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    Titolo: Vita e avventure di Jack Engle. Un'autobiografia Autore: Walt Whitman Traduzione: Cristina Pascotto Genere: Narrativa Pagine: 136 Prezzo: 12,5 € Isbn versione cartacea: 978-88-97561-73-6 Isbn versione ebook: 9788897561828

    Acquista l'e-book su: Bookrepublic; Amazon; Ibs

    Questo libro è disponibile unicamente in formato obliquo.

    Caro lettore, incontrerai il protagonista di questa tumultuosa vicenda in una New York fumosa traboccante di virtù e furfanteria, di santi e canaglie. Jack Engle, orfano nella grande città, conoscerà bottegai magnanimi, perfidi avvocati, ballerine seducenti, loschi affaristi e quacchere dal cuore d’oro. Nel corso delle sue avventure, un omicidio verrà scoperto, un’eredità verrà rubata e un piano sarà attuato per rimettere tutto a posto. Sono questi gli elementi del romanzo perduto di Walt Whitman, riscoperto dopo centosessantacinque anni da un ricercatore dell’Università di Houston: un mirabile thriller ottocentesco, per chi ha amato i romanzi di Charles Dickens e Wilkie Collins.

    Walt Whitman (1819-1892) è stato un celebre poeta, scrittore e giornalista statunitense. È conosciuto soprattutto per essere l’autore della raccolta poetica Foglie d’erba, che Emerson definì «l’esempio più straordinario d’intelligenza e saggezza che l’America abbia sin qui offerto».

    «Si intitola Life and Adventures of Jack Engle ed è un libro molto importante nella storia della letteratura americana. Il fatto è che per 165 anni non si è saputo della sua esistenza». Panorama

    «Un thriller morale del diciannovesimo secolo perfettamente riuscito». The New Yorker

    «Un romanzo audace e affascinante che ha tutto quello che si potrebbe desiderare, incluso un giallo cittadino, un romanticismo da fiaba e un cattivo (senza bafii), insieme a un tocco di sangue e avventura». Zachary Turpin in The Washington Post

    «Un romanzo dalle atmosfere dickensiane». Il Giornale

    «Il lettore vi troverà i semi che sbocciano in modo così rigoglioso nella poesia di Whitman: sprezzo per i ricchi, celebrazione della “gloriosa New York”, un sentimento di incondizionata unità con la natura e la nazione». The Washington Post

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    Titolo: Un popolo di debitori Autore: Miro Renzaglia Genere: Saggistica Uscita: dicembre 2014 Pagine: 100 Formato: 135 x 205 mm Lingua: Italiano Isbn: 978-88-97561-28-6

    «Il meccanismo era dei più semplici e micidiali: più consumi, più contribuisci allo sviluppo economico del Paese. Consuma di più e il mondo ti sorriderà. Non hai i soldi per permetterti tutto ciò che vorresti? E qual è il problema? Ti accendiamo mutui, ti offriamo lo scoperto sul tuo conto corrente bancario, ti concediamo carte di credito revolving. Ti finanziamo, insomma, al di là di ogni tua possibilità attuale. In fondo, non è forse vero che per morire e pagare c’è sempre tempo?».

    È così che si crea un popolo di debitori. Attraverso un meccanismo perverso che macina nei suoi ingranaggi le risorse di chi, all’oscuro della strategia spietata che lo sovrasta, cerca di galleggiare nelle acque agitate di una drammatica crisi finanziaria e politica che si è scatenata secondo volontà che si trovano al di fuori del suo controllo. Tuttavia, la forza della consapevolezza può ancora avere il potere di cambiare lo stato delle cose, anche per chi non comprende il linguaggio volutamente inaccessibile dell’alta finanza. E questo è «proprio ciò che Miro Renzaglia propone in questo vero e proprio manuale di sopravvivenza economi ca. Armato di un gigantesco martello, demolisce una a una le cornici che condannano la nostra vita a seguire un solo pensiero. Quello unico» (dalla prefazione di Ivan Buttignon).

    Miro Renzaglia è nato a Roma. Ha pubblicato Controversi (E.C.D.P., Milano, 1988), I rossi e i neri (Settimo Sigillo, Roma, 2002), A spese mie (I libri de «Il Fondo» - Gruppo Editoriale l’Espresso, 2010). Nel 1990, ha fondato la rivista di poesia e immagini «Kr 991» che ha diretto fino al 1999. È autore e performer del concerto di musica-poesia Radiografia di uno sfacelo (Roma, 2003) rappresentato in diverse città italiane. Dal 2006 ha fondato e dirige il magazine online «Il Fondo». Suoi testi poetici sono presenti in antologie, riviste e dvd. Come saggista, critico letterario e di costume, collabora a quotidiani e periodici. Nonostante la sua giovanile iscrizione alla facoltà di Economia dell’Università La Sapienza di Roma, fa risalire il suo interesse più autentico per l’economia alla lettura e allo studio della poetica di Ezra Pound. Come lui, si considera un autodidatta.

    18 dicembre 2014 - Barbadillo.it «Libri sotto l'albero: i consigli di Ballario» di Giorgio Ballario 22 dicembre 2014 - Secoloditalia.it «Crisi, ci salveranno Beneduce ed Ezra Pound? Il nuovo libro di Renzaglia» di Antonio Pannullo 7 marzo 2015 - Ecodellariviera.it «Intervista a Miro Renzaglia»di Mario Grossi 9 marzo 2015 - Destra.it «“Un popolo di debitori” suggerito da Ezra Pound» di Francesco Marotta

  • Titolo: Un giallo da concorso Autore: Manuela Mazzi Illustrazione di copertina e all'interno del volume: Liza Schiavi Collana: L’uomo di sabbia Pagine: 304 Fedrigoni Arcoprint edizioni 85gr Lingua: Italiano ISBN: 9788897561033

    La vita dello stimato scrittore Timoty Tompson vira bruscamente verso regioni pericolose e inaspettate quando ciò che esisteva solo nella sua mente di giallista di successo assume la consistenza inquietante della realtà. Un folle omicida, spinto da questioni di rivalità letteraria, lo ha infatti sfidato a partecipare a una contesa raffinata e crudele: se lo scrittore riuscirà a decodificare i suoi indovinelli e vincerà questo gioco perverso, egli smetterà di uccidere. Ma sarà Sir TJ all’altezza della fama che lo circonda?

    Sarai proprio tu, lettore, a dover aiutare il celebre giallista nella sua corsa contro il tempo alla ricerca del colpevole. Impugna una penna e armati del tuo migliore intuito: troverai pagine bianche che aspettano di essere riempite dei tuoi fitti indizi. E bada che questa è solo la prima di una serie di avventure del nostro protagonista, ispirato a un uomo realmente esistito nel Nordest. Un giallo della più classica tradizione del genere investigativo, adatto a tutte le età, ragazzi compresi.

    Manuela Mazzi è nata nel 1971 a Locarno (Svizzera), è giornalista professionista e appassionata fotografa, ha scritto per più testate della stampa ticinese e ha collaborato con Il Giornale di Milano. Dal 2004 lavora per il settimanale Azione.

    Liza Schiavi è nata a Piacenza nel 1974, ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Brera (MI) e si è specializzata presso la Scuola Internazionale di illustrazione di Sarmede (TV).

    Leggi un estratto del libro: clicca qui

    27 marzo 2013 - L'Universo «Le emozioni di una scrittrice in carne ed ossa» di Luca Bortone 14 febbraio 2013 - La Regione Ticino «Inchiostro al veleno» di Paola Pettinati 07 gennaio 2013 - SherlockMagazine.it «Le avventure in giallo di Sir TJ» di Luigi Pachì 04 gennaio 2013 - ThrillerCafé.it «Un giallo da concorso – Manuela Mazzi» di Giuseppe Pastore 03 gennaio 2013 - Libreriamo.it «Manuela Mazzi, "Il genere giallo va ripulito dalla violenza gratuita"» 03 gennaio 2013 - SoloLibri.net «Un giallo da concorso – Manuela Mazzi» 22 dicembre 2012 - Scrittevolmente.com «Un giallo da concorso – Manuela Mazzi» 15 dicembre 2012 - Il Giornale del Popolo «Il gioco e gli enigmi di Sir TJ» 11 dicembre 2012 - Ticino On Line «Un romanzo che sfida i lettori a improvvisarsi investigatori» 11 dicembre 2012 - 20 minuti «Caccia all'assassino con Sir TJ» 10 dicembre 2012 - Messaggero Veneto «Strenne librarie tra gialli, “noir” e fiabe per bambini» 24 novembre 2012 - La Regione Ticino «La sfida di un folle omicida nel nuovo "Giallo da concorso" della scrittrice Manuela Mazzi» 21 novembre 2012 - Il Giornale del Popolo «"Un giallo da concorso" in libreria»

  • Titolo: The Magic Cat. Il gatto con gli stivali Autore: Marcella Manicardi - Marceline Genere: Libro illustrato Isbn: 978-88-941359-0-9

    Descrizione A sei anni dalla scomparsa dell’artista pordenonese Marceline (Marcella Manicardi) la casa editrice  Universalia, pubblica l’opera completa inedita "The Magic Cat" (rivisitazione romanzata de "Il Gatto con gli stivali") scritta e illustrata da Marceline nel 1985. "The Magic Cat" è un libro elegante, da collezione, per adulti che per piccini, ricco di colori e di disegni che nella moderna editoria per l’infanzia sono introvabili. Anche il testo è molto piacevole, morbido e sognante ma con un tocco di originalità.

    Marcella Manicardi (1960 -2009), dal 1986 per più di vent’anni è stata stimata professoressa di disegno e illustrazione nei licei della Provincia di Pordenone. Ha lavorato anche in ambito privato. Nel 1989 è assistente dello scultore Zadok Ben David a Londra. Nel 1992 è grafica pubblicitaria per lo studio Verduco Art Group. Dal 1995 al 1996 è coadiutrice grafica del museo d’Arte di Pordenone.  Espone in mostre personali e collettive a Bari e Pordenone. Il suo stile tecnicamente preciso, definito come una miniatura nel figurativo/illustrativo con pastelli ed acquerelli, si presta invece ad innovative sperimentazioni nell’astratto e nel sacro minimale, con l'uso di colori polimaterici, cenere, polvere d'oro, tecniche miste. Raffinata scultrice di volti di santi e maschere in cartapesta, scrive anche numerosi romanzi in italiano e inglese. Illustra egregiamente le sei Fiabe di O. Wilde ed. AMZ Milano (Mondadori); copie del libro sono conservate anche nella Biblioteca di Stoccolma.

