it «Recensione: Il Vicino di Andrea Biscaro» 23 agosto 2015 - Club-ghost.blogspot.it «Recensione: Il Vicino» a cura di Giorgio Mazzola -
Titolo: Per piano solo Autore: Maria Pina la Marca Genere: Poesia Uscita: dicembre 2014 Pagine: 60 Lingua: Italiano
In allegato CD omaggio
Questo libro offre un viaggio in trenta poesie, intensamente evocative, dedicate al padre e alla madre da una voce della poesia contemporanea che si pone come testimonianza vera e sicura di un continuum affettivo mai interrotto. Un viaggio fisico e viscerale dentro la propria genesi, il proprio inizio. Poesie che accarezzano i loro soggetti con una delicatezza rara e commossa e che segnano, col passo della lettura, la misura di una distanza a volte incolmabile, a volte annullata. Quando questo accade tutti noi, figli, sentiamo di poter parlare con chi è stato, oppure è ancora, nostro genitore, da profondità che non credevamo di possedere, regalandoci l’intima consapevolezza della possibilità di un dialogo che lo scorrere di nessun tempo lineare avrà mai la forza di interrompere.Alle poesie sono stati abbinati dei brani classici di Debussy, Bach, Chopin, Grieg, Schumann, eseguiti dal Maestro Maurizio Baldin e raccolti nel CD omaggio allegato al libro.
Maria Pina la Marca è nata in Puglia ma vive e insegna a Pordenone dal 1977. Nel 1987 ha pubblicato il volume di poesie “Maschere”, edito dalla Biblioteca di Montereale Valcellina e illustrato da Dino Pes; nel 1982 “Funamboli del cuore”, Edizioni del Rosone, Foggia; nel 2003 “Verrà l’inverno ancora”, Bastogi, Foggia; nel 2007 “L’aquilone terrestre”, Libreria al Segno Editrice, Pordenone. Altre poesie sono state pubblicate nelle raccolte “Messaggi”, a cura del Comune di Montereale Valcellina (Pn), 1986; “Incontri di poesia (I poeti tra noi)”, a cura del Comune di Cordenons (Pn), 1987 e 1991; “100 poesie d’amore”, Oscar Mondadori, Milano, 1996; AA.VV. “I poeti dell’Arca”, Bastogi, Foggia, 2004; AA.VV. “Poesie d’amore per il terzo millennio”, Bastogi, Foggia, 2006; “Antologia” (I poeti di Pordenone), Momi – Molinis- la Marca, Samuele Editore, Pordenone, 2011. Per la narrativa ha pubblicato “La mia Fenice, dietro le quinte”, Medianaonis editrice, Pordenone, 2013; è presente nel libro AA.VV. “Lettere, a te”, Samuele Editore, Pordenone, 2012; AA.VV. “Quello che le donne non dicono”, a cura della Compagnia di Arti & Mestieri, Pordenone, 2012. Un racconto inedito è stato inserito nell’antologia di AA.VV. “Il racconto mai scritto”, selezione letteraria 2005-2006, a cura dell’Associazione Nazionale “Le Donne del Vino”, Milano. Ha scritto il copione teatrale “L’ultima recita”, liberamente ispirato alla vita di Jacopo Linussio. Ha collaborato con i giornali “Il Corriere di San Severo” e “Momento Sud” e tuttora scrive per la rivista “Eventi”, per la quale ha curato i supplementi speciali de “Le Giornate del Cinema Muto”. -
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Titolo: Un popolo di debitori Autore: Miro Renzaglia Genere: Saggistica Uscita: dicembre 2014 Pagine: 100 Formato: 135 x 205 mm Lingua: Italiano Isbn: 978-88-97561-28-6
«Il meccanismo era dei più semplici e micidiali: più consumi, più contribuisci allo sviluppo economico del Paese. Consuma di più e il mondo ti sorriderà. Non hai i soldi per permetterti tutto ciò che vorresti? E qual è il problema? Ti accendiamo mutui, ti offriamo lo scoperto sul tuo conto corrente bancario, ti concediamo carte di credito revolving. Ti finanziamo, insomma, al di là di ogni tua possibilità attuale. In fondo, non è forse vero che per morire e pagare c’è sempre tempo?».È così che si crea un popolo di debitori. Attraverso un meccanismo perverso che macina nei suoi ingranaggi le risorse di chi, all’oscuro della strategia spietata che lo sovrasta, cerca di galleggiare nelle acque agitate di una drammatica crisi finanziaria e politica che si è scatenata secondo volontà che si trovano al di fuori del suo controllo. Tuttavia, la forza della consapevolezza può ancora avere il potere di cambiare lo stato delle cose, anche per chi non comprende il linguaggio volutamente inaccessibile dell’alta finanza. E questo è «proprio ciò che Miro Renzaglia propone in questo vero e proprio manuale di sopravvivenza economi ca. Armato di un gigantesco martello, demolisce una a una le cornici che condannano la nostra vita a seguire un solo pensiero. Quello unico» (dalla prefazione di Ivan Buttignon).
Miro Renzaglia è nato a Roma. Ha pubblicato Controversi (E.C.D.P., Milano, 1988), I rossi e i neri (Settimo Sigillo, Roma, 2002), A spese mie (I libri de «Il Fondo» - Gruppo Editoriale l’Espresso, 2010). Nel 1990, ha fondato la rivista di poesia e immagini «Kr 991» che ha diretto fino al 1999. È autore e performer del concerto di musica-poesia Radiografia di uno sfacelo (Roma, 2003) rappresentato in diverse città italiane. Dal 2006 ha fondato e dirige il magazine online «Il Fondo». Suoi testi poetici sono presenti in antologie, riviste e dvd. Come saggista, critico letterario e di costume, collabora a quotidiani e periodici. Nonostante la sua giovanile iscrizione alla facoltà di Economia dell’Università La Sapienza di Roma, fa risalire il suo interesse più autentico per l’economia alla lettura e allo studio della poetica di Ezra Pound. Come lui, si considera un autodidatta.18 dicembre 2014 - Barbadillo.it «Libri sotto l'albero: i consigli di Ballario» di Giorgio Ballario 22 dicembre 2014 - Secoloditalia.it «Crisi, ci salveranno Beneduce ed Ezra Pound? Il nuovo libro di Renzaglia» di Antonio Pannullo 7 marzo 2015 - Ecodellariviera.it «Intervista a Miro Renzaglia»di Mario Grossi 9 marzo 2015 - Destra.it «“Un popolo di debitori” suggerito da Ezra Pound» di Francesco Marotta -
Titolo: Tecnica sociale dell'informazione Sottotitolo: La rivoluzione nella comunicazione: da target a persona Autore: Francesco Fattorello Curatore: Giuseppe Ragnetti Genere: Saggistica Uscita: gennaio 2015 Pagine: 152 Lingua: Italiano
Ancora oggi molti teorici della comunicazione insistono sul fatto che le persone, definite target, assorbano in maniera passiva e in toto i dettami dello strapotere mediatico. Nel corso della sua lunga fortuna la tecnica sociale dell’informazione elaborata da Francesco Fattorello, primo docente di Storia del giornalismo in Italia, ha messo in discussione questo sistema. Secondo la teoria di Fattorello, infatti, gli attori del processo comunicativo sono parimenti elevati al rango di soggetti, egualmente dotati di facoltà opinanti e, di conseguenza, hanno pari dignità. Allo stesso modo non esiste alcun tiratore che colpisce un target, bensì due soggetti attivi che reagiscono ai numerosi stimoli ricevuti sulla base delle proprie facoltà di giudizio e delle proprie attitudini sociali, prodotte da determinati processi di acculturazione.Nell’anno del trentesimo anniversario dalla sua scomparsa, Francesco Fattorello si pone come una delle figure rivoluzionarie e fondamentali nel mondo della comunicazione. A settant’anni dalla sua prima elaborazione, la tecnica sociale rappresenta un modello irrinunciabile di riferimento per chiunque voglia confrontarsi con la pratica della comunicazione nel nostro tempo, un modello in grado di fornire risposte all’altezza delle crescenti esigenze di informazione e di comunicazione che connotano le società di oggi.
