Pubblicazioni

  • Titolo: Pittori di stelle Autore: Anna Grimaldi

    «Rammentalo sempre, essere un artista significa proprio questo: evadere dal mondo concependone uno tutto tuo, nel quale sei libero da umane restrizioni». Miguel, un bambino di dodici anni, diventerà l’apprendista di Ganimede, un vecchio e saggio pittore di stelle, che insieme all’aiutante Nana Bianca, un palla di pelo tenera e soffice, cercherà di insegnargli la sua preziosa arte magica. Ganimede sembra non accoglierlo molto bene al principio, è un tipo burbero e non prova particolare simpatia per gli umani, ma proprio grazie al bambino riscoprirà il valore della sua vita. Miguel, però, dovrà affrontare vari ostacoli per diventare un pittore di stelle e, scoprendo che l’umanità è destinata all’estinzione giacché ritenuta unica responsabile della distruzione della Terra, intraprenderà il Cammino della conoscenza, un percorso di formazione e crescita spirituale, non solo per avverare il suo sogno ma per salvare il mondo intero. Riuscirà Miguel insieme ai suoi amici Luce, un’inappuntabile streghetta, e a Kenoko, un malvagio panda batterio, a riportare speranza e gioia all’umanità? In questo romanzo di formazione, consigliato per ragazzi tra i 9 e i 14 anni, narrato da Ganimede in modo divertente e originale, un bambino terrestre diventerà per tutti un piccolo eroe.

    Anna Grimaldi è nata il 2 novembre 1990 a Pordenone. Ha frequenta- to il liceo scientifico e si è laureata in matematica impreziosendo la sua carriera accademica con un Erasmus a Bilbao. Insegna alle scuole secondarie, adora lo sport, stare all’aria aperta e ha viaggiato un po’ dappertutto. Se all’inizio pensava di essere portata solo per la matematica, crescendo ha compreso quanto invece fosse importante coltivare il lato più umano e creativo della sua vita. Da questo desiderio è nato il suo primo romanzo Pittori di stelle che simboleggia una realtà dipinta di magia, rivelatrice di segreti, la chiave per riscoprire il valore e la bellezza dell’umanità composta di razionalità ma anche e soprattutto di emozioni.

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    Tre opere premiate con il Premio Europeo per la Letteratura per la prima volta riunite in una prestigiosa edizione.

    Questo cofanetto racchiude tre romanzi, tre storie molto diverse, che con le loro ambientazioni faranno percorrere un ideale giro di una delle città più belle del mondo, Praga, tra le bellezze del centro storico alla campagna limitrofa, attraverso '800 e '900.

    "Accadde il primo settembre" di Pavol Rankov

    Peter, ungherese, Ján, ceco, e Gabriel, ebreo, sono tre giovani amici, ognuno irrimediabilmente innamorato della slovacca Mária: è il 1938 e poiché Levice, piccola città della Slovacchia al con ne con l’Ungheria, è tra le poche a vantare una piscina, i tre amici decidono che si contenderanno il diritto di corteggiarla con una memorabile gara di nuoto, il primo settembre. Nelle loro vite irrompe però la Storia, non calcolata, improvvisa e violenta, a impedire anno dopo anno lo svolgersi della competizione, che da allora diventerà il centro gravitazionale delle loro vite, seppur decentrato, rincorso, quasi irraggiungibile: i tre amici e Mária si aggrappano alla loro amicizia e al loro amore come unico collante delle loro identità disperse.

    «Uno dei libri più belli che abbia letto negli ultimi anni: un grande affresco che aiuta a capire gli avvenimenti tragici e i cambiamenti di un’epoca». Il mestiere di leggere

    "Storia della luce" di Jan Němec

    Una storia raccontata da un fascio di luce non può che avere un protagonista luminoso, un guardiano della luce, un fotografo: quest’uomo è František Drtikol. Dandy nato in una piccola città mineraria boema, fotografo di fama mondiale finito in bancarotta, maestro del nudo sfortunato con le donne, mistico e buddista che credeva nel comunismo. In questa biografia di estrema originalità la luce si mette al servizio del romanzo, e dipana il suo spettro elettromagnetico per illuminare con i colori più intensi le miniere d’argento di Příbram, l’inimitabile città di Praga e la prima Repubblica bohémien.

    «Němec, in questo romanzo quasi torrenziale, descrive le gesta di un artista randagio, un artista che non si piega alle mode del momento ma combatte tutta la vita per trovare la via autentica all’espressione artistica, alla bellezza, alla verità delle cose».». Sul Romanzo

    "Lettera d'amore in scrittura cuneiforme" di Tomáš Zmeškal

    Nella vertiginosa polifonia che Zmeškal è qui chiamato a dirigere, le voci degli amanti Josef e Květa si levano con note particolarmente intense: la necessità di ricostruire un legame spezzato in modo innaturale innesca l’alchimia della narrazione, a cui le storie collaterali si legano come particelle di una stessa sostanza. La scrittura cuneiforme, giunta da una dimensione lontana nel tempo e nello spazio, cercherà di offrire un codice al contrario per la decifrazione e la ricomposizione della chimica dei sentimenti, in una narrazione che restituisce il senso più autentico dell’arte del romanzo.

    «Un romanzo dai molti ingredienti: avventura, religione, filosofia, storia, amore, violenza, tutti amalgamati alla perfezione e racchiusi dentro a un manufatto cartaceo dal taglio inclinato.». Mangialibri.com

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    Titolo: La materia del vuoto Autore: Renato Bocchi Genere: Saggistica Lingua: Italiano ISBN: 9788894135961

    Questo saggio raccoglie lezioni e ricerche presentate in Spagna, Argentina e Italia tra il 2012 e il 2013. Il libro, intersecando il progetto di architettura alle esperienze di artisti come Oteiza o Chillida, descrive poeticamente l’architettura come esperienza dinamica, in cui il vuoto, il silenzio, il ritmo di luce e ombra plasmano lo spazio allo stesso modo della materia.

    Renato Bocchi è architetto e urbanista, professore di Composizione Architettonica e Teorie dell’Architettura all’Università Iuav di Venezia. È direttore per Gangemi di Roma della collana Spazio Paesaggio Architettura e coordinatore nazionale del progetto di ricerca Re-cycle Italy, promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

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    Titolo: Storia di cento occhi Autore: Stefano Tevini Genere: Narrativa Pagine: 128 Isbn: 978-88-97561-60-6

    Questo libro è disponibile unicamente in formato obliquo.

    «I cavi, una nebbia di vasi capillari di rame rivestiti di gomma, convogliano un intero sistema nervoso periferico fatto di ottiche di precisione e microfoni ambientali in un cordone ombelicale innestato qui, nel mio grembo di acciaio e plexiglass».

    Chiuso nel suo grembo metallico, A.R.G.O. vede. Innesto perfetto di software organico e hardware di prima sperimentazione, A.R.G.O. controlla la città attraverso una rete di microfoni e telecamere che convogliano voci, immagini e oceani di dati in un cervello disincarnato. Il progetto è un brevetto Sicurever, multinazionale leader nel mercato della sicurezza. Ma chi è davvero A.R.G.O.? E qual è il suo rapporto con Stefano, un anonimo scrittore che sembra conoscerlo, e temerlo, più di tutti?

    Crocevia tra distopia e science fiction, Storia di cento occhi esplora le inquietanti possibilità del futuro che incombe oltre la soglia della quotidianità.

    Stefano Tevini nasce a Brescia nel 1981. Laureatosi in Filosofia nel 2004, si avvicina alla scrittura poco dopo entrando a far parte del collettivo Anonima Scrittori, con cui inaugura una lunga e feconda collaborazione. Fra la sua produzione con Anonima Scrittori ci sono i racconti pubblicati nelle antologie Storie di (r)esistenza (ed. Argonauta) e Il bit dell’avvenire (ed. Tunuè). Nel 2013 pubblica il suo primo romanzo, Vampiro Tossico, seguito da Testamento di una Maschera, editi da La Ponga Edizioni. Stefano Tevini, inoltre, lotta nel circuito del wrestling indipendente italiano e recensisce fumetti per la versione online della rivista Nocturno.

    «Un autore che percepisce il caos informe del mondo che lo circonda e per parte sua vorrebbe, forse, contribuire a porre un tassello per aggiustarlo». Alessandro Preiser, su anonimascrittori.it

    «Questo attrito tra slancio vitale, perdizione ed emarginazione produce una combustione che Tevini rende con struggente lirismo». Corriere della Sera (ed. di Brescia)

    «Capisci subito quando ti trovi davanti ad una storia insolita che vale la pena di essere letta, capisci immediatamente quando ci si ritrova davanti l’evoluzione di una scrittura quasi asettica che allo stesso tempo favorisce gli inciampi in un mondo spaventoso, pronto a fagocitarti». Please Another Book

    «Il bresciano Tevini, primo wrestler laureato in filosofia e scrittore (o se volete, fisicaccio da plantigrado dotato di anima bella) si interroga con passione civile e solidità di stile su temi che sono cruciali e non solo teoremi da science fiction. Il suo pessimismo è fondato, ma lui non ignora che, finché c’è racconto, c’è speranza». Corriere della sera

    «In definitiva cinque stelle. Una lettura distopica che dipinge la nostra società alla ricerca di un A.R.G.O. e preferisce evitare di migliorarsi. Intenso, profondo e insolito. Non è un libro per chi pensa agli Hunger Games o al sangue di Battle Royale. È una lettura che ci sputa in un occhio, ma tranquilli, sappiamo di essercelo meritato». Alice Chimera

    «Un’opera di fantascienza distopica nella quale Stefano Tevini, al suo terzo romanzo, mette in scena una Brescia e un’Italia riconoscibilissime, prendendo spunto da fatti di cronaca facilmente identificabili. [...] Una riflessione che dovrebbe riguardarci tutti, e che ci mostra con chiarezza verso quale domani ci stiamo precipitando. Un romanzo appassionante e intelligente, rapido come un thriller e tagliente come la lama di un anatomopatologo che sezioni il cadavere delle nostre paure». Inkroci

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    Titolo: Si può ancora fare Autore: a cura di Ferruccio Merisi Genere: Narrativa, studi sociali Pagine: 256 Isbn: 978-88-97561-58-3 Uscita: dicembre 2016

    Con interventi di Claudio Bisio, Giulio Manfredonia e molti altri

    Un progetto che è la continuazione ideale del film Si può fare (2008) di Giulio Manfredonia con Claudio Bisio e Giuseppe Battiston

    Un libro per celebrare i 35 anni di attività della Coop Noncello, realtà storica per il progresso sociale del nostro Paese. Quest’o- pera è una fondamentale antologia di frammenti di vita scritta da uno dei più importanti autori teatrali della scena contemporanea. Opzionata per l’adattamento teatrale, è attesa a gran voce da un pubblico sensibile alle tematiche dell’integrazione.

    Descrizione Nel 2008 il regista Giulio Manfredonia raccontò, con il film Si può fare, la nascita di Coop Noncello, realtà storica che ha contribuito in modo determinante al progresso sociale italiano. Oggi, dopo trentacinque anni di attività e un immenso patrimonio di storie vissute, la Cooperativa ha scelto di regalare al lettore alcune delle sue più recenti esperienze. Ferruccio Merisi ha raccolto alcune voci di riferimento del passato e del presente di questa intensa epopea umana: ex direttori e presidenti, assistenti sociali, professori universitari, il regista e lo sceneggiatore del film nonché il suo attore principale, Claudio Bisio. Ma soprattutto i veri protagonisti di questo libro sono i soci odierni della Noncello, come preziosi monologhi in prima persona: un’umanità reale e presente, spesso dimenticata ai margini, e divenuta produttiva ritagliando per sé un frammento di spazio in un mondo “non adatto ai non adatti”.