  • Titolo: Tecnica sociale dell'informazione Sottotitolo: La rivoluzione nella comunicazione: da target a persona Autore: Francesco Fattorello Curatore: Giuseppe Ragnetti Genere: Saggistica Uscita: gennaio 2015 Pagine: 152 Lingua: Italiano

    Ancora oggi molti teorici della comunicazione insistono sul fatto che le persone, definite target, assorbano in maniera passiva e in toto i dettami dello strapotere mediatico. Nel corso della sua lunga fortuna la tecnica sociale dell’informazione elaborata da Francesco Fattorello, primo docente di Storia del giornalismo in Italia, ha messo in discussione questo sistema. Secondo la teoria di Fattorello, infatti, gli attori del processo comunicativo sono parimenti elevati al rango di soggetti, egualmente dotati di facoltà opinanti e, di conseguenza, hanno pari dignità. Allo stesso modo non esiste alcun tiratore che colpisce un target, bensì due soggetti attivi che reagiscono ai numerosi stimoli ricevuti sulla base delle proprie facoltà di giudizio e delle proprie attitudini sociali, prodotte da determinati processi di acculturazione.

    Nell’anno del trentesimo anniversario dalla sua scomparsa, Francesco Fattorello si pone come una delle figure rivoluzionarie e fondamentali nel mondo della comunicazione. A settant’anni dalla sua prima elaborazione, la tecnica sociale rappresenta un modello irrinunciabile di riferimento per chiunque voglia confrontarsi con la pratica della comunicazione nel nostro tempo, un modello in grado di fornire risposte all’altezza delle crescenti esigenze di informazione e di comunicazione che connotano le società di oggi.

    Francesco Fattorello (Pordenone 1902 - Udine 1985) è stato giornalista e studioso, dal 1928 primo docente incaricato della cattedra di Storia di giornalismo in Italia, dal 1928 presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Trieste e dal 1934 presso la medesima Facoltà dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. In questa città fondò e diresse, dal 1947 in poi, l’Istituto Italiano di Pubblicismo. Nella sua lunga carriera di studioso Fattorello fu anche docente e membro del Consiglio di amministrazione del Centre International pour l’enseignement supérieur du journalisme dell’Università di Strasburgo. A lui è dedicato l’Istituto “Francesco Fattorello” di Roma, diretto da Giuseppe Ragnetti, curatore di questo volume.

    Giuseppe Ragnetti, professore di Psicologia sociale, è specializzato nelle discipline dell’informazione e della comunicazione. Insegna anche presso la Laurea Specialistica in Editoria Media e Giornalismo dell’Università degli Studi “Carlo Bo” di Urbino. Ha raccolto l'eredità culturale e continua l'opera del suo Maestro Francesco Fattorello, dando seguito alla sua tradizione scientifica e didattica anche a livello internazionale. Dal 1986 dirige l'Istituto “Francesco Fattorello” di Roma, che attiva la Scuola superiore di Metodologia dell'Informazione e Tecniche della Comunicazione, erede della prima Scuola italiana nell'ambito della comunicazione e dell'informazione, fondata da Fattorello nel 1947. L’Istituto Fattorello è l'unico membro istituzionale italiano ammesso in iamcr/aieri, massima organizzazione mondiale del settore. L’Istituto prosegue in forme e strutture adeguate ai tempi la diffusione dell’impostazione teorica fattorelliana promuovendone la conoscenza a tutti i livelli, con un'attività didattica ininterrotta da settant'anni.

  • Titolo: Storia di una stella Autore: Alessandro Tagliapietra Illustrazione di copertina e all'interno del volume: Liza Schiavi Collana: L’uomo di sabbia Pagine: 128 carta Fedrigoni Arcoprint edizioni 85gr Lingua: Italiano ISBN: 9788897561057

    Quali sorprendenti avventure possono capitare se si ha per amica una stella, ed in quali meravigliosi, emo­zionanti luoghi della mente e del cuore possono portare una bambina alla scoperta di una storia? “Non preoccuparti ora, avrai tempo e modo di capire. Hai visto tanti luoghi e vissuto tante piccole storie e ora la domanda su cui dovresti concentrarti non è tanto chi sono io ma… chi sei tu”. “Chi sono io?”, ripeté la bambina “Beh, ovviamente io sono… io sono…”, con sua enorme sorpresa, non sapeva darsi una risposta. “Credo che il tuo viaggio finisca qui”, disse allora il gigante. “Oppure inizia qui, non saprei ben dire”. Per scoprirlo abbiate fiducia e seguite il tenue, ma persistente bagliore che la nostra piccola amica emette nell’oscurità.

    Alessandro Tagliapietra è nato a Venezia nel 1977, vive a Portogruaro. Dal 2006 si occupa, insieme ai fratelli e ai genitori, della gestione di una comunità familiare fondata e gestita da loro stessi, che accoglie temporaneamente minori il cui nucleo familiare di origine sia impossibilitato o incapace di assolvere al proprio compito. Sta lavorando con impegno e determinazione ad un nuovo progetto: realizzare una comunità educativa diurna per bimbi e ragazzi. Accanito sostenitore della fantasia, sponsorizza sogni e crede – grazie all’energia dei bambini - in un mondo più colorato di come appare oggi.

    Liza Schiavi è nata a Piacenza nel 1974, ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Brera (MI) e si è specializzata presso la Scuola Internazionale di illustrazione di Sarmede (TV).

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    Titolo: Storia di cento occhi Autore: Stefano Tevini Genere: Narrativa Pagine: 128 Isbn: 978-88-97561-60-6

    Questo libro è disponibile unicamente in formato obliquo.

    «I cavi, una nebbia di vasi capillari di rame rivestiti di gomma, convogliano un intero sistema nervoso periferico fatto di ottiche di precisione e microfoni ambientali in un cordone ombelicale innestato qui, nel mio grembo di acciaio e plexiglass».

    Chiuso nel suo grembo metallico, A.R.G.O. vede. Innesto perfetto di software organico e hardware di prima sperimentazione, A.R.G.O. controlla la città attraverso una rete di microfoni e telecamere che convogliano voci, immagini e oceani di dati in un cervello disincarnato. Il progetto è un brevetto Sicurever, multinazionale leader nel mercato della sicurezza. Ma chi è davvero A.R.G.O.? E qual è il suo rapporto con Stefano, un anonimo scrittore che sembra conoscerlo, e temerlo, più di tutti?

    Crocevia tra distopia e science fiction, Storia di cento occhi esplora le inquietanti possibilità del futuro che incombe oltre la soglia della quotidianità.

    Stefano Tevini nasce a Brescia nel 1981. Laureatosi in Filosofia nel 2004, si avvicina alla scrittura poco dopo entrando a far parte del collettivo Anonima Scrittori, con cui inaugura una lunga e feconda collaborazione. Fra la sua produzione con Anonima Scrittori ci sono i racconti pubblicati nelle antologie Storie di (r)esistenza (ed. Argonauta) e Il bit dell’avvenire (ed. Tunuè). Nel 2013 pubblica il suo primo romanzo, Vampiro Tossico, seguito da Testamento di una Maschera, editi da La Ponga Edizioni. Stefano Tevini, inoltre, lotta nel circuito del wrestling indipendente italiano e recensisce fumetti per la versione online della rivista Nocturno.

    «Un autore che percepisce il caos informe del mondo che lo circonda e per parte sua vorrebbe, forse, contribuire a porre un tassello per aggiustarlo». Alessandro Preiser, su anonimascrittori.it

    «Questo attrito tra slancio vitale, perdizione ed emarginazione produce una combustione che Tevini rende con struggente lirismo». Corriere della Sera (ed. di Brescia)

    «Capisci subito quando ti trovi davanti ad una storia insolita che vale la pena di essere letta, capisci immediatamente quando ci si ritrova davanti l’evoluzione di una scrittura quasi asettica che allo stesso tempo favorisce gli inciampi in un mondo spaventoso, pronto a fagocitarti». Please Another Book

    «Il bresciano Tevini, primo wrestler laureato in filosofia e scrittore (o se volete, fisicaccio da plantigrado dotato di anima bella) si interroga con passione civile e solidità di stile su temi che sono cruciali e non solo teoremi da science fiction. Il suo pessimismo è fondato, ma lui non ignora che, finché c’è racconto, c’è speranza». Corriere della sera

    «In definitiva cinque stelle. Una lettura distopica che dipinge la nostra società alla ricerca di un A.R.G.O. e preferisce evitare di migliorarsi. Intenso, profondo e insolito. Non è un libro per chi pensa agli Hunger Games o al sangue di Battle Royale. È una lettura che ci sputa in un occhio, ma tranquilli, sappiamo di essercelo meritato». Alice Chimera

    «Un’opera di fantascienza distopica nella quale Stefano Tevini, al suo terzo romanzo, mette in scena una Brescia e un’Italia riconoscibilissime, prendendo spunto da fatti di cronaca facilmente identificabili. [...] Una riflessione che dovrebbe riguardarci tutti, e che ci mostra con chiarezza verso quale domani ci stiamo precipitando. Un romanzo appassionante e intelligente, rapido come un thriller e tagliente come la lama di un anatomopatologo che sezioni il cadavere delle nostre paure». Inkroci

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    Titolo: Si può ancora fare Autore: a cura di Ferruccio Merisi Genere: Narrativa, studi sociali Pagine: 256 Isbn: 978-88-97561-58-3 Uscita: dicembre 2016

    Con interventi di Claudio Bisio, Giulio Manfredonia e molti altri

    Un progetto che è la continuazione ideale del film Si può fare (2008) di Giulio Manfredonia con Claudio Bisio e Giuseppe Battiston

    Un libro per celebrare i 35 anni di attività della Coop Noncello, realtà storica per il progresso sociale del nostro Paese. Quest’o- pera è una fondamentale antologia di frammenti di vita scritta da uno dei più importanti autori teatrali della scena contemporanea. Opzionata per l’adattamento teatrale, è attesa a gran voce da un pubblico sensibile alle tematiche dell’integrazione.

    Descrizione Nel 2008 il regista Giulio Manfredonia raccontò, con il film Si può fare, la nascita di Coop Noncello, realtà storica che ha contribuito in modo determinante al progresso sociale italiano. Oggi, dopo trentacinque anni di attività e un immenso patrimonio di storie vissute, la Cooperativa ha scelto di regalare al lettore alcune delle sue più recenti esperienze. Ferruccio Merisi ha raccolto alcune voci di riferimento del passato e del presente di questa intensa epopea umana: ex direttori e presidenti, assistenti sociali, professori universitari, il regista e lo sceneggiatore del film nonché il suo attore principale, Claudio Bisio. Ma soprattutto i veri protagonisti di questo libro sono i soci odierni della Noncello, come preziosi monologhi in prima persona: un’umanità reale e presente, spesso dimenticata ai margini, e divenuta produttiva ritagliando per sé un frammento di spazio in un mondo “non adatto ai non adatti”.