Francesco Fattorello (Pordenone 1902 - Udine 1985) è stato giornalista e studioso, dal 1928 primo docente incaricato della cattedra di Storia di giornalismo in Italia, dal 1928 presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Trieste e dal 1934 presso la medesima Facoltà dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. In questa città fondò e diresse, dal 1947 in poi, l’Istituto Italiano di Pubblicismo. Nella sua lunga carriera di studioso Fattorello fu anche docente e membro del Consiglio di amministrazione del Centre International pour l’enseignement supérieur du journalisme dell’Università di Strasburgo. A lui è dedicato l’Istituto “Francesco Fattorello” di Roma, diretto da Giuseppe Ragnetti, curatore di questo volume.Giuseppe Ragnetti, professore di Psicologia sociale, è specializzato nelle discipline dell’informazione e della comunicazione. Insegna anche presso la Laurea Specialistica in Editoria Media e Giornalismo dell’Università degli Studi “Carlo Bo” di Urbino. Ha raccolto l'eredità culturale e continua l'opera del suo Maestro Francesco Fattorello, dando seguito alla sua tradizione scientifica e didattica anche a livello internazionale. Dal 1986 dirige l'Istituto “Francesco Fattorello” di Roma, che attiva la Scuola superiore di Metodologia dell'Informazione e Tecniche della Comunicazione, erede della prima Scuola italiana nell'ambito della comunicazione e dell'informazione, fondata da Fattorello nel 1947. L’Istituto Fattorello è l'unico membro istituzionale italiano ammesso in iamcr/aieri, massima organizzazione mondiale del settore. L’Istituto prosegue in forme e strutture adeguate ai tempi la diffusione dell’impostazione teorica fattorelliana promuovendone la conoscenza a tutti i livelli, con un'attività didattica ininterrotta da settant'anni. -
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Titolo: Noi Animali - We Animals Autore: Jo-Anne McArthur Traduzione: Cristina Pascotto Genere: Saggistica - fotografia Uscita: maggio 2015 Pagine: 252 Isbn: 978-88-6958-001-7
Presentato in anteprima al Salone del libro di Torino 2015
La fotoreporter canadese Jo-Anne McArthur guida il lettore-spettatore in un viaggio complesso ed emotivamente intenso nel mondo della relazione tra animali umani e animali non umani – rapporto di cui mostra le molte contraddizioni, a tratti sconcertanti e commoventi. Questo saggio fotografico, in virtù della forza rivelatrice delle immagini e di poche, essenziali parole, vuole far luce su un rapporto che può – e deve – essere ripensato. Noi Animali - We Animals, rammentandoci con il suo stesso titolo la matrice di una condizione condivisa, si pone dunque come un faro per chiunque decida di raccogliere il segnale e seguirne la traccia, impressa sul solco della strada che conduce alla libertà per tutti gli esseri viventi. Il libro gode della prefazione di Roberto Marchesini, filosofo, etologo, direttore della rivista "Animal Studies" e autore di oltre quaranta volumi sul tema.Jo-Anne McArthur, fotoreporter originaria di Toronto, Canada, ha fotografato la drammatica situazione in cui versano gli animali nei sette continenti per più di dieci anni. Il suo progetto We Animals documenta la presenza degli animali in contesti umani, allo scopo di abbattere le barriere che questi ultimi hanno eretto e che permettono di trattare gli animali non-umani come oggetti, e non come esseri la cui vita ha un significato morale. Jo-Anne è presente nel documentario della regista canadese Liz Marshall The Ghosts in Our Machine.
Estratto dall'introduzione «Quello che vedrete in queste pagine potrebbe sorprendervi o disturbarvi. Il mio scopo non è quello di farvi allontanare, ma di trascinarvi dentro, portarvi più vicino; rendervi partecipi. Voglio che le mie fotografie siano tanto belle ed evocative quanto veritiere e potenti. Spero che vi prendiate il giusto tempo non solo per guardare ma per vedere, anche solo come gesto di rispetto per i miliardi di animali di cui non notiamo né la vita, né la morte. Guardare questo libro significa offrire la propria testimonianza insieme alla mia, e questo significa anche confrontarsi con la crudeltà e la complicità che questa comporta. In quanto appartenenti a una specie, è necessario adottare una nuova mentalità, imparare nuovi atteggiamenti e disimparare quelli vecchi».- Tour Jo Anne McArthur in Italia
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- D di Repubblica - Zoelagatta: 14 maggio 2015, di Macri Puricelli - Grazia: 15 maggio 2015, di Marina Speich - La Stampa: 19 maggio 2015, di Carlo Grande - Intervista per Radio Onda d'Urto a Roberto Marchesini, curatore della prefazione di "Noi Animali - We Animals" - Ecocentrica.it di Tessa Gelisio - Vegan Life: in edicola dal 12 giugno 2015 - Huffingtonpost.it - articolo di Laura Eduati - Mangialibri.com - di Cinzia Ciarmatori - Artribune.com - di Davide Parpinel - Veganzetta.org - di Adriano Fragano - La Lettura del Corriere della Sera, 30 agosto 2015 - di Leonardo Caffo - Repubblica.it, 11 settembre 2015 - Il Sole 24 Ore, 15 settembre 2015, di Guido Minciotti - Rai Radio 3, 16 settembre 2015 - programma Fahrenheit: intervista a Jo-Anne McArthur - RaiNews.it, 18 settembre 2015 - Il manifesto: Negli occhi di una scimmia, 3 ottobre 2015 - di Eleonora Adorni - Natural Style, novembre 2015 - Arte Magazine: "We Animals": a Torino siamo tutti animali, di Maria Grazia Filippi, 5/10/2016 -
Titolo: La creatività è un pesce Autore: Giuseppe D'Orsi Genere: Libro d'artista Uscita: maggio 2015 Pagine: 96 Lingua: Italiano Isbn: 978-8897561309
Parola di editoreAltolà a qualsiasi intro-pre-post fazione!
Come editore, non potevo permettere che niente di così terribile accadesse a questo singolarissimo, eccentrico e luminoso libro d’artista,
che necessita di una lettura repentina, frammentaria e meditabonda insieme,
per nessun motivo mediata da commenti che possano arginare l’onda fluida e dirompente di quel pesce che è la creatività.
Lettore di immagini e parole, ti saluto e ti lascio ora nuotare tra queste pagine,
nella speranza che tu possa trovare, tra le meraviglie del fondale che si presenterà ai tuoi occhi, sottoforma di conchiglie, stelle marine e pesci dai colori cangianti,
tesori di grande bellezza e verità, come amiamo chiamare
l’ARTE, il PENSIERO e la LIBERTÀ.
Giuseppe D'Orsi è grafico, designer e architetto. Art director e fondatore di diverse aziende e gruppi che operano nel mondo della comunicazione, negli anni ha collaborato con Oliviero Toscani curando progetti di editoria, moda, video e immagine aziendale con i più noti brand internazionali. Vincitore di numerosi premi e menzioni, nel maggio 2015 pubblica “La Creatività è un pesce” per Safarà Editore.