    Ferruccio Merisi ha scritto e/o diretto, dal 1976 a oggi, oltre cento spettacoli per il teatro. Con la sua attuale compagnia, la Scuola Sperimentale dell’Attore di Pordenone, si occupa molto di linguaggi performativi contemporanei, includendo, in questo orizzonte, anche i progetti di ascolto e di assistenza espressiva verso le differenze.

    «Si Può Ancora Fare è un libro non scritto, ma diretto da Ferruccio Merisi. Pensieri e parole autentiche di vita, da chi ha vissuto la sofferenza della malattia fisica e mentale e del dolore che porta a sparire ed essere esclusi senza dignità e via d’uscita. È la storia autenticamente provata di chi, la Cooperativa Sociale Noncello di Pordenone, ancora oggi produce ricchezza e crescita culturale, con la qualità del lavoro di chi è riconosciuto diverso e con l’amore folle di chi è normalmente conosciuto». Manuel Giuliano, Giornalista Indipendente, 11/12/2016

  • Titolo: Tecnica sociale dell'informazione Sottotitolo: La rivoluzione nella comunicazione: da target a persona Autore: Francesco Fattorello Curatore: Giuseppe Ragnetti Genere: Saggistica Uscita: gennaio 2015 Pagine: 152 Lingua: Italiano

    Ancora oggi molti teorici della comunicazione insistono sul fatto che le persone, definite target, assorbano in maniera passiva e in toto i dettami dello strapotere mediatico. Nel corso della sua lunga fortuna la tecnica sociale dell’informazione elaborata da Francesco Fattorello, primo docente di Storia del giornalismo in Italia, ha messo in discussione questo sistema. Secondo la teoria di Fattorello, infatti, gli attori del processo comunicativo sono parimenti elevati al rango di soggetti, egualmente dotati di facoltà opinanti e, di conseguenza, hanno pari dignità. Allo stesso modo non esiste alcun tiratore che colpisce un target, bensì due soggetti attivi che reagiscono ai numerosi stimoli ricevuti sulla base delle proprie facoltà di giudizio e delle proprie attitudini sociali, prodotte da determinati processi di acculturazione.

    Nell’anno del trentesimo anniversario dalla sua scomparsa, Francesco Fattorello si pone come una delle figure rivoluzionarie e fondamentali nel mondo della comunicazione. A settant’anni dalla sua prima elaborazione, la tecnica sociale rappresenta un modello irrinunciabile di riferimento per chiunque voglia confrontarsi con la pratica della comunicazione nel nostro tempo, un modello in grado di fornire risposte all’altezza delle crescenti esigenze di informazione e di comunicazione che connotano le società di oggi.

    Francesco Fattorello (Pordenone 1902 - Udine 1985) è stato giornalista e studioso, dal 1928 primo docente incaricato della cattedra di Storia di giornalismo in Italia, dal 1928 presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Trieste e dal 1934 presso la medesima Facoltà dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. In questa città fondò e diresse, dal 1947 in poi, l’Istituto Italiano di Pubblicismo. Nella sua lunga carriera di studioso Fattorello fu anche docente e membro del Consiglio di amministrazione del Centre International pour l’enseignement supérieur du journalisme dell’Università di Strasburgo. A lui è dedicato l’Istituto “Francesco Fattorello” di Roma, diretto da Giuseppe Ragnetti, curatore di questo volume.

    Giuseppe Ragnetti, professore di Psicologia sociale, è specializzato nelle discipline dell’informazione e della comunicazione. Insegna anche presso la Laurea Specialistica in Editoria Media e Giornalismo dell’Università degli Studi “Carlo Bo” di Urbino. Ha raccolto l'eredità culturale e continua l'opera del suo Maestro Francesco Fattorello, dando seguito alla sua tradizione scientifica e didattica anche a livello internazionale. Dal 1986 dirige l'Istituto “Francesco Fattorello” di Roma, che attiva la Scuola superiore di Metodologia dell'Informazione e Tecniche della Comunicazione, erede della prima Scuola italiana nell'ambito della comunicazione e dell'informazione, fondata da Fattorello nel 1947. L’Istituto Fattorello è l'unico membro istituzionale italiano ammesso in iamcr/aieri, massima organizzazione mondiale del settore. L’Istituto prosegue in forme e strutture adeguate ai tempi la diffusione dell’impostazione teorica fattorelliana promuovendone la conoscenza a tutti i livelli, con un'attività didattica ininterrotta da settant'anni.

  • Titolo: L'amore degli uomini soli Autore: Victor Heringer Traduttore: Vincenzo Barca Pagine: 168 Rilegatura: Brossura fresata Prezzo: 18,00 € Isbn 9788832107494

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    Romanzo finalista del Prêmio Rio de Literatura, del Prêmio São Paulo de Literatura e del Prêmio Oceanos. Nel calore stordente di un’estate di Rio de Janeiro degli anni Settanta, tra le mura di una villa borghese in un quartiere povero della città, Camilo vive protetto dai racconti ancestrali della domestica Maria Aína e dalle cure distratte di una famiglia in procinto di cambiare per sempre la propria storia. Quando il padre, medico negli anni della dittatura, porta a casa Cosme, un ragazzo mulatto dalle origini sconosciute, l’odio iniziale di Camilo presto si tramuta nel primo, accecante amore. La sua forza sconvolgente, interrotta da un evento di insensata brutalità, non mancherà di echeggiare nella sua vita di adulto per sfociare in una storia violenta, lirica e struggente quanto quella lontana estate di impossibile tenerezza.

    Victor Heringer è nato a Rio de Janeiro nel 1988 ed è scomparso nel 2018, pochi mesi prima di compiere trent’anni. Per il suo romanzo d’esordio, "Gloria" (7Letras, 2012), ha ricevuto il premio Jabuti, il più alto riconoscimento della letteratura brasiliana. Il suo secondo romanzo, "O amor dos homens avulsos", è stato finalista del Prêmio Rio de Literatura, del Prêmio São Paulo de Literatura e del Prêmio Oceanos.

    «Heringer ha avuto poco tempo da vivere, ma ha segnato un’intera generazione di scrittori e lettori». O Globo «L’opera che Victor Heringer lascia dietro di sé è sufficiente a collocarlo tra i grandi nomi della letteratura brasiliana contemporanea». Scothilia «Quando si legge qualcosa di nuovo in modo tanto genuino è difficile descriverlo, perciò spesso ci si accontenta di paragoni – e tuttavia, "L’amore degli uomini soli" è davvero un romanzo unico. È geniale come Cortázar o Nabokov, ellittico come Grace Paley, divertente come Donald Barthelme. Non appena lo si finisce di leggere, il desiderio è quello di incontrare subito il giovane che l’ha scritto, stringergli vigorosamente la mano e congratularsi con lui per l’inizio di una brillante carriera. Ma Victor Heringer non c’è più. Ha lasciato questo splendido libro dietro di sé». Zadie Smith «La sua accurata comprensione della lingua, che dimostra un’idea completa di ritmo e sonorità che sembra quasi intuitiva, rivela una voce che manca anche agli autori più esperti». Folha de São Paulo
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    Titolo: La ballata del guerriero Autore: Alasdair Gray Traduzione: Katia Bagnoli Genere: Narrativa Pagine: 208 Prezzo: 18 € Isbn: 9788832107081 Copertina: Alasdair Gray

    La versione obliqua di questo libro non è al momento disponibile.

    Ambientato nel 2220, "La ballata del guerriero" narra le vicende del guerriero Wat Dryhope, figlio del clan Ettrick, capo supremo del secolo: all’epoca dei fatti la Storia è giunta alla sua conclusione, famiglie e dinastie sono governate da un matriarcato illuminato e le guerre non sono che campionati tra squadre rivali, riservate all’intrattenimento marziale degli uomini. Tuttavia, quando il protagonista Wat deciderà di cambiare le regole del gioco ed entrerà in scena la conturbante Delilah Puddock, questo mondo utopistico non tarderà ad affrontare imprevedibili sconvolgimenti. Esilarante parabola e preziosa satira sui confini, sull’eros e sul militarismo, "La ballata del guerriero" segna un altro tassello imperdibile nel corpus delle opere del grande maestro scozzese.

    Alasdair Gray (Glasgow, 1934-2019) è stato un poliedrico scrittore, poeta e drammaturgo, nonché uno dei più grandi artisti scozzesi contemporanei. Tra le sue opere più celebri "1982 Janine" e "Lanark. Una vita in quattro libri": scritto in un periodo di quasi trent’anni e oramai considerato un classico della letteratura, è stato definito dal Guardian «uno dei pilastri della narrativa del XX secolo».

    Katia Bagnoli (Milano, 5 giugno 1956) è una traduttrice italiana. Tra le sue traduzioni più celebri, le opere di Isaac Bashevis Singer, Geoff Dyer, Jeffrey Eugenides, Henry Miller e Joyce Carol Oates.

    «Fantasista, realista, parodista, postmoderno; Alasdair Gray è diventato egli stesso una leggenda letteraria». Scotsman «Mentre favolosi racconti si dipanano come metafore politico-sociali, comprendiamo che" La ballata del guerriero" merita una categoria a sé stante». GQ «Una satira dei romanzi utopici... Il fantasy di Gray sui confini scozzesi si prende gioco di sé a proprie spese per esaminare in profondità i difetti insiti in un futuro che potrebbe persino funzionare... Incredibilmente divertente». Times Educational Supplement «"La ballata del guerriero" vede Gray nella sua forma più giocosa. I punti di riferimento sono dappertutto e aspettano solo di essere scoperti e assaporati: da Scott a Orwell al classico di fantascienza degli anni Settanta "Rollerball". Gray intesse tutto insieme per creare unintelligente curvatura della forma, e una lettura sfavillante». Big Issue «Siederei attorno a un fuoco ad ascoltare i racconti di Gray ogni notte». The Time
  • Titolo: A/metà Autore: Jasmin B.Frelih Traduzione: Michele Obit Genere: Narrativa Pagine: 361 Prezzo: 21,00 € Isbn versione cartacea: 978-88-32107-12-8

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    «Una narrazione di attualità con una stilizzazione deliziosamente sperimentale... A/metà ha decretato Frelih come una delle stelle emergenti della letteratura slovena». World Literature Today È il 2036, venticinque anni dopo l’avvento della Grande Cacofonia che ha distrutto la rete di comunicazioni globale inaugurando l'era post-Internet. In un mondo incerto sulla soglia del tempo che ospita le vestigia di passato, presente e futuro – dove in rigogliosi boschi sloveni ci si imbatte nei corpi di soldati austroungarici mentre a Edo conturbanti cyborg vengono assunti come agenti teatrali – tre vecchi amici, Zoja, celebre poetessa trapiantata a Brooklyn, Evan, geniale regista teatrale allo sbando, e Kras, ex ministro della Guerra, saranno destinati a incontrarsi riannodando i fili interrotti delle loro esistenze in una narrazione esilarante e gioiosamente anarchica capace di evocare con occhio profetico una possibilità del nostro più imminente futuro.