    Ferruccio Merisi ha scritto e/o diretto, dal 1976 a oggi, oltre cento spettacoli per il teatro. Con la sua attuale compagnia, la Scuola Sperimentale dell’Attore di Pordenone, si occupa molto di linguaggi performativi contemporanei, includendo, in questo orizzonte, anche i progetti di ascolto e di assistenza espressiva verso le differenze.

    «Si Può Ancora Fare è un libro non scritto, ma diretto da Ferruccio Merisi. Pensieri e parole autentiche di vita, da chi ha vissuto la sofferenza della malattia fisica e mentale e del dolore che porta a sparire ed essere esclusi senza dignità e via d’uscita. È la storia autenticamente provata di chi, la Cooperativa Sociale Noncello di Pordenone, ancora oggi produce ricchezza e crescita culturale, con la qualità del lavoro di chi è riconosciuto diverso e con l’amore folle di chi è normalmente conosciuto». Manuel Giuliano, Giornalista Indipendente, 11/12/2016

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    Titolo: Salvi! Animali, rifugi e libertà Autore: a cura di Valentina Sonzogni Genere: Saggistica, natura, ambiente Collana: Animalia Pagine: 140 Isbn: 978-88-97561-34-7 Uscita: giugno 2016

    Questo libro è disponibile unicamente in formato obliquo.

    Descrizione Salvi! Animali, rifugi e libertà, esplora l’inedito mondo dei rifugi e santuari animali presenti nel territorio italiano. Luoghi privilegiati in cui è possibile sperimentare l’empatia profonda che lega ogni essere vivente, i santuari animali si svelano qui nella passione che anima i loro fondatori e nella pratica quotidiana volta a costruire un futuro di pace, cura e sostenibilità per tutte le creature viventi.

    Con postfazione di Leonardo Caffo

    Valentina Sonzogni è storica dell’arte e dell’architettura e lavora presso il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Con Leonardo Caffo dirige la rivista di studi animali “Animot. L’altra filosofia”. Fa parte dell’associazione Gallinae in Fabula, per la quale segue progetti di ricerca sull’animalità.

    Leonardo Caffo, filosofo e attivista antispecista, PhD presso l’Università degli studi di Torino, è stato fellow dell’Oxford Centre for Animal Ethics. Ha fondato e diretto la rivista “Animal Studies”. Collabora con il “Corriere della Sera” (La Lettura) e “Rai Cultura” e scrive regolarmente su “Huffington Post Italia”.

    «In libreria da giugno 2016, si tratta di un saggio fotografico costruito su 11 interviste, la prima opera dedicata a indagare da vicino, con la forza delle immagini e delle parole dei loro fondatori, la realtà dei rifugi e dei santuari animali italiani». Guido Minciotti, Il sole 24 ore

    «È molto più di un libro o di un manifesto questo "Salvi!" curato da Valentina Sonzogni e pubblicato nella collana Animalia dalla coraggiosa casa editrice di Pordenone, Safarà. Molto di più di un libro questo libro che ho fra le mani. È la base di un racconto che mai finirà sugli animali cosiddetti da reddito (e non solo quelli) che per la nostra società non hanno né nome né anima. Sono solo merce e prodotti da utilizzare fino alla fine e poi da mangiare». Macri Puricelli, D di laRepubblica

    «Cosa significa liberare un animale da una condizione di prigionia, sia essa legata all'industria alimentare, del divertimento o dell'abbigliamento? Lo spiega il libro Salvi!». Francesca Fattori, VeganLife

    «Nell’esclamazione sta la cifra di questo breve e ben riuscito esperimento da leggersi come sollievo e augurio di trasformazione. Quando infatti gli animali non umani smettono di essere oggetto di sfruttamento, reddito o macabro gingillo, si avvia un discorso che ha il sapore morale, ed etico, di un reinserimento nel mondo». Alessandra Pigliaru, Il Manifesto

    «Un libro che ha come scopo non solo compiere un viaggio attraverso 12 rifugi italiani, ma anche denunciare un vuoto legislativo: i rifugi sono trattati dalla legge come se fossero allevamenti». Vegolosi.it

  • Titolo: Prospettiva Berlinguer Sottotitolo: Sguardi trasversali sul leader comunista A cura di: Ivan Buttignon Pagine: 176 Freelife Vellum White 250 gr Lingua: Italiano Prima edizione: aprile 2014 ISBN: 9788897561156

    Gli Autori della collettanea dipingono lo storico Segretario del PCI attraverso la loro prospettiva singolare sul piano dell’orientamento politico e dell’expertise di riferimento. Pietro Folena riflette sulla sua esperienza diretta quale 'ragazzo di Berlinguer'; Nicola Tranfaglia, ex dirigente nazionale del PCI e ora professore ordinario di Storia della mafia all’Università di Torino, evidenzia la novità del pensiero di Berlinguer e il reale punto di rottura rispetto al comunismo italiano precedente alla sua Segreteria; Ivan Buttignon, esamina il pensiero e l’azione del leader comunista nel periodo giovanile; Leonardo Raito, professore di Storia contemporanea all’Università di Padova e di Ferrara, scrive del respiro europeista del pensiero berlingueriano; Miro Renzaglia, ex militante missino negli anni ‘70 e animatore politico-culturale di area non-conforme poi, e direttore della rivista politica-culturale Il Fondo, approfondisce i tratti 'anticomunisti' in Berlinguer; Luciano Lanna, ex direttore del Secolo d’Italia, traccia una relazione tra il leader comunista e il movimento del ’77. Ma numerose sono ancora le prospettive che il saggio affronta da punti di vista inediti e trasversali, per restituire l’immagine politica e umana di un personaggio cardine della storia politica dell’Italia contemporanea.

    Ivan Buttignon , nato nel 1977, insegna Comunicazione politica e Storia contemporanea all’Università degli Studi di Trieste. Conduce trasmissioni televisive dedicate alla politica (Politica24 a Cafè24), collabora stabilmente con il sito di formazione personale “piuchepuoi.it” in cui si occupa di comunicazione efficace, fa il ghostwriter e il formatore politico. Scrive di politologia ed è coordinatore del Comitato Adesso Matteo Renzi Gorizia.

    Pietro Folena: ex-dirigente politico feci, presente sul palco al momento della morte di Berlinguer Giovanni Fasanella: giornalista Fulvio Salimbeni: professore di Storia contemporanea Nicola Tranfaglia: professore di Storia e Giornalismo, Storia della Mafia Ivan Buttignon: professore di Comunicazione politica e Storia contemporanea Leonardo Raito: assessore, professore di Storia contemporanea Miro Renzaglia: scrittore, giornalista, saggista Luciano Lanna: giornalista, studioso e consulente di trasmissioni televisive Francesco Pira: professore di Comunicazione, professore allo iusve Dario Mattiussi: segretario del Centro Isontino di Ricerca e Ducumentazione Mirko Bortolusso: assessore, Segretario di circolo pd Noël Sidran: professore Marco Gervasoni: professore, collaboratore del Corriere della Sera Paolo Sardos Albertini: avvocato, presidente della Lega Nazionale Andrea Colombo: giornalista Michele Mognato: politico, deputato pd

  • Titolo: Pittori di stelle Autore: Anna Grimaldi

    «Rammentalo sempre, essere un artista significa proprio questo: evadere dal mondo concependone uno tutto tuo, nel quale sei libero da umane restrizioni». Miguel, un bambino di dodici anni, diventerà l’apprendista di Ganimede, un vecchio e saggio pittore di stelle, che insieme all’aiutante Nana Bianca, un palla di pelo tenera e soffice, cercherà di insegnargli la sua preziosa arte magica. Ganimede sembra non accoglierlo molto bene al principio, è un tipo burbero e non prova particolare simpatia per gli umani, ma proprio grazie al bambino riscoprirà il valore della sua vita. Miguel, però, dovrà affrontare vari ostacoli per diventare un pittore di stelle e, scoprendo che l’umanità è destinata all’estinzione giacché ritenuta unica responsabile della distruzione della Terra, intraprenderà il Cammino della conoscenza, un percorso di formazione e crescita spirituale, non solo per avverare il suo sogno ma per salvare il mondo intero. Riuscirà Miguel insieme ai suoi amici Luce, un’inappuntabile streghetta, e a Kenoko, un malvagio panda batterio, a riportare speranza e gioia all’umanità? In questo romanzo di formazione, consigliato per ragazzi tra i 9 e i 14 anni, narrato da Ganimede in modo divertente e originale, un bambino terrestre diventerà per tutti un piccolo eroe.

    Anna Grimaldi è nata il 2 novembre 1990 a Pordenone. Ha frequenta- to il liceo scientifico e si è laureata in matematica impreziosendo la sua carriera accademica con un Erasmus a Bilbao. Insegna alle scuole secondarie, adora lo sport, stare all’aria aperta e ha viaggiato un po’ dappertutto. Se all’inizio pensava di essere portata solo per la matematica, crescendo ha compreso quanto invece fosse importante coltivare il lato più umano e creativo della sua vita. Da questo desiderio è nato il suo primo romanzo Pittori di stelle che simboleggia una realtà dipinta di magia, rivelatrice di segreti, la chiave per riscoprire il valore e la bellezza dell’umanità composta di razionalità ma anche e soprattutto di emozioni.

  • Titolo: Per piano solo Autore: Maria Pina la Marca Genere: Poesia Uscita: dicembre 2014 Pagine: 60 Lingua: Italiano

    In allegato CD omaggio

    Questo libro offre un viaggio in trenta poesie, intensamente evocative, dedicate al padre e alla madre da una voce della poesia contemporanea che si pone come testimonianza vera e sicura di un continuum affettivo mai interrotto. Un viaggio fisico e viscerale dentro la propria genesi, il proprio inizio. Poesie che accarezzano i loro soggetti con una delicatezza rara e commossa e che segnano, col passo della lettura, la misura di una distanza a volte incolmabile, a volte annullata. Quando questo accade tutti noi, figli, sentiamo di poter parlare con chi è stato, oppure è ancora, nostro genitore, da profondità che non credevamo di possedere, regalandoci l’intima consapevolezza della possibilità di un dialogo che lo scorrere di nessun tempo lineare avrà mai la forza di interrompere.

    Alle poesie sono stati abbinati dei brani classici di Debussy, Bach, Chopin, Grieg, Schumann, eseguiti dal Maestro Maurizio Baldin e raccolti nel CD omaggio allegato al libro.