- “La creatività è un pesce”
- “La creatività è un pesce”
- “La creatività è un pesce”
- “La creatività è un pesce”
- Presentazione “La creatività è un pesce”
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Titolo: The Magic Cat. Il gatto con gli stivali Autore: Marcella Manicardi - Marceline Genere: Libro illustrato Isbn: 978-88-941359-0-9
Descrizione A sei anni dalla scomparsa dell’artista pordenonese Marceline (Marcella Manicardi) la casa editrice Universalia, pubblica l’opera completa inedita "The Magic Cat" (rivisitazione romanzata de "Il Gatto con gli stivali") scritta e illustrata da Marceline nel 1985. "The Magic Cat" è un libro elegante, da collezione, per adulti che per piccini, ricco di colori e di disegni che nella moderna editoria per l’infanzia sono introvabili. Anche il testo è molto piacevole, morbido e sognante ma con un tocco di originalità.Marcella Manicardi (1960 -2009), dal 1986 per più di vent’anni è stata stimata professoressa di disegno e illustrazione nei licei della Provincia di Pordenone. Ha lavorato anche in ambito privato. Nel 1989 è assistente dello scultore Zadok Ben David a Londra. Nel 1992 è grafica pubblicitaria per lo studio Verduco Art Group. Dal 1995 al 1996 è coadiutrice grafica del museo d’Arte di Pordenone. Espone in mostre personali e collettive a Bari e Pordenone. Il suo stile tecnicamente preciso, definito come una miniatura nel figurativo/illustrativo con pastelli ed acquerelli, si presta invece ad innovative sperimentazioni nell’astratto e nel sacro minimale, con l'uso di colori polimaterici, cenere, polvere d'oro, tecniche miste. Raffinata scultrice di volti di santi e maschere in cartapesta, scrive anche numerosi romanzi in italiano e inglese. Illustra egregiamente le sei Fiabe di O. Wilde ed. AMZ Milano (Mondadori); copie del libro sono conservate anche nella Biblioteca di Stoccolma. -
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Titolo: Marina Cons. Un architetto, una donna Autore: Anna Lombardi Genere: Saggistica Lingua: Italiano ISBN: 9788897561316
L’opera di Marina Cons, scomparsa prematuramente nel 2012 a San Vito al Tagliamento dov’era nata nel 1960, è raccontata in questo libro che ne raccoglie l’intera produzione progettuale nei vari campi della cultura del progetto: design, moda, allestimenti, ristrutturazioni, nuove edificazioni, architettura d’interni. I progetti sono analizzati e raccontati con materiali iconografici, schizzi, rappresentazioni eidomatiche, testi; non mancano, fra l’altro, sconfinamenti nei territori della filosofi a e della tecnologia.Anna A. Lombardi è una studiosa di cultura del design. Su questo tema ha curato mostre, eventi e pubblicazioni per enti pubblici e privati. Alcuni suoi libri indagano le origini dell’industria del Friuli Venezia Giulia, come Distretto della sedia: design tra passato e futuro, altri ne raccolgono le riflessioni sul tema, come Nanetti: è design? È docente di “Storia e cultura del Design” presso l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Roma. -
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Titolo: Si può ancora fare Autore: a cura di Ferruccio Merisi Genere: Narrativa, studi sociali Pagine: 256 Isbn: 978-88-97561-58-3 Uscita: dicembre 2016
Con interventi di Claudio Bisio, Giulio Manfredonia e molti altriUn progetto che è la continuazione ideale del film Si può fare (2008) di Giulio Manfredonia con Claudio Bisio e Giuseppe Battiston
Un libro per celebrare i 35 anni di attività della Coop Noncello, realtà storica per il progresso sociale del nostro Paese. Quest’o- pera è una fondamentale antologia di frammenti di vita scritta da uno dei più importanti autori teatrali della scena contemporanea. Opzionata per l’adattamento teatrale, è attesa a gran voce da un pubblico sensibile alle tematiche dell’integrazione.
Descrizione Nel 2008 il regista Giulio Manfredonia raccontò, con il film Si può fare, la nascita di Coop Noncello, realtà storica che ha contribuito in modo determinante al progresso sociale italiano. Oggi, dopo trentacinque anni di attività e un immenso patrimonio di storie vissute, la Cooperativa ha scelto di regalare al lettore alcune delle sue più recenti esperienze. Ferruccio Merisi ha raccolto alcune voci di riferimento del passato e del presente di questa intensa epopea umana: ex direttori e presidenti, assistenti sociali, professori universitari, il regista e lo sceneggiatore del film nonché il suo attore principale, Claudio Bisio. Ma soprattutto i veri protagonisti di questo libro sono i soci odierni della Noncello, come preziosi monologhi in prima persona: un’umanità reale e presente, spesso dimenticata ai margini, e divenuta produttiva ritagliando per sé un frammento di spazio in un mondo “non adatto ai non adatti”.
Ferruccio Merisi ha scritto e/o diretto, dal 1976 a oggi, oltre cento spettacoli per il teatro. Con la sua attuale compagnia, la Scuola Sperimentale dell’Attore di Pordenone, si occupa molto di linguaggi performativi contemporanei, includendo, in questo orizzonte, anche i progetti di ascolto e di assistenza espressiva verso le differenze.
«Si Può Ancora Fare è un libro non scritto, ma diretto da Ferruccio Merisi. Pensieri e parole autentiche di vita, da chi ha vissuto la sofferenza della malattia fisica e mentale e del dolore che porta a sparire ed essere esclusi senza dignità e via d’uscita. È la storia autenticamente provata di chi, la Cooperativa Sociale Noncello di Pordenone, ancora oggi produce ricchezza e crescita culturale, con la qualità del lavoro di chi è riconosciuto diverso e con l’amore folle di chi è normalmente conosciuto». Manuel Giuliano, Giornalista Indipendente, 11/12/2016 -
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Titolo: Salvi! Animali, rifugi e libertà Autore: a cura di Valentina Sonzogni Genere: Saggistica, natura, ambiente Collana: Animalia Pagine: 140 Isbn: 978-88-97561-34-7 Uscita: giugno 2016
Questo libro è disponibile unicamente in formato obliquo.
Descrizione Salvi! Animali, rifugi e libertà, esplora l’inedito mondo dei rifugi e santuari animali presenti nel territorio italiano. Luoghi privilegiati in cui è possibile sperimentare l’empatia profonda che lega ogni essere vivente, i santuari animali si svelano qui nella passione che anima i loro fondatori e nella pratica quotidiana volta a costruire un futuro di pace, cura e sostenibilità per tutte le creature viventi.Con postfazione di Leonardo Caffo
Valentina Sonzogni è storica dell’arte e dell’architettura e lavora presso il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Con Leonardo Caffo dirige la rivista di studi animali “Animot. L’altra filosofia”. Fa parte dell’associazione Gallinae in Fabula, per la quale segue progetti di ricerca sull’animalità.
Leonardo Caffo, filosofo e attivista antispecista, PhD presso l’Università degli studi di Torino, è stato fellow dell’Oxford Centre for Animal Ethics. Ha fondato e diretto la rivista “Animal Studies”. Collabora con il “Corriere della Sera” (La Lettura) e “Rai Cultura” e scrive regolarmente su “Huffington Post Italia”.