     

    Jasmin B. Frelih è nato a Kranj, in Slovenia, nel 1986 e ha studiato comparatistica, teoria e storia della letteratura presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Lubiana. Il suo primo romanzo A/metà (Na/pol) è stato accolto con grande entusiasmo di critica e lettori, aggiudicandosi il premio per il miglior debutto letterario della Slovenian Book Fair e il prestigioso European Union Prize for Literature. L’opera è sta- ta inoltre finalista del Premio Kresnik ed è stata tradotta in oltre dieci lingue. Dopo A/metà l’autore ha pubblicato una raccolta di racconti, Ideoluzije, e una di saggi, Bleda Svoboda, vincendo con quest’ultima il premio Marjan Rožanc per la migliore pubblicazione di saggistica. Suoi racconti, saggi e traduzioni di autori americani compaiono nelle principali riviste letterarie slovene tra cui Sodobnost, Literatura e Dialogi. Nel 2021 il suo secondo romanzo, Piksli, è stato pubblicato dalla casa editrice Beletrina di Lubiana.
    Michele Obit (Ludwigsburg, 1966) vive a San Pietro al Natisone (Udine). Ha pubblicato le raccolte poetiche Notte delle radici (1988), Per certi versi / Po drugi strani (1995), Epifania del profondo / Epiphanje der Tiefe (Austria, 2001), Leta na oknu (2001), Mardeisargassi (2004) Quiebra-Canto (Colombia, 2004), Le parole nascono già sporche (2010), Marginalia/Marginalije (Lubiana, 2010) e la plaquette Un uomo è anche un aratro (2015). Ha tradotto in italiano i più importanti poeti sloveni delle giovani generazioni e scrittori come Brane Mozetič, Miha Mazzini, Aleš Šteger, Florjan Lipuš e Boris Pahor.  

    «L’opera possiede un tono spettrale ed etereo che sarà apprezzato dai lettori alla ricerca di rompicapi ingegnosi». Publishers Weekly «La miscela di antiche e nuove tecnologie si traduce in un romanzo speculativo e filosofico dalle atmosfere uniche». Words Without Borders «Il tono è di volta in volta poetico, satirico, ironico e apocalittico, virando nella sua conclusione verso il caos surreale. È questo stile a rendere eccezionale il romanzo di Frelih». iLiteratura.cz «A/metà è una soverchiante visione del futuro... e mostra un eccezionale scrittore al lavoro». De Standaard
    «Un romanzo che ripaga un'attenta lettura per le scene brillanti, per i suoi personaggi credibilmente imperfetti e per la sua arguzia secca, talvolta spietata». SFX «Un’esperienza di lettura da capogiro... Come una sessione di surf a rotta di collo capace di tenervi incollati allo schermo fino alle prime ore del mattino con un mix di stili, toni, prospettive e significati in grado di darvi dipendenza». Bruzz

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    Titolo: eterno inizio Autore: Pia Abelli Toti Genere: Poesia Pagine: 185 Prezzo: 16,90 € Isbn versione cartacea: 978-88-32107-10-4

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    «Un pensiero poetante, una poesia pensante che lei definisce “scri- vere in versi” in una sorta di singolare stream of consciousness rapsodico [...] per un progetto capace di stimolare una creatività libera e incondizionata». Dalla prefazione di Mario Turello
    "eterno inizio", raccolta di poesie di Pia Abelli Toti, nasce insieme al progetto scrivereINversi, dedicato a sondare le caratteristiche del linguaggio poetico, con particolare attenzione al suo ruolo nello sviluppo del processo del pensiero.
    Il presente volume include inoltre video, immagini, testi critici nonché poesie di diversi autori e tre sezioni di esercizi liberi di scritturaINversi fruibili attraverso la realtà aumentata: una raccolta poliedrica a sostegno della tesi che la creatività e la struttura del linguaggio poetico, supportate e integrate da altre forme di conoscenza, possano concorrere nel costruire nuove vie di adattamento, comunicazione e cooperazione.

    Pia Abelli Toti nasce a Trieste nel 1941. Si laurea in Scienze geologiche tra Roma e Trieste e negli anni ‘80 consegue una seconda laurea in Psicologia, divenendo psicoterapeuta.
    Nel 2009 dà origine a La Casa Totiana in cui raccoglie e ordina i fondi artisti- ci di Gianni Toti e Marinka Dallos Toti. Nel 2015 contribuisce all’avvio della startup Poetronicart, dedicata agli operatori delle arti.

    «eterno inizio è un mondo cristallizzato di bit ed emozioni che comprende mondi diversi, dal bit più profondo alla pagina del libro [...] Qui spetta a noi immaginare un libro che non è lo strumento abitualmente pensato, ma un nuovo strumento, che ci fornisce una chiave per entrare in utilizzi altri. E il primo utilizzo è proprio il pensare stesso».
    Dall’introduzione di Mattia Aron Greco
     
     

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    “Consenso” – Saskia Vogel

     18,00  17,10

    Titolo: Consenso Autore: Saskia Vogel Traduzione: Alice Intelisano Genere: Narrativa Pagine: 224 Prezzo: 18 € Isbn versione cartacea: 9788832107029 Isbn versione ebook: 978-88-32107-27-2

    IN PRENOTAZIONE - IN LIBRERIA 19/9/2019

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    «Potevamo giocare al potere, esplorare ruoli che non ci erano ancora permessi al di fuori di quelle quattro mura, ma perché quello spazio fosse sacro, doveva essere considerato sacro da tutti noi».
    Dopo la sparizione del padre, disperso nell’oceano al largo della costa di Los Angeles, Echo si inabissa lentamente in uno stato di paralisi emotiva: priva di punti di riferimento e disorientata dalla freddezza e dall’instabilità della madre, dopo il fallimento di un’improbabile carriera di attrice Echo cerca di trovare conforto nell’unico modo che conosce: perdendosi nella vita di estranei. Quando nella sua vita irrompe una dominatrice di nome Orly, Echo intraprende un percorso che la porterà a sperimentare un’inedita possibilità di relazione con il mondo e con se stessa, al cui interno la potenza dei sentimenti sopiti troverà un nuovo, prorompente spazio in cui esistere.

    Saskia Vogel è nata a Los Angeles nel 1981 e vive a Berlino. Ha scritto di genere, potere e sessualità per Granta e The Paris Review e ha tradotto in inglese alcune delle opere delle più importanti autrici svedesi contemporanee, tra cui Lena Andersson e Karolina Ramqvist. Il suo acclamato debutto letterario, “Consenso” (Permission), è stato pubblicato in cinque paesi ed è in corso di adattamento per trarne una serie televisiva.

    «Come per Joan Didion, per Vogel l’atmosfera è tutto, e le sue frasi sono perfette e incisive come una puntura di medusa». John Freeman
    «Se Joan Didion avesse scritto della comunità BDSM di Los Angeles, il suo libro sarebbe stato Consenso». Emily Temple, Literary Hub «Splendidamente scritto, misterioso e avvincente». Janet Fitch, autrice di “Oleandro bianco – White Oleander” «L’eroina in lutto del debutto di Saskia Vogel cerca conforto nella scena delle dominatrici di Los Angeles, sperimentando i confini tra desiderio, potere e libertà personale». The New York Times Book Review «Consenso è una storia di lutto, solitudine e sadomasochismo. [...] Ma non troverete traccia di cliché: i frustini diventano parte di una moderna storia d’amore, solitudine e guarigione, in un contesto irrequieto che ha le sfumature della storia newyorkese Cat Person di Kristen Roupenian». The Guardian «Consenso scava nel paesaggio incerto che giace proprio sotto la fabbrica dei sogni di Hollywood che tutti pensiamo di conoscere, e contro ogni previsione trova al suo interno qualcosa di sacro. In parte Il giorno della locusta, in parte Histoire d’O, il tenero debutto di Vogel è destinato a entrare nel canone emergente dei grandi romanzi di Los Angeles». Ryan Ruby, autore di “The Zero and the One”

    Pordenonelegge.it - 22 settembre - ore 19 Convento di San Francesco, Saletta Presenta Elisabetta Pozzetto

    Bologna - 23 settembre - ore 19 Libreria Confraternita dell’Uva In dialogo con Ghinea

    Milano - 24 settembre - ore 19.30 Libreria Walden Presenta Francesca Bussi

  • Titolo: Animot. L'altra filosofia - n.9/2019 - Ripensare l'animalità Autore: a cura di Nicola Zengiaro Genere: Saggistica, natura, ambiente, rivista Isbn: 978-88-32107-28-9 Uscita: settembre 2019

    Descrizione

    Il numero “Ripensare l’animalità” raccoglie i testi presentati durante il congresso “Rethinking Animality: International Animal Studies Conference” svoltosi all’Università di Santiago di Compostela nel 2018. L’editoriale offre un ampio scenario dei temi concernenti la questione animale partendo dalle teorie sul postumanismo e l’etologia contemporanea, passando per l’etica animale di stampo analitico, per concludere con la filosofia dell’animalità. Oltre ai saggi del congresso, le interviste con Felice Cimatti e Rosi Braidotti mostrano come tale dibattito stia cambiando il pensiero della filosofia e dell’arte contemporanea.

    INDICE:

    Editoriale Introduzione di Nicola Zengiaro Riflessioni aperte sul postumanesimo filosofico di Francesca Ferrando Soggettività e la natura declinativa dell’essere animale di Roberto Marchesini Dinamiche della popolazione incontrano l’etica ambientale: perché aiutare gli animali in natura? di Oscar Horta Camilla Alberti, Nonostante, con uno scritto di Gabriela Galati Animal activists and social change di Siobhan O’Sullivan Pulcinella. Estetica animale come estetica prima di Leonardo Caffo e Valentina Sonzogni
    La vita che sfugge. Immaginare l’animalità del mondo. Nicola Zengiaro in conversazione con Felice Cimatti Attivarsi aspettando che la tempesta passi. Leonardo Caffo in conversazione con Rosi Braidotti

    Nicola Zengiaro insegna storia e filosofia a Vicenza. Si è laureato in filosofia sotto la direzione di Maurizio Ferraris e specializzato, lavorando con il professor Oscar Horta, nel Master in Filosofia dell’Università di Santiago di Compostela (USC) dove attualmente sta svolgendo il dottorato di ricerca. È vicepresidente della ONLUS Gallinae in Fabula, fa parte della redazione di Animal Studies. Rivista italiana di zooantropologia e Relations: Beyond Anthropocentrism. È ideatore e organizzatore dell’“International Animal Studies Conference” svoltasi a Santiago di Compostela nel 2018 dal titolo “Rethinking Animality”. Ha pubblicato nel 2019 il libro edito da Graphe Il mondo dell’animalità: dalla biologia alla metafisica ed è curatore della collana “Semi per il futuro” con la stessa casa editrice.

  • Titolo: Le due lame Autore: Sandro Pezzella

    E-BOOK IN FORMATO EPUB Verrà inviato un file digitale del libro in formato Epub Il file verrà inviato via mail manualmente entro 48 ore dall'acquisto; si prega di controllare la cartella spam. Per maggiori informazioni: info@safaraeditore.com

    Lorer è un ragazzo adolescente dotato di poteri di telecinesi fin dalla nascita. La sua vita viene stravolta quando scopre di essere la chiave per poter sconfiggere Drastorn, il signore oscuro, tornato dopo la grande guerra di trecento anni prima e intenzionato a distruggere per sempre le razze delle terre di Esnar. In aiuto del giovane arriverà il mago del bastione, Lothar, che con un pugno di amici fidati, viaggeranno per le terre alla ricerca delle lame magiche, due artefatti potentissimi creati in tempi antichi. Ma il loro percorso sarà lungo e difficile, contrastato non solo dalle razze malvagie, ma anche dai temuti monaci neri, portatori di magia e di morte. La lotta fra il bene e il male rivive in questa avventura, che trasporterà il lettore in un'avvincente storia fantasy.

