Gentiluomini dell’Ovest
Agnes Owens
€ 15.20
5% Off
Traduzione: Anna Mioni
Post scriptum: Alasdair Gray
Pagine: 160
Isbn versione cartacea: 9788832107548
Nella sua prima traduzione italiana, il romanzo che sancì l’amicizia tra Agnes Owens e Alasdair Gray: il tragicomico romanzo corale dedicato alle avventure e sventure del proletariato scozzese.
Gentiluomini dell’Ovest è il primo romanzo pubblicato da Agnes Owens nonché l’opera che la introdusse nel circolo dei letterati scozzesi. Romanzo corale costituito da una serie di episodi tra loro connessi, l’opera narra le vicende di Mac, muratore ventiduenne che fatica a sbarcare il lunario nella Glasgow degli anni Ottanta. Esilarante parabola sulla povertà di mezzi e la ricchezza di spirito, Agnes Owens celebra la classe lavoratrice scozzese in un ritratto umoristico e spesso tagliente nella sua mirabile precisione, capace di rivelare l’immancabile unione di dramma e commedia in ciascuna delle avventure dell’eroe di questo romanzo così come nella commovente, avvinazzata, indimenticabile umanità che lo circonda.
Agnes Owens è nata nel 1926 a Milngavie, nella Scozia sud-occidentale, ed è scomparsa nel 2014 a Vale of Leven. È stata scrittrice, operaia, addetta alle pulizie e dattilografa. I suoi libri includono People Like That e For the Love of Willie, selezionato per lo Stakis Prize nel 1998. I suoi racconti sono apparsi insieme a quelli dei suoi amici e colleghi autori James Kelman e Alasdair Gray in Lean Tales.
«I tratti distintivi di Agnes Owens sono l’ironia schietta, l’imperturbabile umorismo scozzese e la pragmatica insistenza nel dipingere la surrealtà insita nella normalità delle vite della maggior parte di noi».
Ali Smith
«Gentiluomini dell’Ovest è più di uno spaccato sociale su cui dovremmo sbattere il naso, è un’opera d’arte».
Alasdair Gray, Scottish Review of Books
«Una scrittrice di genio. La sua prosa è unica; limpida e calma… innegabilmente divertente. Il suo umorismo nero e la sua penetrante capacità di osservazione ricordano Muriel Spark».
The Guardian
«La sua prosa esalta l’umorismo pungente nelle vite dei personaggi in bilico tra farsa e tragedia… Owens è un regalo per il mondo urbano scozzese».
Observer
«Mi diressi verso la chiesa con molta indecisione. Si trova proprio di fianco al pub, il che viene comodo all’elettore cattolico. Però mi accorsi che davanti alla chiesa c’era molta più ressa. Da come tutti salivano di corsa le scale, sembrava che regalassero pinte di birra. Restai fuori fino a quando finì l’assalto e sorvegliai furtivo la strada, da una parte e dall’altra. Dove sarei dovuto andare, al pub o in chiesa? Poi pensai e che diavolo, è il caso di portare i miei omaggi a Paddy. Mi buttai e salii le scale di corsa. Non so cosa mi aspettassi di vedere dietro a quelle porte tanto temute, ma a parte un paio di statue e qualcosa che sembrava una bacinella lavamani di lusso, non c’era molto che mi sconcertasse.
Entrai di soppiatto da un’altra porta e mi trovai davanti tutta la solennità delle cerimonie papiste. Ero rosso in faccia mentre mi infilavo in un banco, in fondo, perché tutti i posti erano strapieni. Ma non mi fece caso neanche un’anima, non mi degnarono nemmeno di uno sguardo, tanto erano presi dal sermone. Per me la voce del prete era monotona, senza senso, e mi chiesi se il funerale di Paddy era già cominciato. Dopo un po’ mi sentii abbastanza a mio agio da guardarmi in giro per osservare le decorazioni. Mi sembrarono piuttosto di buon gusto e semmai, a parte qualche statua qua e là, piuttosto banali. Mi piacevano. Creavano un’atmosfera tranquilla e edificante. Forse la morte di Paddy aveva un significato per me. Forse il suo scopo era che io mi unissi a quella folla e assimilassi un po’ di religione. Era decisamente una cosa su cui dovevo riflettere. Però mi sarebbe piaciuto sentire cosa diceva il prete, ma qualsiasi cosa fosse di sicuro era adeguata e Paddy ne sarebbe stato contento, se l’avesse potuta sentire. Probabilmente era così. In quel posto tutto era possibile».