- “Salvi!” in stampa
- Presentazione “Salvi!” al Book Pride 2016
- Bruno del progetto “Io sto con Bruno”
- Bruno del progetto “Io sto con Bruno”
- Ippoasi
- Ippoasi
- Ippoasi
- Parco dell’Abatino
«In libreria da giugno 2016, si tratta di un saggio fotografico costruito su 11 interviste, la prima opera dedicata a indagare da vicino, con la forza delle immagini e delle parole dei loro fondatori, la realtà dei rifugi e dei santuari animali italiani». Guido Minciotti, Il sole 24 ore«È molto più di un libro o di un manifesto questo "Salvi!" curato da Valentina Sonzogni e pubblicato nella collana Animalia dalla coraggiosa casa editrice di Pordenone, Safarà. Molto di più di un libro questo libro che ho fra le mani. È la base di un racconto che mai finirà sugli animali cosiddetti da reddito (e non solo quelli) che per la nostra società non hanno né nome né anima. Sono solo merce e prodotti da utilizzare fino alla fine e poi da mangiare». Macri Puricelli, D di laRepubblica
«Cosa significa liberare un animale da una condizione di prigionia, sia essa legata all'industria alimentare, del divertimento o dell'abbigliamento? Lo spiega il libro Salvi!». Francesca Fattori, VeganLife
«Nell’esclamazione sta la cifra di questo breve e ben riuscito esperimento da leggersi come sollievo e augurio di trasformazione. Quando infatti gli animali non umani smettono di essere oggetto di sfruttamento, reddito o macabro gingillo, si avvia un discorso che ha il sapore morale, ed etico, di un reinserimento nel mondo». Alessandra Pigliaru, Il Manifesto
«Un libro che ha come scopo non solo compiere un viaggio attraverso 12 rifugi italiani, ma anche denunciare un vuoto legislativo: i rifugi sono trattati dalla legge come se fossero allevamenti». Vegolosi.it
- D di laRepubblica - Zoelagatta: Animali, rifugi e libertà: un libro per raccontarli, di Macri Puricelli, 13/04/2016
- amoreaquattrozampe.it: Alcune storie di persone coraggiose che hanno creato dei santuari in Italia, 13/04/2015
- RadioVeg.it: 12/05/2016
- Il Sole 24 ore: “Salvi!”, un libro fotografico per viaggiare in 12 rifugi e santuari per animali d’Italia, di Guido Minciotti, 13/05/2016
- D di laRepubblica - Zoelagatta: Salvi! Storie di rifugi e speranze per un nuovo mondo, di Macri Puricelli, 8/6/2016
- VeganLife n.17: Una nuova vita, di Francesca Fattori, giugno 2016
- Il Manifesto: Rifugi e pratiche di liberazione, una controstoria, di Alessandra Pigliaru, 28/6/2016
- Intervista a Valentina Sonzogni alla trasmissione radiofonica Restiamo Animali del 25/6/2016
- Intervista a Velentina Sonzogni e Leonardo Caffo alla trasmissione radiofonica Fahrenheit di Rai Radio 3 del 7/7/2016
- Vegolosi: “Salvi!”: il viaggio-intervista attraverso i rifugi animali, di Camilla Gaetano, 12/7/2016
- Veronasera: Nell'ambito del festival "SOAVeg" la presentazione del libro "SALVI! Animali, rifugi e libertà", 21/7/2016
- Leonardo Caffo a Fahrenheit di Rai Radio 3 - Animalie - del 26/12/2016
- Rivista Terra Nuova, gennaio 2017
- Milano, sabato 2 aprile, ore 19: Book Pride Milano, Sala Macondo
- Torino, venerdì 13 maggio, ore 18.30: Salone del Libro di Torino, sala Avorio
- Roma, venerdì 10 giugno, ore 16.30: Auditorium, via Rieti 13, Convegno nazionale LAV
- Montorio (Verona), sabato 23 luglio, ore 17.00: Festival Soaveg
- Pordenone, pordenonelegge2016
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Titolo: Lanark - Una vita in quattro libri Autore: Alasdair Gray Traduzione: Enrico Terrinoni Genere: Narrativa Pagine: 165 Prezzo: 16,00 € Isbn: 9788897561354 Uscita: 25 agosto 2016 Volume secondo
Questo libro è disponibile unicamente in formato obliquo.
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Dalla prefazione di Jeff VanderMeer «Nella terribile devastazione dello scenario di Unthank che ci offre Alasdair Gray, bocche giganti calano dal cielo per divorare il protagonista, Lanark, e un vento freddo si alza “insieme all’odore salato di alghe putrescenti, e poi uno caldo di carne arrostita”. Lanark ne viene inghiottito, e lo stesso accade al lettore».Descrizione Lanark – Una vita in quattro libri racconta i destini di due città che corteggiano il dissolvimento, Unthank e Glasgow, mentre fluttuano incerte sul limitare del passato e del futuro. Lungo le loro strade tortuose verranno dipanati gli intricati fili che uniscono le vite di Lanark e di Duncan Thaw i quali, nell’attraversare un vasto e labirintico universo simbolico, ci conducono nei sentieri battuti dell’uomo contemporaneo, tanto pericolosi quanto seducenti, tanto impensabili quanto reali. Pubblicato per la prima volta in lingua inglese nel 1981, Lanark ha immediatamente collocato Gray nell’empireo dei più importanti autori britannici ed è stato comparato, tra gli altri, a Dante, Blake, Joyce, Orwell, Kafka, Huxley e Lewis Carroll.
Alasdair Gray (Glasgow, 28 dicembre 1934) è un eclettico scrittore, artista, poeta e drammaturgo scozzese. Personalità poliedrica del panorama artistico europeo, nelle sue opere fonde elementi provenienti dai più diversi generi letterari, in cui il realismo si unisce all’elemento fantastico, la satira sociale al dramma, e lo humour è sempre al servizio della verità della narrazione. L’opera più nota è il suo primo romanzo Lanark – Una vita in quattro libri. Scritto in un periodo di quasi trent’anni e oramai considerato un classico della letteratura, è stato definito dal New York Times Book Review «La Divina Commedia del cripto-calvinismo anglosassone». Il suo romanzo Poveracci! ha vinto il Whitbread Novel Award e il Guardian Fiction Prize.
Enrico Terrinoni è professore associato di letteratura inglese all’Università per Stranieri di Perugia. Ha tenuto lezioni e conferenze in più di 20 università italiane ed europee. Si occupa di letterature di lingua inglese, e di teoria e pratica della traduzione. Collabora con Il Manifesto; suoi contributi sono usciti anche sul Corriere della Sera e Il Sole 24 ore. Ha pubblicato diversi libri, saggi e recensioni, oltre a numerose traduzioni dall’inglese di contemporanei e classici (Francis Bacon, Nathaniel Hawthorne). In particolare ha lavorato su James Joyce e l’Ulisse, opera della quale ha realizzato una nuova e premiata traduzione per Newton Compton. Sta lavorando a una nuova edizione annotata di Spoon River Anthology di Masters e alla traduzione italiana di Finnegans Wake.«Uno dei pilastri della narrativa del XX secolo» The Guardian«Non c’è riassunto che possa fare giustizia a quello che Gray è riuscito a fare in Lanark». BBC UK
«Alasdair Gray è una specie rara nella letteratura anglosassone, un autentico sperimentalista, che ha trasgredito a ogni normale tradizione della prosa, in un delirio conturbante». David Lodge
«Uno dei romanzi più innovativi e trasgressivi della letteratura scozzese contemporanea». Il Sole 24 Ore
«Finalmente approda in Italia Lanark, una vita in quattro libri, per Safarà Editore, in un’edizione elegante e originale». Il Manifesto
«Lanark diverrà, per un istante o per tutta la vita, il libro di cui i lettori non potranno fare a meno». The New York Times
«Il mio consiglio è di non perdere l’occasione e sostenere questa storica iniziativa culturale, un tassello per la fondazione di un’identità europea in divenire e un’esperienza letteraria indimenticabile». Ultimavoce.it
«Possibile che di un libro così importante non si avesse notizia e non fosse mai stato tradotto? Ora che è giunto in libreria l'ultimo volume [...] possiamo dirlo: sì, era possibile. Lanark [...] è un capolavoro». Vanni Santoni, La Lettura del Corriere della Sera
«Senza dubbio Lanark è uno dei romanzi più innovativi e trasgressivi della letteratura contemporanea ma anche tra i più leggibili: un'autentica scoperta per il lettore che divora e viene divorato dalle visioni di Gray, tanto apocalittiche quanto politiche. Di certo Lanark non è ancora conosciuto come meriterebbe. Il genio visionario di Gray è identico se non più potente di quello di Philip K. Dick. [...] Non aspettiamo che muoia, come Dick, per rendergli l'omaggio che merita: leggerlo». Gian Paolo Serino, Il Giornale