    Sandro Pezzella è nato a Pordenone nel 1979, dove vive tuttora. Appassionato di fantasy fin da ragazzo, ha coltivato questa storia per molti anni, prima di deciderne la stesura. Con questo romanzo d'esordio, Pezzella entra ufficialmente nel mondo del fantasy classico.

  • Titolo: La creatività è un pesce Autore: Giuseppe D'Orsi Genere: Libro d'artista Uscita: maggio 2015 Pagine: 96 Lingua: Italiano Isbn: 978-8897561309

    Parola di editore

    Altolà a qualsiasi intro-pre-post fazione!

    Come editore, non potevo permettere che niente di così terribile accadesse a questo singolarissimo, eccentrico e luminoso libro d’artista,

    che necessita di una lettura repentina, frammentaria e meditabonda insieme,

    per nessun motivo mediata da commenti che possano arginare l’onda fluida e dirompente di quel pesce che è la creatività.

    Lettore di immagini e parole, ti saluto e ti lascio ora nuotare tra queste pagine,

    nella speranza che tu possa trovare, tra le meraviglie del fondale che si presenterà ai tuoi occhi, sottoforma di conchiglie, stelle marine e pesci dai colori cangianti,

    tesori di grande bellezza e verità, come amiamo chiamare

    l’ARTE, il PENSIERO e la LIBERTÀ.

    Giuseppe D'Orsi è grafico, designer e architetto. Art director e fondatore di diverse aziende e gruppi che operano nel mondo della comunicazione, negli anni ha collaborato con Oliviero Toscani curando progetti di editoria, moda, video e immagine aziendale con i più noti brand internazionali. Vincitore di numerosi premi e menzioni, nel maggio 2015 pubblica “La Creatività è un pesce” per Safarà Editore.

  • Out of stock

    Titolo: Boris il clown Autore: Paolo Pavone Pagine: 96 Sistina Avorio 100 gr Lingua: Italiano ISBN: 9788897561163

    Quello di Boris il Clown è un viaggio straordinario, in cui il confine tra il sogno e la realtà è spesso sottilissimo.

    Boris ha girato il mondo, conosciuto luoghi bellissimi e i personaggi più bizzarri, sempre sotto l’ala e i consigli preziosi del suo maestro, Sigismondo Dorato. Eppure, il nostro pagliaccio ha dovuto superare ostacoli che gli hanno strappato dalle mani la fanciullezza, e che lo hanno fatto precipitare prepotentemente nel mondo degli adulti. Boris allora si accorge che ha bisogno di recuperare il tempo che gli è stato sottratto ingiustamente e decide di fermare le lancette del suo orologio, almeno fino a quando non avrà riempito le proprie tasche e i propri occhi di tutta la bellezza che riterrà necessaria; ed è così che riesce magicamente a congelare il tempo sotto il suo trucco colorato.

    Nasce così il racconto di Boris, delle colonie estive nella casa sul fiume, di sua madre Tanya, di suo zio Theodor, delle lunghe trasferte nelle quali conosce un’umanità lunare, eccentrica e sognante… e molto altro ancora. Tra le pagine del suo diario, Boris ci accompagna in un’avventura che non ha dovuto fare i conti col tempo, ci narra di un’esistenza vissuta a braccetto col circo, impegnato in uno spettacolo interminabile al quale non ha saputo resistere, lasciandosi travolgere in una girandola multicolore, che altro non è che la vita stessa.

    Paolo Pavone è nato nel 1983 a Borgomanero, in provincia di Novara. Si trasferisce presto nel Regno Unito. Qui, affascinato dalla letteratura inglese e statunitense, s’innamora della scrittura. Rientrato in Italia completa gli studi e attualmente si occupa di giornalismo musicale per diversi mensili e un giornale locale. Il racconto lungo “Boris il clown” è la sua prima pubblicazione.

  • Titolo: Gentiluomini dell'Ovest Autore: Agnes Owens Traduttore: Anna Mioni Pagine: 160 Rilegatura: Brossura fresata Prezzo: 16 € Isbn9788832107548

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    «Agnes Owens è la più ingiustamente trascurata di tutte le scrittrici scozzesi. Il perché mi è sconosciuto». Alasdair Gray Gentiluomini dell’Ovest è il primo romanzo pubblicato da Agnes Owens nonché l’opera che la introdusse nel circolo dei letterati scozzesi. Romanzo corale costituito da una serie di episodi tra loro connessi, l’opera narra le vicende di Mac, muratore ventiduenne che fatica a sbarcare il lunario nel- la Glasgow degli anni Ottanta. Esilarante parabola sulla povertà di mezzi e la ricchezza di spirito, Agnes Owens celebra la classe lavoratrice scozzese in un ritratto umoristico e spesso tagliente nella sua mirabile precisione, capace di rivelare l’immancabile unione di dramma e commedia in ciascuna delle avventure dell’eroe di questo romanzo così come nella commovente, avvinazzata, indimenticab le umanità che lo circonda.

    Agnes Owens è nata nel 1926 a Milngavie, nella Scozia sud-occidentale, ed è scomparsa nel 2014 a Vale of Leven. È stata scrittrice, operaia, addetta alle pulizie e dattilografa. I suoi libri includono People Like That e For the Love of Willie, selezionato per lo Stakis Prize nel 1998. I suoi racconti sono apparsi insieme a quelli dei suoi amici e colleghi autori James Kelman e Alasdair Gray in Lean Tales.

    «I tratti distintivi di Agnes Owens sono l’ironia schietta, l’imperturbabile umorismo scozzese e la pragmatica insistenza nel dipingere la surrealtà insita nella normalità delle vite della maggior parte di noi» Ali Smith «Gentiluomini dell’Ovest è più di uno spaccato sociale su cui d vremmo sbattere il naso, è un’opera d’arte. Il suo umorismo non scaturisce né dalla violenza né dall’ubriachezza che Mac dà per scontate e che cerca di evitare, bensì dai fraintendimenti della gente perlopiù rispettabile – l’essenza della commedia da Sogno di una notte di mezza estate a What Ho! Jeeves». Alasdair Gray, Scottish Review of Books «La sua prosa esalta l’umorismo pungente nelle vite dei personaggi in bilico tra farsa e tragedia... Owens è un regalo per il mondo urbano scozzese». Observer «Una scrittrice di genio. La sua prosa è unica; limpida e calma... innegabilmente divertente. Il suo umorismo nero e la sua penetrante capacità di osservazione ricordano Muriel Spark». The Guardian
  • Titolo: Animot. L'altra filosofia – numero dodici /2022 – Del potere. Della crudeltà Autore: AA.VV. Curatore: Bruno Milone Genere: Saggistica, natura, ambiente, rivista, animal studies, antispecismo Prezzo: 12 Isbn: 978-88-32107-41-8 Data di uscita: 1^ Luglio 2022

    Descrizione Con "Animot 12" si prosegue nell’impegno di porre in questione la definizione dell’umano, comune alla tradizione occidentale. L’obiettivo è quello di costruire una nuova prospettiva etica, che rimanda alla possibilità di vivere in un mondo in cui l’uomo non è l’unico custode, tutore e guardiano della natura, ma si trova sullo stesso piano, sia degli animali, sia potenzialmente delle realtà inanimate. La separazione dell’uomo dalla natura deve essere ancora affrontata e ridefinita ripensando radicalmente la storia umana come storia della sua animalità. La nuova etica cerca una declinazione del post-umano che giustifichi un rapporto paritetico con le altre specie animali, per pensare l’animale come proprio simile e coabitatore del mondo. Ma ciò comporta uno sforzo di ri-concettualizzazione del modo in cui la tradizione occidentale ha pensato la dicotomia uomo/animale.

    Bruno Milone è nato a Ostuni (BR) nel 1956. Laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi di Bari, insegna Filosofia e Storia al Liceo Elio Vittorini di Milano e Sociologia delle Migrazioni e Interazione sociale presso la SSML “P. M. Loria” di Milano. I suoi interessi sono prevalentemente nel campo dell’etica, del dialogo tra le culture e dei diritti umani. Ha pubblicato vari saggi tra i quali: Ideologia digitale: tra omologazione persuasione e critica (Universitas Studiorum, 2020), Le Migrazioni in Italia oggi (Viator, Milano 2017), Tolstoj e il rifiuto della violenza (Servi- tium, Milano 2010), Diritto e giustizia in Dostoevskij (Morlacchi, Perugia 2007), La dimensione etica del lavoro (Pisa-Roma, 2007). Con le opere di Patrick López Jaimes

  • Titolo: Dal fulmine la luce Autore: Marie-Claire Blais Traduzione: Federica Di Lella Genere: Narrativa Pagine: 240 Prezzo: 18 € Isbn9788832107432

    Per questo titolo il formato obliquo non è al momento disponibile.

    Il secondo volume del celebre ciclo "Soifs", inaugurato con "La sete", firmato dalla scrittrice canadese, nella sua prima traduzione italiana.

    «Coraggiosa, violenta, abbacinata, Marie-Claire Blais è uno dei segreti inabissati della letteratura contemporanea». Claudia Durastanti, Tuttolibri Nel secondo volume del ciclo "Soifs", ancora una volta ambientato nella lussureggiante isola senza nome del Golfo del Messico, microcosmo in cui luce e oscurità si combattono senza trovare riposo, il lettore troverà molti degli iconici personaggi de "La sete", tra cui Renata, Carlos, Samuel, Mélanie, Mama e Vénus, ma conoscerà anche nuovi protagonisti tormentati dalla stessa sete di vita, giustizia e libertà: Jessica, giovane aviatrice sacrificata all’ambizione degli adulti, la Madonna delle buste – una Giovanna d’Arco dei tempi moderni visitata dalle voci sui marciapiedi di New York – e tutt’intorno una gioventù bollente, talvolta violenta, spesso solo ebbra di sensualità. "Dal fulmine la luce" mette nuovamente in scena il respiro apocalittico di una grande scrittrice del nostro tempo, un inno al fragile splendore della Terra e alla forza redentrice dell’arte, celebrazione dell’umanità nell'essere allo stesso tempo carnefice e salvatrice di sé stessa.

    Marie-Claire Blais (Québec, 5 ottobre 1939 – Key West, 30 novembre 2021) è stata una scrittrice canadese, autrice del celebre ciclo  "Soifs". Con la pubblicazione della sua prima opera, "La belle bête", nel 1959, viene salutata come una delle più importanti scrittrici della sua generazione. Nel corso della sua vita le vengono conferiti innumerevoli premi, tra cui il Prix Molson du Conseil des arts du Canada e il Prix du Gouverneur général, riconoscimenti che l’hanno consacrata ai vertici della letteratura contemporanea.