    Maria Pina la Marca è nata in Puglia ma vive e insegna a Pordenone dal 1977. Nel 1987 ha pubblicato il volume di poesie “Maschere”, edito dalla Biblioteca di Montereale Valcellina e illustrato da Dino Pes; nel 1982 “Funamboli del cuore”, Edizioni del Rosone, Foggia; nel 2003 “Verrà l’inverno ancora”, Bastogi, Foggia; nel 2007 “L’aquilone terrestre”, Libreria al Segno Editrice, Pordenone. Altre poesie sono state pubblicate nelle raccolte “Messaggi”, a cura del Comune di Montereale Valcellina (Pn), 1986; “Incontri di poesia (I poeti tra noi)”, a cura del Comune di Cordenons (Pn), 1987 e 1991; “100 poesie d’amore”, Oscar Mondadori, Milano, 1996; AA.VV. “I poeti dell’Arca”, Bastogi, Foggia, 2004; AA.VV. “Poesie d’amore per il terzo millennio”, Bastogi, Foggia, 2006; “Antologia” (I poeti di Pordenone), Momi – Molinis- la Marca, Samuele Editore, Pordenone, 2011. Per la narrativa ha pubblicato “La mia Fenice, dietro le quinte”, Medianaonis editrice, Pordenone, 2013; è presente nel libro AA.VV. “Lettere, a te”, Samuele Editore, Pordenone, 2012; AA.VV. “Quello che le donne non dicono”, a cura della Compagnia di Arti & Mestieri, Pordenone, 2012. Un racconto inedito è stato inserito nell’antologia di AA.VV. “Il racconto mai scritto”, selezione letteraria 2005-2006, a cura dell’Associazione Nazionale “Le Donne del Vino”, Milano. Ha scritto il copione teatrale “L’ultima recita”, liberamente ispirato alla vita di Jacopo Linussio. Ha collaborato con i giornali “Il Corriere di San Severo” e “Momento Sud” e tuttora scrive per la rivista “Eventi”, per la quale ha curato i supplementi speciali de “Le Giornate del Cinema Muto”.

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    Titolo: Pelle di luce Autrice: Ludovica Cantarutti Collana: Fuori collana Pagine: 140 Isbn: 978-88-97561-59-0 Genere: narrativa

    «All’inizio non voleva posare perché, diceva, il pittore poteva trasformare la realtà, mentre la fotografia non dava scampo. Eppure lui le aveva promesso di scattare qualcosa di diverso dalle semplici fotografie del suo corpo. Kiki, pur con un certo timore della novità, aveva accettato».

    Gli eroi delle storie narrate in questo libro sono Victor Hugo, Eugène Delacroix, Auguste Rodin, George Sand, Proust, Arletty, Boris Vian, Kiki di Montparnasse e molti altri, indimenticabili protagonisti di una vita parigina la cui fama è divenuta leggendaria. Pelle di luce, il racconto che dà il titolo a questo viaggio memorabile tra frammenti di vita e letteratura, realtà e sogno, simboleggia soprattutto il connubio di due elementi, pelle e luce, che riassumono l’effetto di trasognata materialità che Parigi ha sempre elargito al mondo, con un fascino oramai consegnato al mito.

    Ludovica Cantarutti è nata a Udine. Scrittrice e giornalista culturale, ha curato l’ufficio stampa e l’organizzazione di numerose manifestazioni culturali, mostre di architettura, cinema arte e teatro. In qualità di giornalista ha collaborato con Il Sole 24 Ore, Il Piccolo di Trieste, La Nazione di Firenze, Il Gazzettino di Venezia e numerose altre testate, e per Rai Uno ai programmi Italia Ore Sei e Ora di Punta. Ha curato l’opera inedita di Ippolito Nievo Le Invasioni Moderne e per Rizzoli il volume dedicato al Friuli Venezia Giulia, collaborando alle ricerche per la Storia della letteratura italiana curata da Walter Pedullà. Tra le sue opere la raccolta di poesie Ologrammi, con prefazione di Carlo Betocchi; Gente del Friuli, con prefazione di Stanislao Nievo; il romanzo Un the per Giovanni (mef- L’Autore Libri Firenze, 2013), dal quale è stata realizzata una riduzione teatrale nel 2014 e Amori (Lalli editore 2015).

    «È una sorta di fittissimo elenco telefonico senza tempo, questa raccolta di racconti a cui dà il titolo Pelle di luce, la storia della più famosa modella di Montparnasse, quando questo quartiere soppiantò Montmartre come dimora elettiva degli artisti all’inizio del Novecento. È come se Ludovica Cantarutti, talentuosa scrittrice friulana intuibilmente innamorata di Parigi, avesse trasformato la città in un immenso condominio al di fuori della dimensione temporale, abitato da tutti, ma proprio tutti i fantasmi che hanno contribuito a costruirne il mito negli ultimi due secoli». Mangialibri.com, Lisa Puzella

    Presentazione avvenuta presso La Feltrinelli di Udine il 20 0ttobre 2017

    «Mi fa davvero piacere incontrare Ludovica Cantarutti a Udine, sua città, dove abbiamo raramente l’occasione di sentirla. Prima di entrare nel merito del libro “Pelle di luce” che oggi presentiamo, vorrei fare alcune osservazioni sulla “veste” del libro che a me pare una sorta di mappa indicativa dei caratteri peculiari del lavoro:

    • Il libro presenta un’immagine di copertina dell’artista Laura Pizzato, che rimanda al forte interesse per l’arte figurativa da parte dell’autrice, compresa l’arte fotografica da lei stessa praticata. Riprende il titolo di un racconto (n. 16 del 2008) che parla di Kiki di Montparnasse. Musa, modella, cantante, pittrice, nel 1913, dodicenne, comincia la sua carriera che raggiunge il culmine della notorietà negli anni con Man Ray, ma allude a qualcosa di più generale e simbolico. ‘Pelle’ rimanda alla fisicità, cui nella vita e nella scrittura non si vuole rinunciare, anzi si vuole sottolineare, ‘di luce’ rinvia all’aspetto spirituale insito nella materia. Il titolo perciò suona come una dichiarazione della poetica che permea l’intero libro.
    • Il libro è “dedicato”, anzi “condiviso”, con le figlie dell’autrice, Ilaria e Scilla. La dedica recita: A Ilaria / la nostra Parigi, / con la pioggia incessante, / il vento pazzerello, / le nuvole frettolose, / il sole, / il cuore. A p. 32 si legge: “Erano madre e figlia e Parigi le aveva unite in un viaggio per soddisfare comuni interessi”. A p. 62: “Ilaria, mia fedele compagna di viaggio”. Di Scilla si parla ampiamente nel Viaggio a Martigny dove si ricorda un viaggio di molti anni prima per curare la malattia della bambina (p. 56) e poi a proposito della cerimonia pomeridiana del tè, quando “la bambina” “occupava di diritto il posto di capotavola” (p. 103 e segg).
    • Sulla maternità Ludovica ha idee molto precise che condivide con altre donne poete e scrittrici del passato citate nel libro: A proposito di Marceline Desbordes Valmore che scrisse poesie dolenti sulla morte del figlioletto, Ludovica commenta così: “Le mani che accarezzano un figlio diventano subito più esperte della vita e un tramite efficace fra l’animo carico della rinnovata vitalità e l’operosità quotidiana” (p. 47). Riferendosi a Bertè Morisot (e al rapporto con la figlia Julie), dice che “aveva dimostrato come l’esperienza della maternità potesse produrre arte” (p. 61) e ha modo di ribadire il proprio pensiero: “L’esperienza di maternità è una straordinaria eredità della quale si gode in vita, eredità o transfert da madre a figlio, e viceversa, di sentimenti, coraggio, volontà, trasformazione sinergica”. Affermazione questa molto importante e, direi, “sovversiva” rispetto alla mentalità comune, che ritiene la scrittura in qualche modo “sostitutiva” della maternità.
    • Da evidenziare un’altra scelta tipografica a mio parere molto significativa, la decisione di mettere in prima pagina la presentazione dell’autrice che di solito occupa un posto di secondo piano nel retro della IV di copertina. Qui è dichiarato quello che Ludovica è: scrittrice, giornalista, operatrice culturale, organizzatrice e altro ancora. Questo significa che Ludovica parte dalla consapevolezza piena e compiuta di sé per fare quello che fa, cioè il libro che segue, fuori da ogni falsa modestia. Lei è una donna che ha qualcosa da dire e che dice da un punto di vista preciso di pienezza di vita: donna e madre e artista. In questo senso è lei la protagonista del testo, una donna libera che non ha paura di esserlo. Mi spingo oltre, fino a sostenere che la scelta di alcuni personaggi femminili che compaiono nel libro non è esente da elementi di identificazione dell’autrice con la sua ‘eroina’, così come, rivolgendosi idealmente in modo diretto all’artista Tamara de Lempicka, che ritrae Ira Pierrot, osserva: “Dipingendo questo ritratto, ma non lo sai, dipingi anche un po’ te stessa, le tue aspirazioni, il tuo modo d vedere il mondo e di viverlo al centro delle tue passioni” (p. 109).

    L’esempio più notevole si trova p. 25-26, parlando di G. Sand: “Ma c’era qualcosa dentro di lei che premeva più forte all’indirizzo della sua totale indipendenza, qualcosa che veniva prima di ogni altro desiderio, di ogni possibile limite, di ogni forma educativa avuta, di ogni buon senso corrente e comune. Prima di tutto veniva la sperimentazione della vita come leva di un profondo senso di libertà personale. E che importava essere una donna alla quale la legge e il costume in uso a Parigi e nel resto d’Europa sconsigliava atteggiamenti che non fossero di prudente dipendenza dal padre prima e dal marito poi? Aveva dato ascolto, invece, alle necessità del suo spirito scegliendo una forma “aggravante” di vita, scegliendo cioè di fare la scrittrice e di provvedere alle sue necessità materiali proprio con quel lavoro. Il che aveva destato non poche critiche, a cominciare da suo marito e ancor più negli ambienti parigini dove, camuffata da apparente rigore, si esercitava molto bene una certa limitatezza mentale accompagnata da falso moralismo”.

    Tecnicamente il testo è una memoria di viaggi a Parigi, ma di tipo assai particolare. Il libro si presenta compatto ma ha un’origine che va raccontata per i suoi significati: sono racconti/saggio scritti per diversi anni, dal 1993 al 2015, in occasione del Natale, con puntualità, con un forte senso della ritualità. Mi soffermerò dopo su questa parola perché dalla lettura del libro ho ricevuto la sensazione che essa sia molto importante per Ludovica. Prima però vorrei sottolineare che il carattere del libro non è, come si potrebbe sospettare, frammentario, perché nel caso di Pelle di luce, l’intero è più della somma delle parti, e questo grazie alla forte personalità di Ludovica che ha preciso il senso della complessità e attraverso l’intuizione travalica il contingente e agisce pensiero creativo, lanciando ponti fra le varie narrazioni che mettono in luce le ragioni profonde della scrittura e anche “che cosa” si intenda per “viaggio” e per “scrittura”, e per “memoria”. Tutto ciò è detto a chiare lettere nella ‘dichiarazione’ di p. 73: “Tutte le mattine esco da casa e svolto generalmente a destra (a sinistra andrei verso place des Victoires o Palais-Royal) per prendere il métro e da lì confondermi con le migliaia di parigini, ritenendo questa opportunità una vera fuga dal quotidiano che imbriglia la mia esistenza. I parigini, un genere umano molto eterogeneo che non si stupisce di nulla: perciò molto eccitanti.