«Di fatto, Lanark riesce a catapultarci in uno strano universo, risucchiando tutta la nostra voglia d’energia vitale fino alla fine, a cominciare dai libri di Duncan Thaw in cui la ricostruzione sia della Glasgow del tempo sia delle emozioni personali è del tutto lineare». Alias, Il Manifesto, Marco Fazzini
Il Manifesto; Gli angoli bui del mondo di Andrea Comincini, 14/04/2016 Il Sole 24 Ore; L'Ulisse in versione scozzese di Renzo S. Crivelli, 1/05/2016 Ultimavoce.it; Il capolavoro che non hai mai sentito nominare di Alessandro Benassi, 28/08/2016 Scenaillustrata.com; Alla ricerca della vita dentro la vita di Andrea Comincini, 1/10/2016 La Lettura del Corriere della Sera, Lanark, padre di tante distopie di Vanni Santoni 27/8/2017 Il Giornale, Nella Glasgow di Alasdair Gray il fantasy diventa critica sociale di Gian Paolo Serino, 23/9/2017 Il Tascabile: Perché leggere Lanark Alias, Il Manifesto, Marco Fazzini, 12/11/2017
- Illustrazione di Auro Basilicò
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Titolo: Mangiare la Terra. Etica ambientale e scelte alimentari Autore: Lisa Kemmerer Traduzione: Cristina Pascotto Genere: Saggistica Pagine: 200 Isbn: 978-88-97561-39-2 Titolo originale: Eating Earth: Environmental Ethics and Dietary Choice Uscita: 29 settembre 2016
Ospite a pordenonelegge 2016
«Praticamente in ogni nazione è facile passare dalla culla alla tomba senza mai pensare a quello che mettiamo nelle nostre bocche; senza alcuna consapevolezza degli effetti delle nostre scelte alimentari sulla Terra, sugli animali, sulla nostra salute e sulle persone più deboli; senza alcuna consapevolezza del fatto che nella misura in cui decidiamo cosa mangiare, l’alimentazione è una questione di estrema rilevanza morale». Lisa Kemmerer Nonostante obiettivi e visioni del mondo essenzialmente condivise ed enormi potenzialità, gli ambientalisti e gli attivisti che si battono per gli animali non-umani raramente uniscono le forze. Mangiare la Terra, scritto tanto per gli ambientalisti e gli animalisti quanto per chiunque sia interessato a vivere una vita pienamente etica e sostenibile esercitando il potere dei propri consumi, esplora il vitale terreno comune tra i due movimenti di giustizia sociale, ovvero quello delle scelte alimentari. Questo libro di facile consultazione, completo di schemi, tabelle e un tocco di umorismo pungente, porta alla luce il gravoso - a tratti sconcertante - impatto ambientale dell’allevamento animale, della pesca e della caccia, indicando la strada verso un presente da riscattare e un futuro da costruire la cui ricchezza parte da ciò che decidiamo di mettere nei nostri piatti.Lisa Kemmerer, professoressa di Filosofia delle religioni presso la Montana State University, è una filosofa-attivista che svolge il suo lavoro di ricerca in nome degli animali non umani, dell’ambiente e di tutti gli esseri umani privi di potere. Laureata a Reed, ad Harvard e all’Università di Glasgow (Scozia), la Kemmerer ha scritto nove libri su questi fondamentali argomenti.
17 SETTEMBRE ore 10:30 PORDENONELEGGE.IT Palazzo della Provincia, PORDENONE in un dialogo con Macri Puricelli, giornalista18 SETTEMBRE ore 17:00 PAV - PARCO ARTE VIVENTE Festival Teatrum Botanicum, Emerging talents Via Giordano Bruno 31, TORINO In un dialogo con Leonardo Caffo, scrittore e filosofo
19 SETTEMBRE ore 18:00 CASA DELLA CULTURA Via Borgogna 3, MILANO In un dialogo con Leonardo Caffo, scrittore e filosofo In collaborazione con Essere Animali
20 SETTEMBRE ore 21:00 SALA MARCO BIAGI Via Santo Stefano 119, BOLOGNA Introdotta da Eleonora Adorni, antropologa In un dialogo con Roberto Marchesini, filosofo ed etologo dalle ore 20 buffet vegan - 8€ In collaborazione con Essere Animali
21 SETTEMBRE ore 20:00 SALA CONFERENZE INFORMAGIOVANI Piazza Roma, ANCONA dalle 19 apericena vegan - 8€ In collaborazione con Essere Animali
22 SETTEMBRE ore 18:30 LIBRERIA LOVAT Via Newton 13, VILLORBA (TREVISO) Introdotta da Adriano Fragano, Veganzetta insieme a Paolo Scroccaro e Mario Cenedese, Associazione Eco-filosofica In collaborazione con Veganzetta e Associazione Eco-filosofica
23 SETTEMBRE ore 18:00 LIBRERIA ANTICO CAFFÉ SAN MARCO Via C. Battisti 18, TRIESTE In un dialogo con Federica Marchesich, giornalista
«L’appassionata indagine di Lisa Kemmerer sull’impatto ambientale del consumo di carne culmina in un appello affinché il mondo adotti una dieta a base vegetale». Tristan Quinn, The Times Literary Supplement«Il lavoro di Lisa Kemmerer raccoglie tutte le informazioni necessarie per fornire un argomento che possa dirsi conclusivo sulla possibilità di un consumo consapevole. Sono felice di poterlo finalmente condividere con il mondo». Dr. Greta Gaard, University of Wisconsin, River Falls
«Questo è il più importante saggio che si sia mai occupato dell’impatto devastante delle nostre scelte alimentari su moltissimi ecosistemi». Marc Bekoff, etologo e scrittore (La Vita emozionale degli animali)
«Impossibile riassumere la mole di dati e le conseguenti riflessioni che Kemmerer racchiude nelle oltre 200 pagine di questo libro. Basti dire che nulla si sottrae alla spietata fotografia di un mondo alla deriva. Incapace di fermare lobby e industrie. Né la caccia, né la pesca "sostenibile". [...] Scritto per tutti». Macri Puricelli
- D di laRepubblica - Zoelagatta: Mangiare la terra: Lisa Kemmerer in Italia, di Macri Puricelli, 14/09/2016
- Intervista a Lisa Kemmerer alla trasmissione "Considera l'armadillo" su Radio Popolare, 19/9/2016
- Registrazione della presentazione di Mangiare la Terra alla Casa della Cultura di Milano, 19/9/2016
- Registrazione di Essere Animali della presentazione di Mangiare la Terra a Bologna, 20/9/2016
- Il Fatto Quotidiano: Intervista a Lisa Kemmerer, di Fabio Balocco, 21/9/2016
- NanoPress: Lisa Kemmerer e il suo ‘Mangiare la Terra’ ci spiegano come stiamo distruggendo il pianeta, di Simona Buscaglia, 21/9/2016
- Gambero Rosso: Alimentazione, ambiente, economia. Intervista a Lisa Kemmerer, autrice di Mangiare la Terra, di Davide Parpinel, 5/10/2016
- Intervista a Lisa Kemmerer alla trasmissione "Restiamo Animali", 8/10/2016
- Focus Wild: Restiamo umani di Franco Capone, ottobre 2016, parziale dell'articolo
- Vegolosi.it: Mangiare la terra, Lisa Kemmerer: “Il pericolo più grande è l’apatia umana”, di Federica Giordani, 1o/11/2016
- Vegan Life, intervista a Lisa Kemmerer, novembre 2016
- Il Sole 24 Ore: “Mangiare la terra”, come le nostre scelte alimentari incidono sull’ambiente e gli animali, di Guido Minciotti, 3/12/2016
- Lifegate.it: Ci stiamo mangiando il pianeta, di Lorenzo Brenna, 8/12/2016
- Impronte, rivista della Lav, n.9, dicembre 2016
- BioEcoGeo: Scelte alimentari e ambiente, quale legame?, di Simonetta Sandri, 1 gennaio 2017
- Uno dei 10 libri del 2016 per FerraraItalia
- Vegolosi.it: Essere vegani serve all'AMORE
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Titolo: Lanark - Una vita in quattro libri Autore: Alasdair Gray Traduzione: Enrico Terrinoni Genere: Narrativa Pagine: 208 Prezzo: 16,00 € Isbn: 978-88-97561-43-9 Uscita: febbraio 2017 Volume terzo
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Dalla prefazione al primo volume di Jeff VanderMeer «Nella terribile devastazione dello scenario di Unthank che ci offre Alasdair Gray, bocche giganti calano dal cielo per divorare il protagonista, Lanark, e un vento freddo si alza “insieme all’odore salato di alghe putrescenti, e poi uno caldo di carne arrostita”. Lanark ne viene inghiottito, e lo stesso accade al lettore».Descrizione Lanark – Una vita in quattro libri racconta i destini di due città che corteggiano il dissolvimento, Unthank e Glasgow, mentre fluttuano incerte sul limitare del passato e del futuro. Lungo le loro strade tortuose verranno dipanati gli intricati fili che uniscono le vite di Lanark e di Duncan Thaw i quali, nell’attraversare un vasto e labirintico universo simbolico, ci conducono nei sentieri battuti dell’uomo contemporaneo, tanto pericolosi quanto seducenti, tanto impensabili quanto reali.