    «Tra le più grandi e originali scrittrici della nostra epoca». The New Yorker «Considerata un’erede di Virginia Woolf, è stata candidata al Nobel. Dagli anni Settanta in poi la sua scrittura è diventata sempre più impressionistica, “ellittica”, focalizzata sull’interiorità, fino al ciclo "Soifs": un racconto in dieci libri che scorrono come correnti in un oceano, le virgole come onde». Viviana Mazza, La Lettura «Blais ha scritto modestamente, generosamente, la Divina Commedia del nostro tempo». Le Devoir «Raramente un romanzo è stato così perfettamente fedele al suo tempo come i romanzi del ciclo "Soifs" firmati da Marie-Claire Blais». Libération «Con una scrittura e uno stile che echeggiano Roberto Bolaño tanto quanto Joyce, Proust e Virginia Woolf, un viaggio in una galleria di personaggi che ragionano sui fatti della vita e gli orrori del mondo». Tiziana Lo Porto, Il Venerdì
  • Titolo: L'azione Autore: Sara Mannheimer Traduzione: Deborah Rabitti Genere: Narrativa Pagine: 216 Prezzo: 18,00 € Isbn versione cartacea: 9788832107364

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    «Un libro che confonde e incanta, da leggere e rileggere». Eva Ström, Sydsvenskan Una donna vaga per le stanze della sua casa, affascinata prigioniera di un’immensa biblioteca che contiene una collezione completa della letteratura di tutti i tempi. Le stanze ricolme di lussureggianti scaffali si susseguono infinite, i dorsi dei libri rivolti contro di lei: un luogo spaventoso e invitante. Magia e realismo si intrecciano nella scrittura poetica e leggera di Sara Mannheimer, che riesce a rappresentare la fragilità spesso ben celata della vita quotidiana cancellando il confine sottile tra realtà e immaginazione in una prosa che dispiega il potenziale di infiniti universi narrativi. Sarà infine il dolore segreto della protagonista a essere la chiave di interpretazione del suo ostinato e furioso leggere: le linee nette tra vita e finzione diverranno sempre più sfocate, per aprirsi infine alle possibilità più indisciplinate e sorprendenti del connubio tra vita e letteratura.

     

    Sara Mannheimer è cresciuta a Göteborg e vive a Stoccolma. Insieme all'attività di scrittura gestisce la vEtreria Stockholm Heta Glas. Nel 2012 l’acclamato Come Rushing, opera sperimentale di teatro e danza a cui ha collaborato con la coreografa Birgitta Egerbladh, è andata in scena allo Stockholms Stadsteater. Il suo primo romanzo Reglerna ha vinto il Premio Borås Tidnings per il miglior debutto. L’Azione si è aggiudicato il Premio europeo per la letteratura, consacrando Sara Mannheimer tra le scrittrici svedesi più eclettiche e riconosciute dalla critica.
    Deborah Rabitti ha tradotto numerose opere dalla lingua svedese tra cui Tio över ett di Ann-Helén Laestadius (EDT/Giralangolo), Condiments di Caroline Dafgård Widnersson (Guido Tommasi), Ramen di Tove Nilsson (Guido Tommasi), Vi odlar smultron di Sarah Vegna e Astrid Tolke, (Settenove). Dalla lingua norvegese ha inoltre tradotto Tråder di Torill Kove (EDT/ Giralangolo). 

    «L’Azione mi infonde un immenso desiderio di leggere e di vivere».  Ulrika Knutson, Sveriges Radio «Un esilarante turbinio di riflessioni e ragionamenti». Ann Lingebrandt, Helsingborgs Dagblad «L’Azione non contiene solamente azione ma anche umorismo, sguardi laterali, una varietà di ambienti e una profonda introspezione». Westling, Aftonbladet «Sara Mannheimer ha indubbiamente una voce del tutto singo- lare, con un umorismo assurdo e personaggi irripetibili che ricordano da vicino quelli della scrittrice ucraino-brasiliana Clarice Lispector». Amanda Svensson, Expressen
    «Un romanzo di formazione sulla battaglia di una donna per ampliare il proprio linguaggio e con esso il proprio mondo. Il suo linguaggio accosta l’aulico al quotidiano, i termini eruditi ai cliché e, soprattutto, l’ironia alla più candida ingenuità. Nel leggere questo libro profondamente serio sono stata ripetutamente colta da attacchi di allegria». Ingrid Elam, Dagens Nyheter

  • Titolo: Il peso delle cose Autore: Marianne Fritz Traduzione: Giovanna Agabio Genere: Narrativa Pagine: 136 Prezzo: 16,5 € Isbn versione cartacea: 978-88-32107-57-9

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    Per la prima volta tradotto in italia, il più celebre romanzo della scrittrice di culto austriaca vincitore nel 1978 del premio Robert Walser. «Un’opera singolare, davanti alla quale non si può fare altro che stare in piedi, come un devoto musulmano davanti alla Kaaba». Elfriede Jelinek «Il romanzo inizia in modo semplice e delicato per poi addentrarsi nella più cieca oscurità. Un piccolo, sconvolgente capolavoro».  Brian Evenson Il peso delle cose grava sulle spalle di Berta Schrei, giovane donna austriaca immersa nelle paludi del secondo dopoguerra: le pareti domestiche incombono su di lei mentre inquietanti epifanie e banali malvagità la conducono lentamente verso il centro del maelström dove si cela l'orrore più grande di tutti – un vortice furioso alimentato dal peso di colpe individuali e collettive che non tarderanno a sprigionare tutta la loro indicibile forza.
    Romanzo vertiginoso ed elusivo, "Il peso delle cose"  fu l'opera che rivelò il talento di Marianne Fritz e la pericolosità dei demoni sottaciuti di una nazione, di un'epoca e dell'umano stesso.

     

    Marianne Fritz nacque nel 1948 a Weiz, in Austria, e visse gran parte della sua vita in un piccolo appartamento del 7° distretto di Vienna. Nel 1978 la pubblicazione de "Il peso delle cose" le valse un’immediata fama letteraria e il prestigioso Premio Robert Walser. La pubblicazione dell’opera segnò l'inizio di un imponente progetto sperimentale conosciuto come "Die Festung", che le valse lo status di scrittrice di culto e ammiratori come Elfriede Jelinek e W.G. Sebald. Nel 2001 le è stato assegnato il Premio Franz Kafka e al momento della sua morte, avvenuta a Vienna nel 2007, l'autrice era impegnata nella stesura della sua sconfinata impresa letteraria.

    «Scritta con un tono incalzante che cela la sua meta finale, questa storia dell’orrore a lenta combustione entra silenziosa e metodica nel cuore oscuro di una famiglia... La guerra infesta questo romanzo, aumentando il peso delle cose e delle malvagità quotidiane che Fritz disseziona con altissimo ingegno».  New York Times «L’auscultazione poetica di Fritz di questo peso, di questa follia, è sbalorditiva. L’autrice descrive un ambiente di disorientamento e perdita palpabili – dipinti su un arazzo di cieli grigi, edifici distrutti dalla guerra e boschi oscuri in cui le persone scompaiono». Entropy «Nel 2001 Marianne Fritz ha vinto il Premio Franz Kafka e le sue opere, come quelle dello scrittore boemo, sono sconvolgenti e profonde. Nella postfazione all’edizione statunitense, il suo traduttore scrive che: “Esiste una classe di artisti il cui lavoro è talmente singolare e straordinario da trascendere ogni gradazione tra il buono e il mediocre: il genio e la follia sono gli unici sostan tivi adeguati a descrivere la sua scala”, e colloca Fritz in questa classe. Non possiamo dargli torto». Chicago Tribune  

  • Titolo: Animot. L'altra filosofia - n.8/2018 - A partire da Tiziano Terzani Autore: Leonardo Caffo e Valentina Sonzogni con un'intervista ad Angela Terzani Genere: Saggistica, natura, ambiente, rivista Isbn: 978-88-97561-85-9 Uscita: dicembre 2018

    Descrizione

    Corpo-Dio-Animali-Realtà: attorno a questi quattro poli si sviluppa il dialogo immaginario degli autori con Tiziano Terzani, nel momento in cui egli sceglie l’identità fluida di Anam — il senzanome — e si avvicina alla riflessione sugli animali. Terzani, infatti, negli ultimi mesi di vita, abbracciò uno stile di vita ispirato ai principi della non-violenza e modificò profondamente il suo punto di vista sugli animali, praticando il vegetarianesimo. Le istanze dell’antispecismo e della lotta per la liberazione animale sono oggi più che mai intrecciati ai destini del mondo, alla ricerca di un futuro migliore, e a numerosi campi di ricerca che dischiudono prospettive inaspettate per la nostra specie. Dialogando con Terzani, a partire da alcuni suoi aforismi e ispirandosi ad alcuni dei luoghi, reali e immaginari, visitati nei numerosi viaggi dallo scrittore, gli autori scrivono un percorso tra arte, filosofia, alimentazione, letteratura, oriente e occidente. Senza dimenticare che, come scrisse Terzani «Il miglior modo per capire la realtà è attraverso i sentimenti, l’intuizione, non attraverso l’intelletto. L’intelletto è limitato».

    Leonardo Caffo, filosofo, insegna Ontologia al Politecnico di Torino. Scrive regolarmente sul Corriere della Sera e L’Espresso. Tra i suoi ultimi libri La vita di ogni giorno (2016), Fragile Umanità (2017) e Vegan (2018). Con Valentina Sonzogni nel 2014 ha già pubblicato Un’arte per l’altro, libro speciale della rivista Animot che dirigono insieme uscito in italiano, inglese e francese. Valentina Sonzogni, storica dell’arte e della architettura, dirige l’Archivio Dorazio a Milano, ha precedentemente lavorato in diversi musei e archivi per l’arte contemporanea in giro per il mondo. Per Safarà ha inoltre curato Salvi! (2016).

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    Hiro – Abc Production

     24,00  22,08

    Titolo: Hiro. Fiaba idrofoba di un eroe gaglioffo  Autore: ABC Production Genere: Graphic novel Pagine: 80 Prezzo: 24,00 € Isbn: 978-88-97561-94-1

    Una graphic novel di formazione ispirata all’impresa del celebre barber milanese Hiro

    Una parabola magica e surreale sull’importanza di credere in se stessi, firmata dalla talentuosa ABC Production

    In mondo alieno popolato da strani esseri antropomorfizzati, la vita scorre monotona in una società che ha la sopravvivenza come unico obiettivo. La propaganda dell’Eminenza Oscura, signore dominante di questa comunità, mantiene lo stato di fatto, omogeneizzando il pensiero e incutendo il timore. Il tempo della vita è scandito dall’acqua, presenza minacciosa che ogni notte sommerge l’ambiente per poi ritirarsi all’alba, portando il necessario per il sostentamento. Ma qualcuno fiuta che c’è qualcosa che non va: la sua necessità di conoscenza lo spingerà fino alle profondità di questo mondo, portandolo a nuove scoperte che cambieranno radicalmente la condizione del suo popolo.

    ABC Production + è un’agenzia creativa in cui, per mantenere menti fresche, viene concesso tempo per sperimentare, confrontarsi e fantasticare. Spesso succede che le cose si facciano serie e che i progetti concepiti per scherzo diventino realtà. Hiro è un fumetto nato dalla collaborazione dell’Agenzia con l’eccentricità di un cliente, di professione Barbiere.

  • Titolo: Animot. L'altra filosofia - n.7/2017 - Das Animal Autore: a cura di Daniele Balicco e Cecilia Canziani Genere: Saggistica, natura, ambiente, rivista Isbn: 978-88-97561-63-7 Uscita: dicembre 2017

    Descrizione «Das Animal» è dedicato al rapporto tra teoria marxista, antispecismo e filosofia dell’animalità. È possibile studiare i modi di produzione capitalistici prescindendo dall’analisi dello sfruttamento selvaggio delle forme di vita umane e non umane? L’ambientalismo potrebbe essere dunque il punto di partenza per ripensare la lotta di classe nel presente? Una cosa è certa: dall’industria alimentare all’agricoltura intensiva, dalla filiera dell’abbigliamento a quella cosmetica, tutti i viventi sono oggetto di un inarrestabile processo di espropriazione. Questo numero approfondirà le relazioni tra capitalismo e sfruttamento della biosfera (antropocene) tracciando le possibilità di una “rivoluzione selvatica”.