    Esco per seguire i miei itinerari alla scoperta di una città diversa, quella non frequentata dai turisti, alla scopertadi quartieri dove gli artisti hanno lasciato le loro energie. Le energie e la memoria. Protrarre la memoria di chi ci ha preceduto dà senso alla nostra vita e consente di riconoscersi, come se la memoria fosse un grande specchio; ma non per la riflessione della fisicità quanto per rimandare l’essenza che compone ciò che di noi non posiamo toccare materialmente.

    Assolvo così alla promessa fatta in un’altra vita di non staccarmi mai da un luogo straordinario in cui ho vissuto, chissà quando, e dove sono stata molto felice.

    Tutte le mattine esco e vado in cerca delle tracce di questa felicità”.

    • Ovviamente l’altra protagonista è la città, Parigi. Ma in che modo? S’è detto: non al modo dei turisti, piuttosto come una parigina. Una che si confonda fra gli altri. Ma non è nemmeno così perché non è la consuetudine all’ambiente che ti spinge a cercare quel particolare edificio dove c’è un particolare appartamento o caffè o museo privato dove viveva un particolare personaggio del tempo che fu. Ludovica si muove dentro Parigi con obiettivi precisi, predisposti per tempo e accuratamente preparati, in modo che la conoscenza diretta avvenga quando già l’animo è pronto ricevere e capire. In questo modo non le sfugge nulla: l’assetto urbano nel suo mutarsi nel tempo, l’architettura del luogo, l’arredo interno agli ambienti. I “luoghi” della sua Parigi sono davvero “suoi” per come li vive.

    Qualche esempio: quando si reca al Museo - Casa di Victor Hugo descrive così l’ambiente: “Due rampe di scale larghe, nella penombra accogliente, sostenute da una ringhiera in ferro battuto e con un corrimano in legno. […] Le pareti erano anch’esse ricoperte in legno” (p. 9) e così via di dettaglio in dettaglio.

    Del Parco dell’Hôtel Biron, “poco distante dalla spianata degli Invalidi”, divenuto museo per le statue di Auguste Rodin, scrive: “La luce chiara della luna nella notte limpida e asciutta attraversava i tappeti d’erba e galoppava per insinuarsi attraverso i vetri privi di imposte nelle stanze dell’Hotel, pavimentate in legno chiaro” (p. 19).

    Il Gran Café Capucines (dove nel 1895 si tenne la prima proiezione della storia del cinema) è osservato accuratamente: “piccole vetrate in cui erano raffigurati grappoli di glicini fioriti … molti specchi, cestini di piante verdi appesi alle strutture portanti in legno, tavoli corredati da sofà di velluto rosso”.

    A proposito di una sala da tè dove si ferma a leggere Il conte di Montecristo di A. Dumas, ha modo di parlare dei passages, Galerie Vivienne e Colbert in particolare, che così descrive: “snodati corridoi di suggestione urbana e di dimensione viscerale che segnavano un percorso interno fra i palazzi, con il tetto chiuso di vetro e ferro” (p. 36).

    L’approccio di Ludovica alla cultura forse è un po’ snobistico, come quando, ripensandosi a Parigi e a certe giornate di settembre le sfugge un pensiero dichiaratamene elitario: “solo per me, per quella disposizione d’animo che ogni tanto rende esclusive le cose di tutti” (p. 51), o come quando afferma, visitando la casa di Vian, “eredità che volevo raccogliere e respirare direttamente nella sua casa” (p. 84).

    E a proposito del poco conosciuto museo della Vita Romantica, afferma “l’antica ritualità della memoria si è leggermente standardizzata per troppa fruizione di un bene come la cultura che va, al contrario, centellinato, come fosse un elisir o una coppa di vino pregiato e non una qualsiasi cola” (p. 77).

    Torna qui il termine “ritualità”, cui accennavo prima e ritorna più volte nel corso delle narrazioni, (a proposito della preparazione dei pennelli per la pittura di Delacroix, (“preludio d’amore”), della “cerimonia del tè” in casa propria, dell’abitudine all’assenzio per Verlaine… Ha modo di definire ‘ritualità’ come “occasione ritmata per mettere da parte tutto il resto e respirare il piacere di stare insieme” (p. 99). Ma penso a qualcosa in più. Seguendo il poeta Pierre Reverdy (*1960) distingue fra ‘tempo che trascorre e ‘tempo che perdura’. Ritualizzare momenti di vita significa quasi ‘fermare’ il tempo, costringerlo a perdurare, quindi il significato, lungi dall’aver un significato religioso, è proprio ritualità ‘laica’ e rimanda al valore che diamo alle cose della vita se ci accompagnano in modo significativo, impedendo che tutto ci scorra via senza che ce ne avvediamo. Bisogna imparare a soppesare l’attimo, goderlo fino in fondo, reiterarlo, tenercelo come dono della vita.

    Ludovica dunque si muove attraverso Parigi con la libertà di chi fa esattamente quello che desidera e con la gioia della consapevolezza, andando nella direzione dei luoghi che le evocano atmosfere o situazioni, o verso incontri con persone per le quali prova interesse. Si tratta di persone speciali, scrittori, artisti, poeti, musicisti, che conosce perfettamente nelle loro vicende biografiche o artistiche, che colloca negli appartamenti dove hanno vissuto, negli hotel dove si sono fermati, nei caffè dove si sono recati, e si chiamano Victor Hugo, Delacroix, Rodin, Proust, Dumas, Kerouac, Boris Vian, e tutte le donne scrittrici e artiste che ho nominato prima, da G. Sand a Colette.

    Si noterà che si tratta di persone del passato, che però Ludovica incontra realmente , ‘vede’ nella loro presenza materializzata dall’intensità della conoscenza e del desiderio, dalla ‘corrispondenza’ fra le anime.

    Se è vero ciò che dice Hillman sulle biografie, che si tratta di un “andar per fantasmi”, Ludovica compie proprio questo miracolo, di dar consistenza ai ‘fantasmi’ di queste persone d’eccezione, con il loro portato di intensità vitale al di là della comune nozione di vita e morte.

    Questo e molto altro ancora (per esempio considerazioni sulla solitudine dell’artista, sulla vecchiaia per una donna intellettuale) si trova in questo Pelle di luce, del quale ringraziamo la paziente e preziosa costruzione fatta sotto il segno di, come dicono in inglese, “I care”, mi sta a cuore.

    Marina Giovannelli

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    Titolo: PAOLO DE POLI E GIO PONTI L’ARTIGIANO-DESIGNER E L’ARCHITETTO Autore: Alberto Bassi - Valeria Cafà Pagine: 140 a colori

    Progetto in collaborazione con Università Iuav di Venezia - Archivio Progetti

    Presso l’Archivio Progetti Iuav è conservato l’Archivio di Paolo De Poli, artigiano, imprenditore e designer padovano, attivo nel settore della produzione e progettazione di artefatti in rame smaltato a partire dagli anni Trenta del Novecento, in collaborazione con importanti artisti e architetti, fra cui Gio Ponti. Il riordino, appena ultimato, del fondo, unito alla ricognizione storica e critica operata da docenti, ricercatori e assegnisti Iuav, permette di ricostruire la relazione fra queste due figure, emblematiche per le vicende del design italiano, e di collocarla all’interno del contemporaneo contesto relativo al rapporto fra progettisti e sistema produttivo.

    Questi contributi entrano nello specifico della collaborazione fra i due artisti: muovendo dall’analisi delle carte e dei materiali conservati in Archivio, gli autori delineano i caratteri, le modalità operative, le occasioni di lavoro e il rapporto personale che lega De Poli e Ponti. Perlopiù inedita è la ricca iconografia a corredo costituita da corrispondenza, disegni, modelli e fotografie provenienti dal fondo archivistico donato all’Archivio Progetti dagli eredi.

    ALBERTO BASSI si occupa di storia e critica del design ed è professore all’Università Iuav di Venezia. Coordina il corso di laurea in Interior design e fa parte del Comitato Scientifico dell’Archivio Progetti Iuav. Collabora con riviste di settore - come “Casabella”, “Abitare”, e “Auto & Design” - e quotidiani; ha scritto numerosi libri, fra cui, La luce italiana (Electa, 2004), Design anonimo in Italia. Oggetti comuni e progetto del prodotto alimentare (Electa, 2015), premiato con il Compasso d’oro ADI nel 2018; Design contemporaneo. Istruzioni per l’uso (Il Mulino, 2017).

    VALERIA CAFÀ è storica dell’architettura e conservatrice presso il Museo Correr - Fondazione Musei Civici di Venezia. Nel 2013-2014 ha vinto un assegno di ricerca presso l’Archivio Progetti Iuav con l’obiettivo di riordinare e valorizzare l’archivio e la figura di Paolo De Poli. Si interessa di smalti da quanto nel 2011 ha curato una mostra su Fabergé presso The Metropolitan Museum of Art di New York. Si occupa inoltre di disegno dall’antico e scultura moderna.

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    Onnazaka – Fumiko Enchi

     18,00  17,10

    Titolo: Onnazaka Autore: Fumiko Enchi Traduzione: Lydia Origlia Genere: Narrativa Pagine: 224 Prezzo: 18 € Isbn versione cartacea: 978-88-97561-74-3 Isbn versione ebook: 978-88-97561-83-5

    Acquista l'e-book su: Bookrepublic; Amazon; Ibs

    Se si desidera ricevere la copia obliqua si prega di contattare info@safaraeditore.com in riferimento all'acquisto. Le copie oblique saranno disponibili fino ad esaurimento scorte.

    Fumiko Enchi dipinge una storia indimenticabile in cui echeggiano la “Storia di Genji” e le atmosfere di “Madama Butterfly”, in uno dei romanzi più importanti della letteratura giapponese

    Alla fine del periodo Edo la moglie di un funzionario del governo, Tomo, viene mandata a Tokyo, dove l’attende un compito straziante: tra le molte ragazze offerte dalle loro famiglie, deve scegliere una giovane rispettabile che diventi la nuova concubina del marito. Tomo esternamente è impassibile, ma il suo cuore ha iniziato a incrinarsi; comincia così la ricerca con rigoroso senso del dovere, intraprendendo un sentiero che la porterà, insieme alle altre donne della casa, a immergersi in un’ombra sempre più profonda. Il romanzo è stato vincitore del Noma Literary Prize, il più prestigioso premio letterario giapponese.

    Fumiko Enchi (1905-1986) è stata una celebre sceneggiatrice e scrittrice, una delle più importanti voci femminili giapponesi del periodo Shōwa, e membro della prestigiosa Art Academy. Tra i numerosi premi, le venne conferito l’Ordine al merito della cultura dal governo giapponese.