Nel terzo capitolo della celebre saga distopica Duncan Thaw è impegnato a divenire adulto, a sfidare la sua arte, a rincorrere il riflesso inafferrabile di innumerevoli donne e a portare la sua vita all’estremo limite. Le conseguenze saranno imprevedibili e scopriremo incerte verità sull’identità dell’uomo che, risvegliatosi ad Unthank, prenderà il nome di Lanark.
Alasdair Gray (Glasgow, 28 dicembre 1934) è un eclettico scrittore, artista, poeta e drammaturgo scozzese. Personalità poliedrica del panorama artistico europeo, nelle sue opere fonde elementi provenienti dai più diversi generi letterari, in cui il realismo si unisce all’elemento fantastico, la satira sociale al dramma, e lo humour è sempre al servizio della verità della narrazione. L’opera più nota è il suo primo romanzo Lanark – Una vita in quattro libri. Scritto in un periodo di quasi trent’anni e oramai considerato un classico della letteratura, è stato definito dal New York Times Book Review «La Divina Commedia del cripto-calvinismo anglosassone». Il suo romanzo Poveracci! ha vinto il Whitbread Novel Award e il Guardian Fiction Prize.
Enrico Terrinoni è professore associato di letteratura inglese all’Università per Stranieri di Perugia. Ha tenuto lezioni e conferenze in più di 20 università italiane ed europee. Si occupa di letterature di lingua inglese, e di teoria e pratica della traduzione. Collabora con Il Manifesto; suoi contributi sono usciti anche sul Corriere della Sera e Il Sole 24 ore. Ha pubblicato diversi libri, saggi e recensioni, oltre a numerose traduzioni dall’inglese di contemporanei e classici (Francis Bacon, Nathaniel Hawthorne). In particolare ha lavorato su James Joyce e l’Ulisse, opera della quale ha realizzato una nuova e premiata traduzione per Newton Compton. Sta lavorando a una nuova edizione annotata di Spoon River Anthology di Masters e a una nuova traduzione italiana di Finnegans Wake.«Uno dei pilastri della narrativa del XX secolo» The Guardian«Non c’è riassunto che possa fare giustizia a quello che Gray è riuscito a fare in Lanark». BBC UK
«Alasdair Gray è una specie rara nella letteratura anglosassone, un autentico sperimentalista, che ha trasgredito a ogni normale tradizione della prosa, in un delirio conturbante». David Lodge
«Uno dei romanzi più innovativi e trasgressivi della letteratura scozzese contemporanea». Il Sole 24 Ore
«Finalmente approda in Italia Lanark, una vita in quattro libri, per Safarà Editore, in un’edizione elegante e originale». Il Manifesto
«Lanark diverrà, per un istante o per tutta la vita, il libro di cui i lettori non potranno fare a meno». The New York Times
«Il mio consiglio è di non perdere l’occasione e sostenere questa storica iniziativa culturale, un tassello per la fondazione di un’identità europea in divenire e un’esperienza letteraria indimenticabile». Ultimavoce.it
Il Manifesto; Gli angoli bui del mondo di Andrea Comincini, 14/04/2016 Il Sole 24 Ore; L'Ulisse in versione scozzese di Renzo S. Crivelli, 1/05/2016 Ultimavoce.it; Il capolavoro che non hai mai sentito nominare di Alessandro Benassi, 28/08/2016 Scenaillustrata.com; Alla ricerca della vita dentro la vita di Andrea Comincini, 1/10/2016
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Titolo: La testa piena di gioia Autore: Ognjen Spahić Traduzione: Ljiljana Avirovic Genere: Narrativa, racconti Pagine: 350 Prezzo: 18,50 € Isbn: 978-88-97561-48-4
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Vincitore dell’European Union Prize for LiteratureL’autore del pluripremiato I figli di Hansen torna con 16 racconti spietati ed eccentrici, che tagliano come una scure la superficie ghiacciata della vita contemporanea.
Ognjen Spahic racconta sedici storie insolite e taglienti, il cui centro è la vita stessa: l’antieroe protagonista di ogni storia sembra forzare le reticenze dei suoi comprimari rincorrendoli per le strade buie di una Podgorica addormentata, lungo spiagge dal sole spietato, nelle pagine dei libri che loro stessi scrivono o in paesaggi inondati di neve. Il suo scopo è andare dove scorre il sangue più scuro e i loro segreti sono meglio custoditi, per scoprire quanto siano assurdi, bellissimi e terribili allo stesso tempo.
Ognjen Spahić è nato nel 1977 a Podgorica, Montenegro. Oltre al romanzo La testa piena di gioia, vincitore del Premio Europeo per la Letteratura,Spahić ha pubblicato altre due raccolte di racconti: Sve to nel 2001 e Zimska potraga nel 2007. Il suo celebre romanzo I figli di Hansen (Zandonai, 2012) ha vinto il Premio Meša Selimovic nel 2005, assegnato al miglior nuovo romanzo di Croazia, Serbia, Montenegro e Bosnia-Erzegovina e fino ad oggi è stato pubblicato in moltissime lingue, tra cui il francese, l’inglese, lo sloveno e l’ungherese. Il suo racconto intitolato Raymond non è più con noi – Carver è morto è stato incluso nell’antologia della Miglior Fiction Europea nel 2011, ed è stato pubblicato da Dalkey Archive Press negli Stati Uniti.
Ljiljana Avirovic è docente universitaria e traduttrice letteraria. Traduce dall’italiano in croato, dal croato e dal serbo in italiano e dal russo in italiano. Ha all'attivo numerosissime traduzioni e pubblicazioni. Ha fatto parte attivamente per tre anni consecutivi della Commissione Premi Nazionali per la Traduzione, premio che ha vinto nel 2002.«Nei testi dello scrittore montenegrino Ognjen Spahić la vita, il sentimento, la passione irrompono anche fra i corpi e le anime chiazzate di macchie biancastre come neve...». Claudio Magris, scrittore e germanista«I personaggi, perfettamente costruiti e il più delle volte bagnati dal sole e dal vento [...] sono tuttavia persuasi che ogni cosa, nella vita, sia oscurata dalle contraddizioni più profonde». Mica Vujicic, Nin Magazine
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Titolo: Pelle di luce Autrice: Ludovica Cantarutti Collana: Fuori collana Pagine: 140 Isbn: 978-88-97561-59-0 Genere: narrativa
«All’inizio non voleva posare perché, diceva, il pittore poteva trasformare la realtà, mentre la fotografia non dava scampo. Eppure lui le aveva promesso di scattare qualcosa di diverso dalle semplici fotografie del suo corpo. Kiki, pur con un certo timore della novità, aveva accettato».Gli eroi delle storie narrate in questo libro sono Victor Hugo, Eugène Delacroix, Auguste Rodin, George Sand, Proust, Arletty, Boris Vian, Kiki di Montparnasse e molti altri, indimenticabili protagonisti di una vita parigina la cui fama è divenuta leggendaria. Pelle di luce, il racconto che dà il titolo a questo viaggio memorabile tra frammenti di vita e letteratura, realtà e sogno, simboleggia soprattutto il connubio di due elementi, pelle e luce, che riassumono l’effetto di trasognata materialità che Parigi ha sempre elargito al mondo, con un fascino oramai consegnato al mito.