    INDICE: Bisogna sdraiarsi per terra fra gli animali per essere salvati. Breve nota su una lettera personale di Rosa Luxemburg Daniele Balicco

    Composita solvantur Cecilia Canziani e Luca Bertolo

    Organismi e oggettivazioni. Un’indagine storico-materialistica su l’umano e l’animale Joseph Fracchia

    Per una teoria della società futura oltre l’ambientalismo e l’umanismo Mario Lupoli

    Un incontro con Agnes Heller Francesca Testi

    Dieci brevi note su Giorgio Agamben, l’Università, e la trilogia non dichiarata Leonardo Caffo

    Daniele Balicco insegna Estetica sociale all’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi e all’Istituto Europeo del Design (IED) di Roma. Collabora con il quotidiano Il Manifesto e per il sito di critica culturale “Le parole e le cose”. Tra le sue pubblicazioni: Non parlo a tutti. Franco Fortini intellettuale politico (Manifestolibri, 2006); Made in Italy e cultura. Indagine sull’identità italiana contemporanea (Palumbo, 2016).

    Cecilia Canziani è curatrice e storica dell’arte. Il suo lavoro si concentra sulla pratica artistica e sulla didattica della cultura visiva contemporanea. Insegna Fenomenologia dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti de l’Aquila. È Adjunct Professor e Academic Advisor del Masters in Arts Management presso la American University in Rome e co-fondatrice del progetto editoriale di libri d’artista per l’infanzia les cerises.

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    Titolo: Pelle di luce Autrice: Ludovica Cantarutti Collana: Fuori collana Pagine: 140 Isbn: 978-88-97561-59-0 Genere: narrativa

    «All’inizio non voleva posare perché, diceva, il pittore poteva trasformare la realtà, mentre la fotografia non dava scampo. Eppure lui le aveva promesso di scattare qualcosa di diverso dalle semplici fotografie del suo corpo. Kiki, pur con un certo timore della novità, aveva accettato».

    Gli eroi delle storie narrate in questo libro sono Victor Hugo, Eugène Delacroix, Auguste Rodin, George Sand, Proust, Arletty, Boris Vian, Kiki di Montparnasse e molti altri, indimenticabili protagonisti di una vita parigina la cui fama è divenuta leggendaria. Pelle di luce, il racconto che dà il titolo a questo viaggio memorabile tra frammenti di vita e letteratura, realtà e sogno, simboleggia soprattutto il connubio di due elementi, pelle e luce, che riassumono l’effetto di trasognata materialità che Parigi ha sempre elargito al mondo, con un fascino oramai consegnato al mito.

    Ludovica Cantarutti è nata a Udine. Scrittrice e giornalista culturale, ha curato l’ufficio stampa e l’organizzazione di numerose manifestazioni culturali, mostre di architettura, cinema arte e teatro. In qualità di giornalista ha collaborato con Il Sole 24 Ore, Il Piccolo di Trieste, La Nazione di Firenze, Il Gazzettino di Venezia e numerose altre testate, e per Rai Uno ai programmi Italia Ore Sei e Ora di Punta. Ha curato l’opera inedita di Ippolito Nievo Le Invasioni Moderne e per Rizzoli il volume dedicato al Friuli Venezia Giulia, collaborando alle ricerche per la Storia della letteratura italiana curata da Walter Pedullà. Tra le sue opere la raccolta di poesie Ologrammi, con prefazione di Carlo Betocchi; Gente del Friuli, con prefazione di Stanislao Nievo; il romanzo Un the per Giovanni (mef- L’Autore Libri Firenze, 2013), dal quale è stata realizzata una riduzione teatrale nel 2014 e Amori (Lalli editore 2015).

    «È una sorta di fittissimo elenco telefonico senza tempo, questa raccolta di racconti a cui dà il titolo Pelle di luce, la storia della più famosa modella di Montparnasse, quando questo quartiere soppiantò Montmartre come dimora elettiva degli artisti all’inizio del Novecento. È come se Ludovica Cantarutti, talentuosa scrittrice friulana intuibilmente innamorata di Parigi, avesse trasformato la città in un immenso condominio al di fuori della dimensione temporale, abitato da tutti, ma proprio tutti i fantasmi che hanno contribuito a costruirne il mito negli ultimi due secoli». Mangialibri.com, Lisa Puzella

    Presentazione avvenuta presso La Feltrinelli di Udine il 20 0ttobre 2017

    «Mi fa davvero piacere incontrare Ludovica Cantarutti a Udine, sua città, dove abbiamo raramente l’occasione di sentirla. Prima di entrare nel merito del libro “Pelle di luce” che oggi presentiamo, vorrei fare alcune osservazioni sulla “veste” del libro che a me pare una sorta di mappa indicativa dei caratteri peculiari del lavoro:

    • Il libro presenta un’immagine di copertina dell’artista Laura Pizzato, che rimanda al forte interesse per l’arte figurativa da parte dell’autrice, compresa l’arte fotografica da lei stessa praticata. Riprende il titolo di un racconto (n. 16 del 2008) che parla di Kiki di Montparnasse. Musa, modella, cantante, pittrice, nel 1913, dodicenne, comincia la sua carriera che raggiunge il culmine della notorietà negli anni con Man Ray, ma allude a qualcosa di più generale e simbolico. ‘Pelle’ rimanda alla fisicità, cui nella vita e nella scrittura non si vuole rinunciare, anzi si vuole sottolineare, ‘di luce’ rinvia all’aspetto spirituale insito nella materia. Il titolo perciò suona come una dichiarazione della poetica che permea l’intero libro.
    • Il libro è “dedicato”, anzi “condiviso”, con le figlie dell’autrice, Ilaria e Scilla. La dedica recita: A Ilaria / la nostra Parigi, / con la pioggia incessante, / il vento pazzerello, / le nuvole frettolose, / il sole, / il cuore. A p. 32 si legge: “Erano madre e figlia e Parigi le aveva unite in un viaggio per soddisfare comuni interessi”. A p. 62: “Ilaria, mia fedele compagna di viaggio”. Di Scilla si parla ampiamente nel Viaggio a Martigny dove si ricorda un viaggio di molti anni prima per curare la malattia della bambina (p. 56) e poi a proposito della cerimonia pomeridiana del tè, quando “la bambina” “occupava di diritto il posto di capotavola” (p. 103 e segg).
    • Sulla maternità Ludovica ha idee molto precise che condivide con altre donne poete e scrittrici del passato citate nel libro: A proposito di Marceline Desbordes Valmore che scrisse poesie dolenti sulla morte del figlioletto, Ludovica commenta così: “Le mani che accarezzano un figlio diventano subito più esperte della vita e un tramite efficace fra l’animo carico della rinnovata vitalità e l’operosità quotidiana” (p. 47). Riferendosi a Bertè Morisot (e al rapporto con la figlia Julie), dice che “aveva dimostrato come l’esperienza della maternità potesse produrre arte” (p. 61) e ha modo di ribadire il proprio pensiero: “L’esperienza di maternità è una straordinaria eredità della quale si gode in vita, eredità o transfert da madre a figlio, e viceversa, di sentimenti, coraggio, volontà, trasformazione sinergica”. Affermazione questa molto importante e, direi, “sovversiva” rispetto alla mentalità comune, che ritiene la scrittura in qualche modo “sostitutiva” della maternità.
    • Da evidenziare un’altra scelta tipografica a mio parere molto significativa, la decisione di mettere in prima pagina la presentazione dell’autrice che di solito occupa un posto di secondo piano nel retro della IV di copertina. Qui è dichiarato quello che Ludovica è: scrittrice, giornalista, operatrice culturale, organizzatrice e altro ancora. Questo significa che Ludovica parte dalla consapevolezza piena e compiuta di sé per fare quello che fa, cioè il libro che segue, fuori da ogni falsa modestia. Lei è una donna che ha qualcosa da dire e che dice da un punto di vista preciso di pienezza di vita: donna e madre e artista. In questo senso è lei la protagonista del testo, una donna libera che non ha paura di esserlo. Mi spingo oltre, fino a sostenere che la scelta di alcuni personaggi femminili che compaiono nel libro non è esente da elementi di identificazione dell’autrice con la sua ‘eroina’, così come, rivolgendosi idealmente in modo diretto all’artista Tamara de Lempicka, che ritrae Ira Pierrot, osserva: “Dipingendo questo ritratto, ma non lo sai, dipingi anche un po’ te stessa, le tue aspirazioni, il tuo modo d vedere il mondo e di viverlo al centro delle tue passioni” (p. 109).

    L’esempio più notevole si trova p. 25-26, parlando di G. Sand: “Ma c’era qualcosa dentro di lei che premeva più forte all’indirizzo della sua totale indipendenza, qualcosa che veniva prima di ogni altro desiderio, di ogni possibile limite, di ogni forma educativa avuta, di ogni buon senso corrente e comune. Prima di tutto veniva la sperimentazione della vita come leva di un profondo senso di libertà personale. E che importava essere una donna alla quale la legge e il costume in uso a Parigi e nel resto d’Europa sconsigliava atteggiamenti che non fossero di prudente dipendenza dal padre prima e dal marito poi? Aveva dato ascolto, invece, alle necessità del suo spirito scegliendo una forma “aggravante” di vita, scegliendo cioè di fare la scrittrice e di provvedere alle sue necessità materiali proprio con quel lavoro. Il che aveva destato non poche critiche, a cominciare da suo marito e ancor più negli ambienti parigini dove, camuffata da apparente rigore, si esercitava molto bene una certa limitatezza mentale accompagnata da falso moralismo”.

    Tecnicamente il testo è una memoria di viaggi a Parigi, ma di tipo assai particolare. Il libro si presenta compatto ma ha un’origine che va raccontata per i suoi significati: sono racconti/saggio scritti per diversi anni, dal 1993 al 2015, in occasione del Natale, con puntualità, con un forte senso della ritualità. Mi soffermerò dopo su questa parola perché dalla lettura del libro ho ricevuto la sensazione che essa sia molto importante per Ludovica. Prima però vorrei sottolineare che il carattere del libro non è, come si potrebbe sospettare, frammentario, perché nel caso di Pelle di luce, l’intero è più della somma delle parti, e questo grazie alla forte personalità di Ludovica che ha preciso il senso della complessità e attraverso l’intuizione travalica il contingente e agisce pensiero creativo, lanciando ponti fra le varie narrazioni che mettono in luce le ragioni profonde della scrittura e anche “che cosa” si intenda per “viaggio” e per “scrittura”, e per “memoria”. Tutto ciò è detto a chiare lettere nella ‘dichiarazione’ di p. 73: “Tutte le mattine esco da casa e svolto generalmente a destra (a sinistra andrei verso place des Victoires o Palais-Royal) per prendere il métro e da lì confondermi con le migliaia di parigini, ritenendo questa opportunità una vera fuga dal quotidiano che imbriglia la mia esistenza. I parigini, un genere umano molto eterogeneo che non si stupisce di nulla: perciò molto eccitanti.

    Esco per seguire i miei itinerari alla scoperta di una città diversa, quella non frequentata dai turisti, alla scopertadi quartieri dove gli artisti hanno lasciato le loro energie. Le energie e la memoria. Protrarre la memoria di chi ci ha preceduto dà senso alla nostra vita e consente di riconoscersi, come se la memoria fosse un grande specchio; ma non per la riflessione della fisicità quanto per rimandare l’essenza che compone ciò che di noi non posiamo toccare materialmente.