    «Vi farà riflettere e vi spezzerà il cuore». The Daily News Journal

    «La scrittura di Enchi ha la stessa fluidità amniotica di Tolstoj, un’immersione quasi fisica e fluttuante nell’habitat della storia». The American Reader

    «Chiaro e potente... intessuto in modo quasi impercettibile». Kirkus

    «Un racconto di preghiere inascoltate, “Onnazaka” di Fumiko Enchi è un’elegia della condizione femminile giapponese». The Japan Times

    «Fumiko Enchi è una di quelle storiche scrittrici giapponesi che in Italia purtroppo vedono traduzioni sporadiche o lontanissime nel tempo (addirittura la maggior parte delle sue risalgono ai lontani anni '50, il suo periodo d'oro nel panorama letterario nipponico). Safarà Editore ha ripubblicato "Onnazaka", la storia di Tomo, moglie di Yakitomo, ricco funzionario giapponese con una passione per le donne e, diremmo ora, la sensibilità di un cinghiale morto. Accade infatti che Tomo riceva dal consorte l'infausto compito di cercargli una concubina. È solo l'inizio di una vita fatta di continui tradimenti del marito e di autocontrollo imposto da una società fortemente rigida e maschilista. Il sentiero dell'ombra del titolo è quello nel quale, col passare del tempo, la povera Tomo si avvia, fino al momento della sua morte, quando i nodi verranno al pettine. So che pare una recensione preimpostata, ma c'è poco da fare, i libri giappi hanno la loro forza nella scrittura scorrevole e non in trame inutilmente complesse. Per chi è: per gli appassionati del Giappone che sono stufi di ricevere, ogni Natale, il piccolo e costoso Einaudi di Murakami, magnificamente illustrato, ma davvero troppo corto».

    I dolori della giovane libraia

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    Titolo: Noi Animali - We Animals Autore: Jo-Anne McArthur Traduzione: Cristina Pascotto Genere: Saggistica - fotografia Uscita: maggio 2015 Pagine: 252 Isbn: 978-88-6958-001-7

    Presentato in anteprima al Salone del libro di Torino 2015

    La fotoreporter canadese Jo-Anne McArthur guida il lettore-spettatore in un viaggio complesso ed emotivamente intenso nel mondo della relazione tra animali umani e animali non umani – rapporto di cui mostra le molte contraddizioni, a tratti sconcertanti e commoventi. Questo saggio fotografico, in virtù della forza rivelatrice delle immagini e di poche, essenziali parole, vuole far luce su un rapporto che può – e deve – essere ripensato. Noi Animali - We Animals, rammentandoci con il suo stesso titolo la matrice di una condizione condivisa, si pone dunque come un faro per chiunque decida di raccogliere il segnale e seguirne la traccia, impressa sul solco della strada che conduce alla libertà per tutti gli esseri viventi. Il libro gode della prefazione di Roberto Marchesini, filosofo, etologo, direttore della rivista "Animal Studies" e autore di oltre quaranta volumi sul tema.

    Jo-Anne McArthur, fotoreporter originaria di Toronto, Canada, ha fotografato la drammatica situazione in cui versano gli animali nei sette continenti per più di dieci anni. Il suo progetto We Animals documenta la presenza degli animali in contesti umani, allo scopo di abbattere le barriere che questi ultimi hanno eretto e che permettono di trattare gli animali non-umani come oggetti, e non come esseri la cui vita ha un significato morale. Jo-Anne è presente nel documentario della regista canadese Liz Marshall The Ghosts in Our Machine.

    Estratto dall'introduzione «Quello che vedrete in queste pagine potrebbe sorprendervi o disturbarvi. Il mio scopo non è quello di farvi allontanare, ma di trascinarvi dentro, portarvi più vicino; rendervi partecipi. Voglio che le mie fotografie siano tanto belle ed evocative quanto veritiere e potenti. Spero che vi prendiate il giusto tempo non solo per guardare ma per vedere, anche solo come gesto di rispetto per i miliardi di animali di cui non notiamo né la vita, né la morte. Guardare questo libro significa offrire la propria testimonianza insieme alla mia, e questo significa anche confrontarsi con la crudeltà e la complicità che questa comporta. In quanto appartenenti a una specie, è necessario adottare una nuova mentalità, imparare nuovi atteggiamenti e disimparare quelli vecchi».

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    Titolo: Namamiko. L'inganno delle sciamane Autore: Fumiko Enchi Traduzione: Paola Scrolavezza Genere: Narrativa Pagine: 240 Prezzo: 18,5 € Isbn versione cartacea: 978-88-32107-01-2 Isbn versione ebook: 978-88-32107-19-7

    Acquista l'e-book su: Bookrepublic; Amazon; Ibs

    Se si desidera ricevere la copia obliqua si prega di contattare info@safaraeditore.com in riferimento all'acquisto. Le copie oblique saranno disponibili fino ad esaurimento scorte.

    Dall'autrice di Onnazaka, per la prima volta in traduzione italiana, un’indimenticabile storia d’amore e potere alla corte imperiale del Giappone classico.
    Con introduzione di Giorgio Amitrano e postfazione di Daniela Moro.
    Pubblicato in Giappone per la prima volta nel 1965, L’inganno delle sciamane mette in scena, nei palazzi splendidamente adornati e carichi di segreti della corte del periodo Heian, l’indimenticabile storia d’amore tra l’Imperatore Ichijō (980-1011) e la sua Prima Consorte Teishi, e la sottile lotta politica messa in atto dal potente Cancelliere Michinaga per dividerli. La strategia dell’alto funzionario passerà per il corpo e per le labbra di ingannevoli sciamane, due sorelle che loro malgrado diverranno potenti guardiane di verità e menzogne, nonché autentico cuore di una storia memorabile che ha attraversato i se- coli fino a giungere a noi grazie alla limpida scrittura di Fumiko Enchi. Attraverso un intreccio sul limitare tra verità storica e romanzo, in un ordito delicato e potente, Namamiko monogatari viene consegnato ai lettori contemporanei come un’esperienza letteraria di rara intensità.

    Fumiko Enchi (1905-1986) è stata una celebre sceneggiatrice e scrittrice, una delle più importanti voci fem- minili giapponesi del periodo Shōwa e una delle prime donne a vincere il Noma Literary Prize. Nel 2017 Safarà Editore ha ripubblicato uno dei suoi romanzi più celebri, Onnazaka, nell’ormai classica traduzione di Lydia Origlia.

    «La sensibilità femminile si fa acuta fino a sfiorare o oltrepassare la soglia del soprannaturale, per diventare strumento di resistenza, vendetta o semplicemente di espressione di sé». Dall’introduzione di Giorgio Amitrano
    «L’antica corte imperiale di Kyoto e il mondo del Genji Monogatari, visti dalla parte delle donne. Sovrane e nobili dame di compagnia, ma anche ancelle e sciamane. In questo romanzo di grande forza emotiva, Enchi Fumiko crea personaggi femminili che sfatano gli archetipi patriarcali della tradizione letteraria giapponese».
    Antonietta Pastore
    «Grazie al tramite della letteratura classica, sensualità e spiritualità si fondono nei lavori di Enchi. Dopo di lei, nella letteratura giapponese non si vedrà più un linguaggio come il suo, così profondamente influenzato dallo studio dei classici, ricco di sfumature, e di personalità». Mishima Yukio «Il lavoro di Enchi merita un’attenta analisi per le sue impeccabili riflessioni sulle donne intrappolate nella rete del dominio maschile, e sui loro oscuri tentativi per ottenere il controllo». The Japan Times «Nei romanzi di Enchi Fumiko, l’elemento soprannaturale – pur oscuramente evocato – viene equilibrato e in definitiva esautorato dalla componente psicologica che legge nelle donne un potere eternamente temuto dagli uomini attraverso i secoli, possibile proiezione dei mali insiti nella stessa natura maschile». Maria Teresa Orsi, curatrice del “Genji monogatari” per Einaudi

    «La scrittura di Enchi ha la stessa fluidità amniotica di Tolstoj, un’immersione quasi fisica e fluttuante nell’habitat della storia». The American Reader

    «Enchi Fumiko ha debuttato come drammaturga, ma nei suoi sessant’anni è diventata ampiamente riconosciuta come scrittrice quando le sue storie con protagoniste femminili hanno conosciuto una grande popolarità. Figlia del famoso accademico esperto di Giappone classico Ueda Kazutoshi (1867-1937), Enchi stessa era una profonda conoscitrice dei classici giapponesi e produsse una traduzione in giapponese moderno consacrata dalla critica del grande romanzo dell’XI secolo, La storia di Genji». Murakami Haruki in The Penguin Book of Japanese Short Stories

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    Mauro Masera – Bassi e Masera

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    Titolo: MAURO MASERA FOTOGRAFO DEL DESIGN ITALIANO / PHOTOGRAPHER OF ITALIAN DESIGN (1957 - 1992) Autore: Alberto Bassi - Carlo Masera Pagine: 140 a colori

    Progetto in collaborazione con Università Iuav di Venezia - Archivio Progetti

    Mauro Masera, nato nel 1934 e sempre vissuto a Milano, si forma nell’ambito della fotografia industriale, entrando presto in contatto con importanti graphic designer - da Erberto Carboni a Pino Tovaglia a Michele Provinciali - con i quali collabora assieme alle più importanti aziende italiane, come Gavina, Kartell, Arflex, Cassina, Zanotta, Tecno, Alessi e Fontana Arte.

    Presso l’Archivio Progetti Iuav (fra i pochi in Italia specificamente dedicato alla salvaguardia, conservazione e valorizzazione della cultura del progetto) è conservato il fondo Mauro Masera - che gli eredi con lungimiranza e visione hanno donato ad una realtà pubblica - contenente fotografie, documenti e letteratura relativi alla sua attività, con cui è stata realizzata la mostra monografica nel 2017, ripresentata in questo volume.

    ALBERTO BASSI si occupa di storia e critica del design ed è professore all’Università Iuav di Venezia. Coordina il corso di laurea in Interior design e fa parte del Comitato Scientifico dell’Archivio Progetti Iuav. Collabora con riviste di settore - come “Casabella”, “Abitare”, e “Auto & Design” - e quotidiani; ha scritto numerosi libri, fra cui, La luce italiana (Electa, 2004), Design anonimo in Italia. Oggetti comuni e progetto del prodotto alimentare (Electa, 2015), premiato con il Compasso d’oro ADI nel 2018; Design contemporaneo. Istruzioni per l’uso (Il Mulino, 2017).