Ludovica Cantarutti è nata a Udine. Scrittrice e giornalista culturale, ha curato l’ufficio stampa e l’organizzazione di numerose manifestazioni culturali, mostre di architettura, cinema arte e teatro. In qualità di giornalista ha collaborato con Il Sole 24 Ore, Il Piccolo di Trieste, La Nazione di Firenze, Il Gazzettino di Venezia e numerose altre testate, e per Rai Uno ai programmi Italia Ore Sei e Ora di Punta. Ha curato l’opera inedita di Ippolito Nievo Le Invasioni Moderne e per Rizzoli il volume dedicato al Friuli Venezia Giulia, collaborando alle ricerche per la Storia della letteratura italiana curata da Walter Pedullà. Tra le sue opere la raccolta di poesie Ologrammi, con prefazione di Carlo Betocchi; Gente del Friuli, con prefazione di Stanislao Nievo; il romanzo Un the per Giovanni (mef- L’Autore Libri Firenze, 2013), dal quale è stata realizzata una riduzione teatrale nel 2014 e Amori (Lalli editore 2015).
«È una sorta di fittissimo elenco telefonico senza tempo, questa raccolta di racconti a cui dà il titolo Pelle di luce, la storia della più famosa modella di Montparnasse, quando questo quartiere soppiantò Montmartre come dimora elettiva degli artisti all’inizio del Novecento. È come se Ludovica Cantarutti, talentuosa scrittrice friulana intuibilmente innamorata di Parigi, avesse trasformato la città in un immenso condominio al di fuori della dimensione temporale, abitato da tutti, ma proprio tutti i fantasmi che hanno contribuito a costruirne il mito negli ultimi due secoli». Mangialibri.com, Lisa PuzellaPresentazione avvenuta presso La Feltrinelli di Udine il 20 0ttobre 2017«Mi fa davvero piacere incontrare Ludovica Cantarutti a Udine, sua città, dove abbiamo raramente l’occasione di sentirla. Prima di entrare nel merito del libro “Pelle di luce” che oggi presentiamo, vorrei fare alcune osservazioni sulla “veste” del libro che a me pare una sorta di mappa indicativa dei caratteri peculiari del lavoro:
- Il libro presenta un’immagine di copertina dell’artista Laura Pizzato, che rimanda al forte interesse per l’arte figurativa da parte dell’autrice, compresa l’arte fotografica da lei stessa praticata. Riprende il titolo di un racconto (n. 16 del 2008) che parla di Kiki di Montparnasse. Musa, modella, cantante, pittrice, nel 1913, dodicenne, comincia la sua carriera che raggiunge il culmine della notorietà negli anni con Man Ray, ma allude a qualcosa di più generale e simbolico. ‘Pelle’ rimanda alla fisicità, cui nella vita e nella scrittura non si vuole rinunciare, anzi si vuole sottolineare, ‘di luce’ rinvia all’aspetto spirituale insito nella materia. Il titolo perciò suona come una dichiarazione della poetica che permea l’intero libro.
- Il libro è “dedicato”, anzi “condiviso”, con le figlie dell’autrice, Ilaria e Scilla. La dedica recita: A Ilaria / la nostra Parigi, / con la pioggia incessante, / il vento pazzerello, / le nuvole frettolose, / il sole, / il cuore. A p. 32 si legge: “Erano madre e figlia e Parigi le aveva unite in un viaggio per soddisfare comuni interessi”. A p. 62: “Ilaria, mia fedele compagna di viaggio”. Di Scilla si parla ampiamente nel Viaggio a Martigny dove si ricorda un viaggio di molti anni prima per curare la malattia della bambina (p. 56) e poi a proposito della cerimonia pomeridiana del tè, quando “la bambina” “occupava di diritto il posto di capotavola” (p. 103 e segg).
- Sulla maternità Ludovica ha idee molto precise che condivide con altre donne poete e scrittrici del passato citate nel libro: A proposito di Marceline Desbordes Valmore che scrisse poesie dolenti sulla morte del figlioletto, Ludovica commenta così: “Le mani che accarezzano un figlio diventano subito più esperte della vita e un tramite efficace fra l’animo carico della rinnovata vitalità e l’operosità quotidiana” (p. 47). Riferendosi a Bertè Morisot (e al rapporto con la figlia Julie), dice che “aveva dimostrato come l’esperienza della maternità potesse produrre arte” (p. 61) e ha modo di ribadire il proprio pensiero: “L’esperienza di maternità è una straordinaria eredità della quale si gode in vita, eredità o transfert da madre a figlio, e viceversa, di sentimenti, coraggio, volontà, trasformazione sinergica”. Affermazione questa molto importante e, direi, “sovversiva” rispetto alla mentalità comune, che ritiene la scrittura in qualche modo “sostitutiva” della maternità.
- Da evidenziare un’altra scelta tipografica a mio parere molto significativa, la decisione di mettere in prima pagina la presentazione dell’autrice che di solito occupa un posto di secondo piano nel retro della IV di copertina. Qui è dichiarato quello che Ludovica è: scrittrice, giornalista, operatrice culturale, organizzatrice e altro ancora. Questo significa che Ludovica parte dalla consapevolezza piena e compiuta di sé per fare quello che fa, cioè il libro che segue, fuori da ogni falsa modestia. Lei è una donna che ha qualcosa da dire e che dice da un punto di vista preciso di pienezza di vita: donna e madre e artista. In questo senso è lei la protagonista del testo, una donna libera che non ha paura di esserlo. Mi spingo oltre, fino a sostenere che la scelta di alcuni personaggi femminili che compaiono nel libro non è esente da elementi di identificazione dell’autrice con la sua ‘eroina’, così come, rivolgendosi idealmente in modo diretto all’artista Tamara de Lempicka, che ritrae Ira Pierrot, osserva: “Dipingendo questo ritratto, ma non lo sai, dipingi anche un po’ te stessa, le tue aspirazioni, il tuo modo d vedere il mondo e di viverlo al centro delle tue passioni” (p. 109).
L’esempio più notevole si trova p. 25-26, parlando di G. Sand: “Ma c’era qualcosa dentro di lei che premeva più forte all’indirizzo della sua totale indipendenza, qualcosa che veniva prima di ogni altro desiderio, di ogni possibile limite, di ogni forma educativa avuta, di ogni buon senso corrente e comune. Prima di tutto veniva la sperimentazione della vita come leva di un profondo senso di libertà personale. E che importava essere una donna alla quale la legge e il costume in uso a Parigi e nel resto d’Europa sconsigliava atteggiamenti che non fossero di prudente dipendenza dal padre prima e dal marito poi? Aveva dato ascolto, invece, alle necessità del suo spirito scegliendo una forma “aggravante” di vita, scegliendo cioè di fare la scrittrice e di provvedere alle sue necessità materiali proprio con quel lavoro. Il che aveva destato non poche critiche, a cominciare da suo marito e ancor più negli ambienti parigini dove, camuffata da apparente rigore, si esercitava molto bene una certa limitatezza mentale accompagnata da falso moralismo”.