    Assolvo così alla promessa fatta in un’altra vita di non staccarmi mai da un luogo straordinario in cui ho vissuto, chissà quando, e dove sono stata molto felice.

    Tutte le mattine esco e vado in cerca delle tracce di questa felicità”.

    • Ovviamente l’altra protagonista è la città, Parigi. Ma in che modo? S’è detto: non al modo dei turisti, piuttosto come una parigina. Una che si confonda fra gli altri. Ma non è nemmeno così perché non è la consuetudine all’ambiente che ti spinge a cercare quel particolare edificio dove c’è un particolare appartamento o caffè o museo privato dove viveva un particolare personaggio del tempo che fu. Ludovica si muove dentro Parigi con obiettivi precisi, predisposti per tempo e accuratamente preparati, in modo che la conoscenza diretta avvenga quando già l’animo è pronto ricevere e capire. In questo modo non le sfugge nulla: l’assetto urbano nel suo mutarsi nel tempo, l’architettura del luogo, l’arredo interno agli ambienti. I “luoghi” della sua Parigi sono davvero “suoi” per come li vive.

    Qualche esempio: quando si reca al Museo - Casa di Victor Hugo descrive così l’ambiente: “Due rampe di scale larghe, nella penombra accogliente, sostenute da una ringhiera in ferro battuto e con un corrimano in legno. […] Le pareti erano anch’esse ricoperte in legno” (p. 9) e così via di dettaglio in dettaglio.

    Del Parco dell’Hôtel Biron, “poco distante dalla spianata degli Invalidi”, divenuto museo per le statue di Auguste Rodin, scrive: “La luce chiara della luna nella notte limpida e asciutta attraversava i tappeti d’erba e galoppava per insinuarsi attraverso i vetri privi di imposte nelle stanze dell’Hotel, pavimentate in legno chiaro” (p. 19).

    Il Gran Café Capucines (dove nel 1895 si tenne la prima proiezione della storia del cinema) è osservato accuratamente: “piccole vetrate in cui erano raffigurati grappoli di glicini fioriti … molti specchi, cestini di piante verdi appesi alle strutture portanti in legno, tavoli corredati da sofà di velluto rosso”.

    A proposito di una sala da tè dove si ferma a leggere Il conte di Montecristo di A. Dumas, ha modo di parlare dei passages, Galerie Vivienne e Colbert in particolare, che così descrive: “snodati corridoi di suggestione urbana e di dimensione viscerale che segnavano un percorso interno fra i palazzi, con il tetto chiuso di vetro e ferro” (p. 36).

    L’approccio di Ludovica alla cultura forse è un po’ snobistico, come quando, ripensandosi a Parigi e a certe giornate di settembre le sfugge un pensiero dichiaratamene elitario: “solo per me, per quella disposizione d’animo che ogni tanto rende esclusive le cose di tutti” (p. 51), o come quando afferma, visitando la casa di Vian, “eredità che volevo raccogliere e respirare direttamente nella sua casa” (p. 84).

    E a proposito del poco conosciuto museo della Vita Romantica, afferma “l’antica ritualità della memoria si è leggermente standardizzata per troppa fruizione di un bene come la cultura che va, al contrario, centellinato, come fosse un elisir o una coppa di vino pregiato e non una qualsiasi cola” (p. 77).

    Torna qui il termine “ritualità”, cui accennavo prima e ritorna più volte nel corso delle narrazioni, (a proposito della preparazione dei pennelli per la pittura di Delacroix, (“preludio d’amore”), della “cerimonia del tè” in casa propria, dell’abitudine all’assenzio per Verlaine… Ha modo di definire ‘ritualità’ come “occasione ritmata per mettere da parte tutto il resto e respirare il piacere di stare insieme” (p. 99). Ma penso a qualcosa in più. Seguendo il poeta Pierre Reverdy (*1960) distingue fra ‘tempo che trascorre e ‘tempo che perdura’. Ritualizzare momenti di vita significa quasi ‘fermare’ il tempo, costringerlo a perdurare, quindi il significato, lungi dall’aver un significato religioso, è proprio ritualità ‘laica’ e rimanda al valore che diamo alle cose della vita se ci accompagnano in modo significativo, impedendo che tutto ci scorra via senza che ce ne avvediamo. Bisogna imparare a soppesare l’attimo, goderlo fino in fondo, reiterarlo, tenercelo come dono della vita.

    Ludovica dunque si muove attraverso Parigi con la libertà di chi fa esattamente quello che desidera e con la gioia della consapevolezza, andando nella direzione dei luoghi che le evocano atmosfere o situazioni, o verso incontri con persone per le quali prova interesse. Si tratta di persone speciali, scrittori, artisti, poeti, musicisti, che conosce perfettamente nelle loro vicende biografiche o artistiche, che colloca negli appartamenti dove hanno vissuto, negli hotel dove si sono fermati, nei caffè dove si sono recati, e si chiamano Victor Hugo, Delacroix, Rodin, Proust, Dumas, Kerouac, Boris Vian, e tutte le donne scrittrici e artiste che ho nominato prima, da G. Sand a Colette.

    Si noterà che si tratta di persone del passato, che però Ludovica incontra realmente , ‘vede’ nella loro presenza materializzata dall’intensità della conoscenza e del desiderio, dalla ‘corrispondenza’ fra le anime.

    Se è vero ciò che dice Hillman sulle biografie, che si tratta di un “andar per fantasmi”, Ludovica compie proprio questo miracolo, di dar consistenza ai ‘fantasmi’ di queste persone d’eccezione, con il loro portato di intensità vitale al di là della comune nozione di vita e morte.

    Questo e molto altro ancora (per esempio considerazioni sulla solitudine dell’artista, sulla vecchiaia per una donna intellettuale) si trova in questo Pelle di luce, del quale ringraziamo la paziente e preziosa costruzione fatta sotto il segno di, come dicono in inglese, “I care”, mi sta a cuore.

    Marina Giovannelli

  • Out of stock

    Titolo: Un popolo di debitori Autore: Miro Renzaglia Genere: Saggistica Uscita: dicembre 2014 Pagine: 100 Formato: 135 x 205 mm Lingua: Italiano Isbn: 978-88-97561-28-6

    «Il meccanismo era dei più semplici e micidiali: più consumi, più contribuisci allo sviluppo economico del Paese. Consuma di più e il mondo ti sorriderà. Non hai i soldi per permetterti tutto ciò che vorresti? E qual è il problema? Ti accendiamo mutui, ti offriamo lo scoperto sul tuo conto corrente bancario, ti concediamo carte di credito revolving. Ti finanziamo, insomma, al di là di ogni tua possibilità attuale. In fondo, non è forse vero che per morire e pagare c’è sempre tempo?».

    È così che si crea un popolo di debitori. Attraverso un meccanismo perverso che macina nei suoi ingranaggi le risorse di chi, all’oscuro della strategia spietata che lo sovrasta, cerca di galleggiare nelle acque agitate di una drammatica crisi finanziaria e politica che si è scatenata secondo volontà che si trovano al di fuori del suo controllo. Tuttavia, la forza della consapevolezza può ancora avere il potere di cambiare lo stato delle cose, anche per chi non comprende il linguaggio volutamente inaccessibile dell’alta finanza. E questo è «proprio ciò che Miro Renzaglia propone in questo vero e proprio manuale di sopravvivenza economi ca. Armato di un gigantesco martello, demolisce una a una le cornici che condannano la nostra vita a seguire un solo pensiero. Quello unico» (dalla prefazione di Ivan Buttignon).

    Miro Renzaglia è nato a Roma. Ha pubblicato Controversi (E.C.D.P., Milano, 1988), I rossi e i neri (Settimo Sigillo, Roma, 2002), A spese mie (I libri de «Il Fondo» - Gruppo Editoriale l’Espresso, 2010). Nel 1990, ha fondato la rivista di poesia e immagini «Kr 991» che ha diretto fino al 1999. È autore e performer del concerto di musica-poesia Radiografia di uno sfacelo (Roma, 2003) rappresentato in diverse città italiane. Dal 2006 ha fondato e dirige il magazine online «Il Fondo». Suoi testi poetici sono presenti in antologie, riviste e dvd. Come saggista, critico letterario e di costume, collabora a quotidiani e periodici. Nonostante la sua giovanile iscrizione alla facoltà di Economia dell’Università La Sapienza di Roma, fa risalire il suo interesse più autentico per l’economia alla lettura e allo studio della poetica di Ezra Pound. Come lui, si considera un autodidatta.

    18 dicembre 2014 - Barbadillo.it «Libri sotto l'albero: i consigli di Ballario» di Giorgio Ballario 22 dicembre 2014 - Secoloditalia.it «Crisi, ci salveranno Beneduce ed Ezra Pound? Il nuovo libro di Renzaglia» di Antonio Pannullo 7 marzo 2015 - Ecodellariviera.it «Intervista a Miro Renzaglia»di Mario Grossi 9 marzo 2015 - Destra.it «“Un popolo di debitori” suggerito da Ezra Pound» di Francesco Marotta

  • Titolo: Per piano solo Autore: Maria Pina la Marca Genere: Poesia Uscita: dicembre 2014 Pagine: 60 Lingua: Italiano

    In allegato CD omaggio

    Questo libro offre un viaggio in trenta poesie, intensamente evocative, dedicate al padre e alla madre da una voce della poesia contemporanea che si pone come testimonianza vera e sicura di un continuum affettivo mai interrotto. Un viaggio fisico e viscerale dentro la propria genesi, il proprio inizio. Poesie che accarezzano i loro soggetti con una delicatezza rara e commossa e che segnano, col passo della lettura, la misura di una distanza a volte incolmabile, a volte annullata. Quando questo accade tutti noi, figli, sentiamo di poter parlare con chi è stato, oppure è ancora, nostro genitore, da profondità che non credevamo di possedere, regalandoci l’intima consapevolezza della possibilità di un dialogo che lo scorrere di nessun tempo lineare avrà mai la forza di interrompere.

    Alle poesie sono stati abbinati dei brani classici di Debussy, Bach, Chopin, Grieg, Schumann, eseguiti dal Maestro Maurizio Baldin e raccolti nel CD omaggio allegato al libro.

    Maria Pina la Marca è nata in Puglia ma vive e insegna a Pordenone dal 1977. Nel 1987 ha pubblicato il volume di poesie “Maschere”, edito dalla Biblioteca di Montereale Valcellina e illustrato da Dino Pes; nel 1982 “Funamboli del cuore”, Edizioni del Rosone, Foggia; nel 2003 “Verrà l’inverno ancora”, Bastogi, Foggia; nel 2007 “L’aquilone terrestre”, Libreria al Segno Editrice, Pordenone. Altre poesie sono state pubblicate nelle raccolte “Messaggi”, a cura del Comune di Montereale Valcellina (Pn), 1986; “Incontri di poesia (I poeti tra noi)”, a cura del Comune di Cordenons (Pn), 1987 e 1991; “100 poesie d’amore”, Oscar Mondadori, Milano, 1996; AA.VV. “I poeti dell’Arca”, Bastogi, Foggia, 2004; AA.VV. “Poesie d’amore per il terzo millennio”, Bastogi, Foggia, 2006; “Antologia” (I poeti di Pordenone), Momi – Molinis- la Marca, Samuele Editore, Pordenone, 2011. Per la narrativa ha pubblicato “La mia Fenice, dietro le quinte”, Medianaonis editrice, Pordenone, 2013; è presente nel libro AA.VV. “Lettere, a te”, Samuele Editore, Pordenone, 2012; AA.VV. “Quello che le donne non dicono”, a cura della Compagnia di Arti & Mestieri, Pordenone, 2012. Un racconto inedito è stato inserito nell’antologia di AA.VV. “Il racconto mai scritto”, selezione letteraria 2005-2006, a cura dell’Associazione Nazionale “Le Donne del Vino”, Milano. Ha scritto il copione teatrale “L’ultima recita”, liberamente ispirato alla vita di Jacopo Linussio. Ha collaborato con i giornali “Il Corriere di San Severo” e “Momento Sud” e tuttora scrive per la rivista “Eventi”, per la quale ha curato i supplementi speciali de “Le Giornate del Cinema Muto”.

