Onnazaka.
Il sentiero nell’ombra
Fumiko Enchi
€ 17.10
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Traduzione: Lydia Origlia
Postfazione: Daniela Moro
Pagine: 224
Isbn versione cartacea: 9788897561743
Una storia indimenticabile in cui echeggiano la Storia di Genji e le atmosfere di Madama Butterfly, vincitrice del prestigioso premio Noma.
Alla fine del periodo Edo la moglie di un alto funzionario di governo, Tomo, viene mandata a Tokyo con un compito straziante: tra le molte ragazze offerte dalle famiglie, dovrà scegliere una giovane rispettabile che diventi la nuova concubina del marito.
Se Tomo esternamente è impassibile il suo cuore inizia a incrinarsi quando, soffocando la sua voce più profonda, intraprende la ricerca con rigoroso senso del dovere, incamminandosi lungo un sentiero che la porterà, insieme alle altre donne della casa, a immergersi in un’ombra sempre più profonda alla quale opporrà strenuamente la fiamma di una tenacia sottile e indistruttibile.
Oramai considerato un classico della letteratura giapponese Onnazaka celebra, attraverso immagini di rara bellezza, l’inestinguibile forza del femminile.

Enchi Fumiko (Tōkyō, 2 ottobre 1905 – ivi, 14 novembre 1986) è stata un’acclamata sceneggiatrice e scrittrice, tra le più importanti voci femminili giapponesi del periodo Shōwa.
Celebre per la sua profonda indagine sulla condizione delle donne nella società giapponese, nonché sulla sessualità, il desiderio e la psicologia femminile, è stata la prima donna a vincere il prestigioso premio Noma.
«La scrittura di Enchi ha la stessa fluidità amniotica di Tolstoj, un’immersione quasi fisica e fluttuante nell’habitat della storia».
The American Reader

«Un racconto di preghiere inascoltate, Onnazaka di Enchi Fumiko è un’elegia della condizione femminile giapponese».
The Japan Times
«Enchi Fumiko ha debuttato come drammaturga, ma nei suoi sessant’anni è diventata ampiamente riconosciuta come scrittrice grazie alla grande popolarità delle sue storie con protagoniste femminili. Figlia del famoso accademico esperto di Giappone classico Ueda Kazutoshi (1867 – 1937), Enchi stessa era una profonda conoscitrice dei classici giapponesi e produsse una traduzione in giapponese moderno consacrata dalla critica del grande romanzo dell’XI secolo, La storia di Genji».
Murakami Haruki
«La scrittura di Enchi ha la stessa fluidità amniotica di Tolstòj, un’immersione quasi fisica e fluttuante nell’habitat della storia».
The American Reader
«Una sottile dissezione della psicologia femminile giapponese».
Pacific Citizen

«Quando guardava quella pelle ricca di una fredda luminosità, come neve appena discesa dal cielo, e le grandi, nere pupille degli occhi sgranati e umidi per un’ombra d’immotivata tristezza, Tomo stentava a distinguere i momenti in cui provava un’infinita tenerezza per quella creatura simile a un bell’animale in procinto di essere ucciso, dai momenti in cui la scrutava con odio, sospettando che quell’ingenua fanciulla avrebbe finito un giorno per divorare interamente suo marito e trasformarsi in un mostro capace di sconvolgere la loro casa».