Tecnicamente il testo è una memoria di viaggi a Parigi, ma di tipo assai particolare. Il libro si presenta compatto ma ha un’origine che va raccontata per i suoi significati: sono racconti/saggio scritti per diversi anni, dal 1993 al 2015, in occasione del Natale, con puntualità, con un forte senso della ritualità. Mi soffermerò dopo su questa parola perché dalla lettura del libro ho ricevuto la sensazione che essa sia molto importante per Ludovica. Prima però vorrei sottolineare che il carattere del libro non è, come si potrebbe sospettare, frammentario, perché nel caso di Pelle di luce, l’intero è più della somma delle parti, e questo grazie alla forte personalità di Ludovica che ha preciso il senso della complessità e attraverso l’intuizione travalica il contingente e agisce pensiero creativo, lanciando ponti fra le varie narrazioni che mettono in luce le ragioni profonde della scrittura e anche “che cosa” si intenda per “viaggio” e per “scrittura”, e per “memoria”. Tutto ciò è detto a chiare lettere nella ‘dichiarazione’ di p. 73: “Tutte le mattine esco da casa e svolto generalmente a destra (a sinistra andrei verso place des Victoires o Palais-Royal) per prendere il métro e da lì confondermi con le migliaia di parigini, ritenendo questa opportunità una vera fuga dal quotidiano che imbriglia la mia esistenza. I parigini, un genere umano molto eterogeneo che non si stupisce di nulla: perciò molto eccitanti.
Esco per seguire i miei itinerari alla scoperta di una città diversa, quella non frequentata dai turisti, alla scopertadi quartieri dove gli artisti hanno lasciato le loro energie. Le energie e la memoria. Protrarre la memoria di chi ci ha preceduto dà senso alla nostra vita e consente di riconoscersi, come se la memoria fosse un grande specchio; ma non per la riflessione della fisicità quanto per rimandare l’essenza che compone ciò che di noi non posiamo toccare materialmente.
Assolvo così alla promessa fatta in un’altra vita di non staccarmi mai da un luogo straordinario in cui ho vissuto, chissà quando, e dove sono stata molto felice.
Tutte le mattine esco e vado in cerca delle tracce di questa felicità”.
- Ovviamente l’altra protagonista è la città, Parigi. Ma in che modo? S’è detto: non al modo dei turisti, piuttosto come una parigina. Una che si confonda fra gli altri. Ma non è nemmeno così perché non è la consuetudine all’ambiente che ti spinge a cercare quel particolare edificio dove c’è un particolare appartamento o caffè o museo privato dove viveva un particolare personaggio del tempo che fu. Ludovica si muove dentro Parigi con obiettivi precisi, predisposti per tempo e accuratamente preparati, in modo che la conoscenza diretta avvenga quando già l’animo è pronto ricevere e capire. In questo modo non le sfugge nulla: l’assetto urbano nel suo mutarsi nel tempo, l’architettura del luogo, l’arredo interno agli ambienti. I “luoghi” della sua Parigi sono davvero “suoi” per come li vive.
Qualche esempio: quando si reca al Museo - Casa di Victor Hugo descrive così l’ambiente: “Due rampe di scale larghe, nella penombra accogliente, sostenute da una ringhiera in ferro battuto e con un corrimano in legno. […] Le pareti erano anch’esse ricoperte in legno” (p. 9) e così via di dettaglio in dettaglio.
Del Parco dell’Hôtel Biron, “poco distante dalla spianata degli Invalidi”, divenuto museo per le statue di Auguste Rodin, scrive: “La luce chiara della luna nella notte limpida e asciutta attraversava i tappeti d’erba e galoppava per insinuarsi attraverso i vetri privi di imposte nelle stanze dell’Hotel, pavimentate in legno chiaro” (p. 19).
Il Gran Café Capucines (dove nel 1895 si tenne la prima proiezione della storia del cinema) è osservato accuratamente: “piccole vetrate in cui erano raffigurati grappoli di glicini fioriti … molti specchi, cestini di piante verdi appesi alle strutture portanti in legno, tavoli corredati da sofà di velluto rosso”.
A proposito di una sala da tè dove si ferma a leggere Il conte di Montecristo di A. Dumas, ha modo di parlare dei passages, Galerie Vivienne e Colbert in particolare, che così descrive: “snodati corridoi di suggestione urbana e di dimensione viscerale che segnavano un percorso interno fra i palazzi, con il tetto chiuso di vetro e ferro” (p. 36).
L’approccio di Ludovica alla cultura forse è un po’ snobistico, come quando, ripensandosi a Parigi e a certe giornate di settembre le sfugge un pensiero dichiaratamene elitario: “solo per me, per quella disposizione d’animo che ogni tanto rende esclusive le cose di tutti” (p. 51), o come quando afferma, visitando la casa di Vian, “eredità che volevo raccogliere e respirare direttamente nella sua casa” (p. 84).
E a proposito del poco conosciuto museo della Vita Romantica, afferma “l’antica ritualità della memoria si è leggermente standardizzata per troppa fruizione di un bene come la cultura che va, al contrario, centellinato, come fosse un elisir o una coppa di vino pregiato e non una qualsiasi cola” (p. 77).
Torna qui il termine “ritualità”, cui accennavo prima e ritorna più volte nel corso delle narrazioni, (a proposito della preparazione dei pennelli per la pittura di Delacroix, (“preludio d’amore”), della “cerimonia del tè” in casa propria, dell’abitudine all’assenzio per Verlaine… Ha modo di definire ‘ritualità’ come “occasione ritmata per mettere da parte tutto il resto e respirare il piacere di stare insieme” (p. 99). Ma penso a qualcosa in più. Seguendo il poeta Pierre Reverdy (*1960) distingue fra ‘tempo che trascorre e ‘tempo che perdura’. Ritualizzare momenti di vita significa quasi ‘fermare’ il tempo, costringerlo a perdurare, quindi il significato, lungi dall’aver un significato religioso, è proprio ritualità ‘laica’ e rimanda al valore che diamo alle cose della vita se ci accompagnano in modo significativo, impedendo che tutto ci scorra via senza che ce ne avvediamo. Bisogna imparare a soppesare l’attimo, goderlo fino in fondo, reiterarlo, tenercelo come dono della vita.
Ludovica dunque si muove attraverso Parigi con la libertà di chi fa esattamente quello che desidera e con la gioia della consapevolezza, andando nella direzione dei luoghi che le evocano atmosfere o situazioni, o verso incontri con persone per le quali prova interesse. Si tratta di persone speciali, scrittori, artisti, poeti, musicisti, che conosce perfettamente nelle loro vicende biografiche o artistiche, che colloca negli appartamenti dove hanno vissuto, negli hotel dove si sono fermati, nei caffè dove si sono recati, e si chiamano Victor Hugo, Delacroix, Rodin, Proust, Dumas, Kerouac, Boris Vian, e tutte le donne scrittrici e artiste che ho nominato prima, da G. Sand a Colette.
Si noterà che si tratta di persone del passato, che però Ludovica incontra realmente , ‘vede’ nella loro presenza materializzata dall’intensità della conoscenza e del desiderio, dalla ‘corrispondenza’ fra le anime.
Se è vero ciò che dice Hillman sulle biografie, che si tratta di un “andar per fantasmi”, Ludovica compie proprio questo miracolo, di dar consistenza ai ‘fantasmi’ di queste persone d’eccezione, con il loro portato di intensità vitale al di là della comune nozione di vita e morte.
Questo e molto altro ancora (per esempio considerazioni sulla solitudine dell’artista, sulla vecchiaia per una donna intellettuale) si trova in questo Pelle di luce, del quale ringraziamo la paziente e preziosa costruzione fatta sotto il segno di, come dicono in inglese, “I care”, mi sta a cuore.