  • Titolo: L'ultima Barcolana Autore: Manuela Mazzi Collana: L’Uomo di Sabbia Genere: giallo Categoria: Giovani Adulti Uscita: ottobre 2014 Pagine: 28 Carta: Fedrigoni Sistina avorio 100 gr Copertina: Fedrigoni Freelife Vellum White 250 gr Rilegatura: Brossura cucita Formato: 14,5 x 20,5 cm Lingua: Italiano ISBN: 9788897561255

    Che cosa accade se, durante un’importante manifestazione, una spia in pen- sione si ritrova, nottetempo, ad assistere a un possibile delitto?

    Velisti, trimmer, appassionati di regate di tutto il mondo si danno appun- tamento, ogni anno, sul golfo di Trieste per partecipare o assistere alla mitica Barcolana. Tra loro c’è anche Mister Jack Tompson, ex agente con incarichi speciali dell’Onu, con sua moglie Lucy. La loro ennesima partecipazione alla grande regata, però, si trasforma ben presto in un’investigazione in incognita.

    Si ritroveranno, davvero, per le mani un caso di omicidio? E se così fosse, i coniugi Tompson riusciranno a risolvere il caso entro le 36 ore che verranno loro concesse? Riuscirai tu, lettore, a intuire i passi da seguire per procedere nell’indagine di questo breve ma intenso giallo?

    Manuela Mazzi (Locarno, 1971) è gior­nalista e scrittrice, lavora per il settimanale «Azione» dal 2004. In precedenza ha collaborato con diverse testate giornalistiche ticinesi e con il quotidiano italiano «Il Giornale». Da una decina di anni, appena può si trasforma in un’artigiana nel mondo del­la fantasia: scrive racconti, reportage narrativi e romanzi. Al suo attivo ha nove libri, compreso il presente racconto. Per Safarà Editore ha pubblicato dei gialli aventi per protagonista Un giallo da concorso L’ancora insanguinata per “Le avventure in giallo di Sir TJ” di cui uscirà a breve il terzo episodio dal titolo Una tigre a Venezia. Il suo Un gigolo in doppiopetto Guardie, ladri e tracciatori nel 2010 è stato selezionato tra i venti titoli partecipanti al Premio Banca­rellino, gli è stato conferito dalla giuria tecnica della III edizione del Premio di Letteratura per ragazzi Mariele Ventre la menzione speciale per la «migliore opera di narrativa di autore straniero di lingua italiana, destinata a ragazzi 12/16 anni» e ha ricevuto una targa speciale dalla giuria del Premio Stresa di Narrativa. La sua ultima pubblicazione, Il furto della verità, è la versione inte­grale di un giallo anticipato a puntate sulle pagine culturali del «Corriere del Ticino», le cui protagoniste, sempre nel 2014, sono finite in un racconto di Manuela Mazzi, che è stato selezionato tra i finalisti di Giallo Stresa.

    Liza Schiavi è nata a Piacenza nel 1974, ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Brera (MI) e si è specializzata presso la Scuola Internazionale di illustrazione di Sarmede (TV).

  • Titolo: Prospettiva Berlinguer Sottotitolo: Sguardi trasversali sul leader comunista A cura di: Ivan Buttignon Pagine: 176 Freelife Vellum White 250 gr Lingua: Italiano Prima edizione: aprile 2014 ISBN: 9788897561156

    Gli Autori della collettanea dipingono lo storico Segretario del PCI attraverso la loro prospettiva singolare sul piano dell’orientamento politico e dell’expertise di riferimento. Pietro Folena riflette sulla sua esperienza diretta quale 'ragazzo di Berlinguer'; Nicola Tranfaglia, ex dirigente nazionale del PCI e ora professore ordinario di Storia della mafia all’Università di Torino, evidenzia la novità del pensiero di Berlinguer e il reale punto di rottura rispetto al comunismo italiano precedente alla sua Segreteria; Ivan Buttignon, esamina il pensiero e l’azione del leader comunista nel periodo giovanile; Leonardo Raito, professore di Storia contemporanea all’Università di Padova e di Ferrara, scrive del respiro europeista del pensiero berlingueriano; Miro Renzaglia, ex militante missino negli anni ‘70 e animatore politico-culturale di area non-conforme poi, e direttore della rivista politica-culturale Il Fondo, approfondisce i tratti 'anticomunisti' in Berlinguer; Luciano Lanna, ex direttore del Secolo d’Italia, traccia una relazione tra il leader comunista e il movimento del ’77. Ma numerose sono ancora le prospettive che il saggio affronta da punti di vista inediti e trasversali, per restituire l’immagine politica e umana di un personaggio cardine della storia politica dell’Italia contemporanea.

    Ivan Buttignon , nato nel 1977, insegna Comunicazione politica e Storia contemporanea all’Università degli Studi di Trieste. Conduce trasmissioni televisive dedicate alla politica (Politica24 a Cafè24), collabora stabilmente con il sito di formazione personale “piuchepuoi.it” in cui si occupa di comunicazione efficace, fa il ghostwriter e il formatore politico. Scrive di politologia ed è coordinatore del Comitato Adesso Matteo Renzi Gorizia.

    Pietro Folena: ex-dirigente politico feci, presente sul palco al momento della morte di Berlinguer Giovanni Fasanella: giornalista Fulvio Salimbeni: professore di Storia contemporanea Nicola Tranfaglia: professore di Storia e Giornalismo, Storia della Mafia Ivan Buttignon: professore di Comunicazione politica e Storia contemporanea Leonardo Raito: assessore, professore di Storia contemporanea Miro Renzaglia: scrittore, giornalista, saggista Luciano Lanna: giornalista, studioso e consulente di trasmissioni televisive Francesco Pira: professore di Comunicazione, professore allo iusve Dario Mattiussi: segretario del Centro Isontino di Ricerca e Ducumentazione Mirko Bortolusso: assessore, Segretario di circolo pd Noël Sidran: professore Marco Gervasoni: professore, collaboratore del Corriere della Sera Paolo Sardos Albertini: avvocato, presidente della Lega Nazionale Andrea Colombo: giornalista Michele Mognato: politico, deputato pd

  • Titolo: Il buio nella bocca Autore: Andrea Biscaro Collana: L’Uomo Nero - 1 Pagine: 176 Fedrigoni Sistina 100 gr Lingua: Italiano ISBN: 9788897561125

    Dopo la Grande Epidemia il mondo ha perso se stesso e brancola alla ricerca della via del ritorno. Le leggi sono state sospese, e tutto è divenuto lecito. L’omicidio. Lo stupro. Il cannibalismo. Lui è solo. Solo in mezzo a loroLoro sono il risultato di una sconosciuta forma virale. Loro stanno prendendo il posto dei vivi. Loro si cibano di carne umana. Esausto di combattere una guerra impari, il protagonista asseconda la corrente avvelenata che lo ha travolto. A opporre resistenza all’onda di follia allucinata e violenta che lo circonda sono schegge di ricordo, frammenti di una vita passata che emergono da un’oscurità densa, e che sembrano chiamarlo da lontananze profondissime. Poi, un giorno, arriva una donna, e con lei la speranza. È possibile tornare indietro e riappropriarsi del futuro. E forse il nostro uomo capisce che quello che vede la notte, quando chiude gli occhi sulle tenebre del suo tempo, non è solo un ricordo, ma la possibilità di un altro se stesso, di un mondo in cui nulla è accaduto; di una vita che non è stata corrotta e che scorre parallelamente alla sua, divisa unicamente da uno strato di buio profondo. Tuttavia la strada per riavvolgere il nastro del tempo si rivelerà un incubo non meno pauroso di quello presente; e forse nasconderà orrori che, in un mondo che ne è stato sopraffatto, non erano ancora stati immaginati. La lettura è consigliata a un pubblico adulto.

    Andrea Biscaro è nato a Ferrara nel 1979, si divide attualmente tra l’Isola del Giglio e Varazze. Cantautore, romanziere, scrittore per ragazzi, è considerato dalla critica una delle voci più originali e poliedriche della scena letteraria italiana. Tra le numerose pubblicazioni ricordiamo: il bestseller "Nerone. Il fuoco di Roma" (Castelvecchi 2011, Lit 2012), l’horror per ragazzi "Ecnon" (Coccole&Caccole 2010, 3° Classificato al Premio Internazionale Città di Cento) e il libro-cd "Ballate della notte scura" (Squilibri 2013) scritto a quattro mani con il padre di Dylan Dog, Tiziano Sclavi.

    30 gennaio 2014 - HorrorMagazine.com «Intervista ad Andrea Biscaro» di Gianfranco Staltari 29 gennaio 2014 - WordShelter.it «Il buio nella Bocca: come nasce un horror alternativo» di Vito Tripi 29 gennaio 2014 - Sands from Mars «Recensione per il libro "Il buio nella bocca"» di Maurizio Ganzaroli 21 gennaio 2014 - Horror.it «Sex, murder, art: intervista a Andrea Biscaro» di Selene Pascarella 03 gennaio 2014 - SoloLibri.net «Il buio nella bocca - Andrea Biscaro» di Barbara Bracci 18 dicembre 2013 - Horror.it «Il buio nella bocca - Andrea Biscaro» di Marcello Gagliani Caputo 18 dicembre 2013 - Scheletri.com «Il buio nella bocca» di Elisa Marini 03 dicembre 2013 - HorrorMagazine.it «Il buio nella bocca» di Gianfranco Staltari 02 dicembre 2013 - LetteraturaHorror.it «Prossima Uscita - "Il buio nella bocca" di Andrea Biscaro»

  • Titolo: Storia di una stella Autore: Alessandro Tagliapietra Illustrazione di copertina e all'interno del volume: Liza Schiavi Collana: L’uomo di sabbia Pagine: 128 carta Fedrigoni Arcoprint edizioni 85gr Lingua: Italiano ISBN: 9788897561057

    Quali sorprendenti avventure possono capitare se si ha per amica una stella, ed in quali meravigliosi, emo­zionanti luoghi della mente e del cuore possono portare una bambina alla scoperta di una storia? “Non preoccuparti ora, avrai tempo e modo di capire. Hai visto tanti luoghi e vissuto tante piccole storie e ora la domanda su cui dovresti concentrarti non è tanto chi sono io ma… chi sei tu”. “Chi sono io?”, ripeté la bambina “Beh, ovviamente io sono… io sono…”, con sua enorme sorpresa, non sapeva darsi una risposta. “Credo che il tuo viaggio finisca qui”, disse allora il gigante. “Oppure inizia qui, non saprei ben dire”. Per scoprirlo abbiate fiducia e seguite il tenue, ma persistente bagliore che la nostra piccola amica emette nell’oscurità.