    CARLO MASERA, architetto e paesaggista, vive e lavora a Milano occupandosi di progettazione nell’ambito dell’architettura del paesaggio, della riqualificazione urbana e della pianificazione del territorio.  Secondo dei quattro figli di Mauro Masera, dal 1922 al 2017 si è occupato insieme ai propri familiari di conservare e gestire l’archivio fotografico del padre.

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    Titolo: Marina Cons. Un architetto, una donna Autore: Anna Lombardi Genere: Saggistica Lingua: Italiano ISBN: 9788897561316

    L’opera di Marina Cons, scomparsa prematuramente nel 2012 a San Vito al Tagliamento dov’era nata nel 1960, è raccontata in questo libro che ne raccoglie l’intera produzione progettuale nei vari campi della cultura del progetto: design, moda, allestimenti, ristrutturazioni, nuove edificazioni, architettura d’interni. I progetti sono analizzati e raccontati con materiali iconografici, schizzi, rappresentazioni eidomatiche, testi; non mancano, fra l’altro, sconfinamenti nei territori della filosofi a e della tecnologia.

    Anna A. Lombardi è una studiosa di cultura del design. Su questo tema ha curato mostre, eventi e pubblicazioni per enti pubblici e privati. Alcuni suoi libri indagano le origini dell’industria del Friuli Venezia Giulia, come Distretto della sedia: design tra passato e futuro, altri ne raccolgono le riflessioni sul tema, come Nanetti: è design? È docente di “Storia e cultura del Design” presso l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Roma.

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    Titolo: Mangiare la Terra. Etica ambientale e scelte alimentari Autore: Lisa Kemmerer Traduzione: Cristina Pascotto Genere: Saggistica Pagine: 200 Isbn: 978-88-97561-39-2 Titolo originaleEating Earth: Environmental Ethics and Dietary Choice Uscita: 29 settembre 2016

    Ospite a pordenonelegge 2016

    «Praticamente in ogni nazione è facile passare dalla culla alla tomba senza mai pensare a quello che mettiamo nelle nostre bocche; senza alcuna consapevolezza degli effetti delle nostre scelte alimentari sulla Terra, sugli animali, sulla nostra salute e sulle persone più deboli; senza alcuna consapevolezza del fatto che nella misura in cui decidiamo cosa mangiare, l’alimentazione è una questione di estrema rilevanza morale». Lisa Kemmerer

    Nonostante obiettivi e visioni del mondo essenzialmente condivise ed enormi potenzialità, gli ambientalisti e gli attivisti che si battono per gli animali non-umani raramente uniscono le forze. Mangiare la Terra, scritto tanto per gli ambientalisti e gli animalisti quanto per chiunque sia interessato a vivere una vita pienamente etica e sostenibile esercitando il potere dei propri consumi, esplora il vitale terreno comune tra i due movimenti di giustizia sociale, ovvero quello delle scelte alimentari. Questo libro di facile consultazione, completo di schemi, tabelle e un tocco di umorismo pungente, porta alla luce il gravoso - a tratti sconcertante - impatto ambientale dell’allevamento animale, della pesca e della caccia, indicando la strada verso un presente da riscattare e un futuro da costruire la cui ricchezza parte da ciò che decidiamo di mettere nei nostri piatti.

    Lisa Kemmerer, professoressa di Filosofia delle religioni presso la Montana State University, è una filosofa-attivista che svolge il suo lavoro di ricerca in nome degli animali non umani, dell’ambiente e di tutti gli esseri umani privi di potere. Laureata a Reed, ad Harvard e all’Università di Glasgow (Scozia), la Kemmerer ha scritto nove libri su questi fondamentali argomenti.

    17 SETTEMBRE ore 10:30 PORDENONELEGGE.IT Palazzo della Provincia, PORDENONE in un dialogo con Macri Puricelli, giornalista

    18 SETTEMBRE ore 17:00 PAV - PARCO ARTE VIVENTE Festival Teatrum Botanicum, Emerging talents Via Giordano Bruno 31, TORINO In un dialogo con Leonardo Caffo, scrittore e filosofo

    19 SETTEMBRE ore 18:00 CASA DELLA CULTURA Via Borgogna 3, MILANO In un dialogo con Leonardo Caffo, scrittore e filosofo In collaborazione con Essere Animali

    20 SETTEMBRE ore 21:00 SALA MARCO BIAGI Via Santo Stefano 119, BOLOGNA Introdotta da Eleonora Adorni, antropologa In un dialogo con Roberto Marchesini, filosofo ed etologo dalle ore 20 buffet vegan - 8€ In collaborazione con Essere Animali

    21 SETTEMBRE ore 20:00 SALA CONFERENZE INFORMAGIOVANI Piazza Roma, ANCONA dalle 19 apericena vegan - 8€ In collaborazione con Essere Animali

    22 SETTEMBRE ore 18:30 LIBRERIA LOVAT Via Newton 13, VILLORBA (TREVISO) Introdotta da Adriano Fragano, Veganzetta insieme a Paolo Scroccaro e Mario Cenedese, Associazione Eco-filosofica In collaborazione con Veganzetta e Associazione Eco-filosofica

    23 SETTEMBRE ore 18:00 LIBRERIA ANTICO CAFFÉ SAN MARCO Via C. Battisti 18, TRIESTE In un dialogo con Federica Marchesich, giornalista

    «L’appassionata indagine di Lisa Kemmerer sull’impatto ambientale del consumo di carne culmina in un appello affinché il mondo adotti una dieta a base vegetale». Tristan Quinn, The Times Literary Supplement

    «Il lavoro di Lisa Kemmerer raccoglie tutte le informazioni necessarie per fornire un argomento che possa dirsi conclusivo sulla possibilità di un consumo consapevole. Sono felice di poterlo finalmente condividere con il mondo». Dr. Greta Gaard, University of Wisconsin, River Falls

    «Questo è il più importante saggio che si sia mai occupato dell’impatto devastante delle nostre scelte alimentari su moltissimi ecosistemi». Marc Bekoff, etologo e scrittore (La Vita emozionale degli animali)

    «Impossibile riassumere la mole di dati e le conseguenti riflessioni che Kemmerer racchiude nelle oltre 200 pagine di questo libro. Basti dire che nulla si sottrae alla spietata fotografia di un mondo alla deriva. Incapace di fermare lobby e  industrie. Né la caccia, né la pesca "sostenibile". [...] Scritto per tutti». Macri Puricelli

  • Titolo: Le due lame Autore: Sandro Pezzella

    E-BOOK IN FORMATO EPUB Verrà inviato un file digitale del libro in formato Epub Il file verrà inviato via mail manualmente entro 48 ore dall'acquisto; si prega di controllare la cartella spam. Per maggiori informazioni: info@safaraeditore.com

    Lorer è un ragazzo adolescente dotato di poteri di telecinesi fin dalla nascita. La sua vita viene stravolta quando scopre di essere la chiave per poter sconfiggere Drastorn, il signore oscuro, tornato dopo la grande guerra di trecento anni prima e intenzionato a distruggere per sempre le razze delle terre di Esnar. In aiuto del giovane arriverà il mago del bastione, Lothar, che con un pugno di amici fidati, viaggeranno per le terre alla ricerca delle lame magiche, due artefatti potentissimi creati in tempi antichi. Ma il loro percorso sarà lungo e difficile, contrastato non solo dalle razze malvagie, ma anche dai temuti monaci neri, portatori di magia e di morte. La lotta fra il bene e il male rivive in questa avventura, che trasporterà il lettore in un'avvincente storia fantasy.

    Sandro Pezzella è nato a Pordenone nel 1979, dove vive tuttora. Appassionato di fantasy fin da ragazzo, ha coltivato questa storia per molti anni, prima di deciderne la stesura. Con questo romanzo d'esordio, Pezzella entra ufficialmente nel mondo del fantasy classico.

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    Le due lame – Sandro Pezzella

     20,00  19,00

    Titolo: Le due lame Autore: Sandro Pezzella Pagine: 272

    Lorer è un ragazzo adolescente dotato di poteri di telecinesi fin dalla nascita. La sua vita viene stravolta quando scopre di essere la chiave per poter sconfiggere Drastorn, il signore oscuro, tornato dopo la grande guerra di trecento anni prima e intenzionato a distruggere per sempre le razze delle terre di Esnar. In aiuto del giovane arriverà il mago del bastione, Lothar, che con un pugno di amici fidati, viaggeranno per le terre alla ricerca delle lame magiche, due artefatti potentissimi creati in tempi antichi. Ma il loro percorso sarà lungo e difficile, contrastato non solo dalle razze malvagie, ma anche dai temuti monaci neri, portatori di magia e di morte. La lotta fra il bene e il male rivive in questa avventura, che trasporterà il lettore in un'avvincente storia fantasy.

    Sandro Pezzella è nato a Pordenone nel 1979, dove vive tuttora. Appassionato di fantasy fin da ragazzo, ha coltivato questa storia per molti anni, prima di deciderne la stesura. Con questo romanzo d'esordio, Pezzella entra ufficialmente nel mondo del fantasy classico.

  • Titolo: Le cartaviglie degli animali. Un abbecedario in realtà aumentata A cura di: Alessandro Fiori Formato: cartoline 10x15 cm Isbn: 978-88-32107-17-3

    Alert: non riesci ad accedere alla realtà aumentata?
    Consulta le nuove istruzioni e continua a sfogliare in realtà aumentata la collana delle Cartaviglie di Safarà Editore e Poetronicart!
    Ti ricordiamo che per usufruire della realtà aumentata è necessario disporre di uno smartphone/tablet di ultima generazione, dotato di telecamera posteriore e di una connessione Internet stabile e veloce.
    Buona lettura!

     

    "Le cartaviglie degli animali" è un progetto pionieristico che unisce arte, ricerca e tecnologia in un viaggio conoscitivo del tutto inedito: un abbecedario contenente 21 carte illustrate quante sono le lettere dell’alfabeto, ognuna associata a un animale e a una condizione che lo vede protagonista nel mondo degli esseri umani. Ogni lettera è accompagnata da contenuti supportati da fonti autorevoli disponibili in realtà aumentata: scarica l’applicazione Wikitude e sperimenta anche tu un nuovo modo di conoscere!

    Con un contributo di Gianluigi Toccafondo

    Alessandro Fiori è dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione e Scienze dello Spettacolo e docente di Costruzione del messaggio pubblicitario presso l’Università di Urbino Carlo Bo. È Direttore creativo dell’agenzia di comunicazione tacoshub.it. I suoi interessi di ricerca sono rivolti alla sociologia dei consumi e alle strategie di comunicazione per comunità di consumatori. È coautore del volume Donaction, ricerca-azione sul mondo della donazione e i suoi processi comunicativi (Fiori, Sacchetti, 2015).

     

    La collana Cartaviglie di Safarà Editore nasce dalla collaborazione della casa editrice con la start-up innovativa Poetronicart, con l’intento di coniugare il mondo editoriale e la rivoluzione tecnologica rappresentata dalla realtà aumentata. Poetronicart è un Art Business Village: una fiera dell’arte permanente e mutevole in funzione dei contenuti, dei momenti e degli utenti. È il frutto dell’integrazione di più strumenti e ambienti digitali, ciascuno dei quali è concepito per generare valore dall’arte. Il nome Cartaviglie è un omaggio al videoartista Gianni Toti, inventore del neologismo Cartaviglie e della Poetronica, arte poetica declinata con i linguaggi elettronici. Oltre ad essere arricchito attraverso la realtà aumentata, ogni libro della collana apre ad una progettualità più ampia dando accesso a contenuti in costante aggiornamento.

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    Lanark Vol.1 – Alasdair Gray

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    Titolo: Lanark - Una vita in quattro libri Autore: Alasdair Gray Traduzione: Enrico Terrinoni Genere: Narrativa Pagine: 188 Prezzo: 14,90 € Isbn: 9788897561446 Uscita: dicembre 2015 Volume primo Con prefazione di Jeff VanderMeer

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    Dalla prefazione di Jeff VanderMeer «Nella terribile devastazione dello scenario di Unthank che ci offre Alasdair Gray, bocche giganti calano dal cielo per divorare il protagonista, Lanark, e un vento freddo si alza “insieme all’odore salato di alghe putrescenti, e poi uno caldo di carne arrostita”. Lanark ne viene inghiottito, e lo stesso accade al lettore».

    Descrizione Lanark – Una vita in quattro libri racconta i destini di due città che corteggiano il dissolvimento, Unthank e Glasgow, mentre fluttuano incerte sul limitare del passato e del futuro. Lungo le loro strade tortuose verranno dipanati gli intricati fili che uniscono le vite di Lanark e di Duncan Thaw i quali, nell’attraversare un vasto e labirintico universo simbolico, ci conducono nei sentieri battuti dell’uomo contemporaneo, tanto pericolosi quanto seducenti, tanto impensabili quanto reali. Pubblicato per la prima volta in lingua inglese nel 1981, Lanark ha immediatamente collocato Gray nell’empireo dei più importanti autori britannici ed è stato comparato, tra gli altri, a Dante, Blake, Joyce, Orwell, Kafka, Huxley e Lewis Carroll.

    Alasdair Gray (Glasgow, 28 dicembre 1934) è un eclettico scrittore, artista, poeta e drammaturgo scozzese. Personalità poliedrica del panorama artistico europeo, nelle sue opere fonde elementi provenienti dai più diversi generi letterari, in cui il realismo si unisce all’elemento fantastico, la satira sociale al dramma, e lo humour è sempre al servizio della verità della narrazione. L’opera più nota è il suo primo romanzo Lanark – Una vita in quattro libri. Scritto in un periodo di quasi trent’anni e oramai considerato un classico della letteratura, è stato definito dal New York Times Book Review «La Divina Commedia del cripto-calvinismo anglosassone». Il suo romanzo Poveracci! ha vinto il Whitbread Novel Award e il Guardian Fiction Prize.

    Enrico Terrinoni è professore associato di letteratura inglese all’Università per Stranieri di Perugia. Ha tenuto lezioni e conferenze in più di 20 università italiane ed europee. Si occupa di letterature di lingua inglese, e di teoria e pratica della traduzione. Collabora con Il Manifesto; suoi contributi sono usciti anche sul Corriere della Sera e Il Sole 24 ore. Ha pubblicato diversi libri, saggi e recensioni, oltre a numerose traduzioni dall’inglese di contemporanei e classici (Francis Bacon, Nathaniel Hawthorne). In particolare ha lavorato su James Joyce e l’Ulisse, opera della quale ha realizzato una nuova e premiata traduzione per Newton Compton. Sta lavorando a una nuova edizione annotata di Spoon River Anthology di Masters e alla traduzione italiana di Finnegans Wake.

    «Uno dei pilastri della narrativa del XX secolo» The Guardian

    «Non c’è riassunto che possa fare giustizia a quello che Gray è riuscito a fare in Lanark». BBC UK

    «Alasdair Gray è una specie rara nella letteratura anglosassone, un autentico sperimentalista, che ha trasgredito a ogni normale tradizione della prosa, in un delirio conturbante». David Lodge

    «Uno dei romanzi più innovativi e trasgressivi della letteratura scozzese contemporanea». Il Sole 24 Ore

    «Finalmente approda in Italia Lanark, una vita in quattro libri, per Safarà Editore, in un’edizione elegante e originale». Il Manifesto

    «Lanark diverrà, per un istante o per tutta la vita, il libro di cui i lettori non potranno fare a meno». The New York Times

    «Il mio consiglio è di non perdere l’occasione e sostenere questa storica iniziativa culturale, un tassello per la fondazione di un’identità europea in divenire e un’esperienza letteraria indimenticabile». Ultimavoce.it

    «Possibile che di un libro così importante non si avesse notizia e non fosse mai stato tradotto? Ora che è giunto in libreria l'ultimo volume [...] possiamo dirlo: sì, era possibile. Lanark [...] è un capolavoro». Vanni Santoni, La Lettura del Corriere della Sera

    «Senza dubbio Lanark è uno dei romanzi più innovativi e trasgressivi della letteratura contemporanea ma anche tra i più leggibili: un'autentica scoperta per il lettore che divora e viene divorato dalle visioni di Gray, tanto apocalittiche quanto politiche. Di certo Lanark non è ancora conosciuto come meriterebbe. Il genio visionario di Gray è identico se non più potente di quello di Philip K. Dick. [...] Non aspettiamo che muoia, come Dick, per rendergli l'omaggio che merita: leggerlo». Gian Paolo Serino, Il Giornale

    «Di fatto, Lanark riesce a catapultarci in uno strano universo, risucchiando tutta la nostra voglia d’energia vitale fino alla fine, a cominciare dai libri di Duncan Thaw in cui la ricostruzione sia della Glasgow del tempo sia delle emozioni personali è del tutto lineare». Alias, Il Manifesto, Marco Fazzini

    Il Manifesto; Gli angoli bui del mondo di Andrea Comincini, 14/04/2016 Il Sole 24 Ore; L'Ulisse in versione scozzese di Renzo S. Crivelli, 1/05/2016 Ultimavoce.it; Il capolavoro che non hai mai sentito nominare di Alessandro Benassi, 28/08/2016 Scenaillustrata.com; Alla ricerca della vita dentro la vita di Andrea Comincini, 1/10/2016 La Lettura del Corriere della Sera, Lanark, padre di tante distopie di Vanni Santoni 27/8/2017 Il Giornale, Nella Glasgow di Alasdair Gray il fantasy diventa critica sociale di Gian Paolo Serino, 23/9/2017 Il Tascabile: Perché leggere Lanark Alias, Il Manifesto, Marco Fazzini, 12/11/2017

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    Lanark Vol. 4 – Alasdair Gray

     19,00  18,05

    Titolo: Lanark - Una vita in quattro libri Autore: Alasdair Gray Traduzione: Enrico Terrinoni Genere: Narrativa Pagine: 336 Prezzo: 19,00 € Isbn: 978-88-97561-57-6 Uscita: luglio 2017 Volume quarto

    Questo libro è disponibile unicamente in formato obliquo.

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    Dalla prefazione al primo volume di Jeff VanderMeer  «Nella terribile devastazione dello scenario di Unthank che ci offre Alasdair Gray, bocche giganti calano dal cielo per divorare il protagonista, Lanark, e un vento freddo si alza “insieme all’odore salato di alghe putrescenti, e poi uno caldo di carne arrostita”. Lanark ne viene inghiottito, e lo stesso accade al lettore».

    Descrizione Lanark – Una vita in quattro libri racconta i destini di due città che corteggiano il dissolvimento, Unthank e Glasgow, mentre fluttuano incerte sul limitare del passato e del futuro. Lungo le loro strade tortuose verranno dipanati gli intricati fili che uniscono le vite di Lanark e di Duncan Thaw i quali, nell’attraversare un vasto e labirintico universo simbolico, ci conducono nei sentieri battuti dell’uomo contemporaneo, tanto pericolosi quanto seducenti, tanto impensabili quanto reali.

    Nel quarto e conclusivo capitolo di una delle saghe più celebri del Novecento, l’eroe della storia fa ritorno ad Unthank, la città impossibile che sarà chiamato a salvare: lì perderà un amore, incontrerà il suo stesso autore, rincorrerà un legame inaspettato e sarà inviato in un mondo in sfacelo, le cui rovine inizieranno a cadere con forza sempre più devastante allo scorrere di ogni pagina.

    Alasdair Gray (Glasgow, 28 dicembre 1934) è un eclettico scrittore, artista, poeta e drammaturgo scozzese. Personalità poliedrica del panorama artistico europeo, nelle sue opere fonde elementi provenienti dai più diversi generi letterari, in cui il realismo si unisce all’elemento fantastico, la satira sociale al dramma, e lo humour è sempre al servizio della verità della narrazione. L’opera più nota è il suo primo romanzo Lanark – Una vita in quattro libri. Scritto in un periodo di quasi trent’anni e oramai considerato un classico della letteratura, è stato definito dal New York Times Book Review «La Divina Commedia del cripto-calvinismo anglosassone». Il suo romanzo Poveracci! ha vinto il Whitbread Novel Award e il Guardian Fiction Prize.

    Enrico Terrinoni è professore associato di letteratura inglese all’Università per Stranieri di Perugia. Ha tenuto lezioni e conferenze in più di 20 università italiane ed europee. Si occupa di letterature di lingua inglese, e di teoria e pratica della traduzione. Collabora con Il Manifesto; suoi contributi sono usciti anche sul Corriere della Sera e Il Sole 24 ore. Ha pubblicato diversi libri, saggi e recensioni, oltre a numerose traduzioni dall’inglese di contemporanei e classici (Francis Bacon, Nathaniel Hawthorne). In particolare ha lavorato su James Joyce e l’Ulisse, opera della quale ha realizzato una nuova e premiata traduzione per Newton Compton. Sta lavorando a una nuova edizione annotata di Spoon River Anthology di Masters e a una nuova traduzione italiana di Finnegans Wake.

    «Uno dei pilastri della narrativa del XX secolo» The Guardian

    «Non c’è riassunto che possa fare giustizia a quello che Gray è riuscito a fare in Lanark». BBC UK

    «Alasdair Gray è una specie rara nella letteratura anglosassone, un autentico sperimentalista, che ha trasgredito a ogni normale tradizione della prosa, in un delirio conturbante». David Lodge

    «Uno dei romanzi più innovativi e trasgressivi della letteratura scozzese contemporanea». Il Sole 24 Ore

    «Finalmente approda in Italia Lanark, una vita in quattro libri, per Safarà Editore, in un’edizione elegante e originale». Il Manifesto

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